La tragedia di Jacksonville, in Florida, si sta rivelando esattamente per quello che avevamo previsto: un nuovo, ma soprattutto ingiustificato, attacco dei media italiani ai videogiochi.
Nella serata italiana di domenica 26 agosto, dunque nella tarda mattinata in America dello stesso giorno, un folle ha sparato contro i partecipanti di un torneo e-sport di Madden NFL, il popolare gioco di football americano targato EA Sports. L’individuo, che a quanto pare era stato da poco eliminato dal torneo (informazione ancora non chiara dai report americani) e aveva recuperato la sua arma, ha ucciso tre persone e ne ha ferite undici, prima di essere ucciso dalla polizia locale. Lo sceriffo di Jacksonville ha dato la notizia pochi minuti dopo l’assurda sparatoria, che si può addirittura udire in sottofondo alla live streaming dell’evento come potete vedere qui.
Nel rimarcare le più sentite condoglianze alle vittime e nel constatare che il problema delle armi, in America, si fa sentire ogni giorno di più con effetti disastrosi ma purtroppo prevedibili, non possiamo fermarci di fronte alla disinformazione e alla distorsione delle notizie nelle quali stanno sguazzando alcuni media italiani con l’intento di demonizzare i videogiochi. Una nota testata italiana, nel corso di una diretta, ha ad esempio affermato non solo che la sparatoria si confondeva con gli spari udibili nel videogioco – per quanto io non sia un appassionato della serie Madden, non mi risulta che i giocatori di football scendano in campo con armi da fuoco – ma che il motivo di tutto è da ricercare nella recente sconfitta del ragazzo al torneo, cosa che hanno ripetuto anche altri esponenti del settore successivamente.
Nessuna menzione riguardo la facilità con la quale il ragazzo abbia avuto a disposizione un’arma – nessun controllo, nessuna sicurezza, armi alla portata di chiunque in USA come ormai tristemente sappiamo – e neppure sull’evidente squilibrio del ragazzo. L’obiettivo dei media italiani sembra concentrare l’attenzione sulla sconfitta al videogioco, che ha scatenato la follia omicida del ragazzo.
E questo è solamente l’ultimo di una grande lista di attacchi da parte dei media ai videogiochi. Pensiamo solamente al maggio dello scorso anno, quando il TG4 scambiò Assassin’s Creed Unity per un simulatore di attentati al Louvre. O ancora ad una giornalista de La Stampa, che sempre lo scorso anno si scagliò contro i videogiocatori definendoli come uomini non maturi e decretando dunque la perfetta linea di demarcazione tra, almeno nella sua mente, chi è un vincente e chi no. La domanda, dopo anni, anni e anni, è sempre quella: ma davvero questi attacchi insensati devono proseguire?
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