Il 28 ottobre 2003 usciva Call of Duty, e il mondo non sapeva cosa sarebbe accaduto di lì a poco. Lo sparatutto di Activision, nato come una scommessa, è diventato uno dei più grandi franchise al mondo, che festeggia proprio oggi il suo ventesimo anniversario.
A pochi giorni dal debutto di Modern Warfare 3, festeggiamo quindi i primi 20 anni di vita della saga con la nostra classifica personalissima della serie Call of Duty, dal peggiore al migliore. Abbiamo cercato di valutare globalmente ogni titolo principale (non troverete quindi gli spin-off), non solo sulla base dei gusti: campagna single player, comparto multigiocatore, innovazioni significative, modalità terziarie, comparto tecnico e così via, e ci teniamo comunque a sottolineare che si tratta di una valutazione comunque soggettiva da parte della redazione, dettata dai gusti personali e dalla storia pregressa. I gusti, si sa, sono differenti per ognuno di noi, e questo è il presupposto base per creare una discussione.
Non perdiamoci in ulteriori chiacchiere, e partiamo dal peggior gioco della saga, vale a dire…
19. Call of Duty: Vanguard (2021)
Nel 2021, Sledgehammer Games è stata coinvolta in un arduo compito: creare un terzo franchise che, insieme a MW e Black Ops, avrebbe portato avanti il classico ciclo triennale di Call of Duty, ma stavolta ambientandolo nella seconda guerra mondiale.
Non è un caso che Activision, dopo Vanguard, abbia deciso non solo di dire addio ai giochi storici, ma anche di rivoluzionare il ciclo di lancio dei capitoli della serie: il gioco è stato un flop totale di irrealismo nella campagna single player, mappe assolutamente inadeguate e gestione fuori dal normale, il tutto condito dalla peggior modalità Zombies della storia del franchise. Un passo indietro enorme rispetto al tutto sommato buon WWII, sempre di Sledgehammer. Poteva andare peggio? Forse no.
18. Call of Duty: Infinite Warfare (2016)
No, no e poi no. Non ci siamo proprio. Infinity Ward, una software house che sul suo curriculum aveva la trilogia di Modern Warfare, i primi storici capitoli della serie e dalle cui menti nacque anche la serie EA Titanfall (gli ex-sviluppatori di IW andarono a creare infatti la nuova Respawn Entertainment), era chiamata a confrontarsi con la nuova piega iperfuturistica della serie Activision dopo Advanced Warfare e Black Ops III, abbracciando però un tempo ancor più lontano. Non solo jetpack e armi energetiche, ma anche astronavi, altri pianeti, battaglie spaziali nel cosmo infinito.
Ma no, il gioco fu un flop gigantesco: una campagna single player priva di un villain di spessore nonostante l’utilizzo di Kit Harrington da Game of Thrones, un multiplayer sbilanciato anche a causa di un sistema di microtransazioni incomprensibile e una modalità zombie mai realmente apprezzata dalla community. Risultato: vendite a picco, critica massacrante, pubblico insoddisfatto. Si trattò di uno dei momenti più bui per il franchise, quando neppure Activision sapeva cosa fare di Call of Duty.
17. Call of Duty: Ghosts (2013)
Non è bello rimarcarlo, ma al terzultimo posto della nostra (personale, in qualità di redazione) classifica troviamo un altro gioco di Infinity Ward dell’era post-Modern Warfare. Call of Duty: Ghosts debuttò nel 2013 dopo quel must have che fu Black Ops II, il terzo capitolo più venduto dell’intera serie, ma non riuscì ad incidere in alcun modo sul pubblico.
L’introduzione di alcune meccaniche di gioco, come i cani da guardia pressoché immortali e killstreak eccessivamente forti, ma anche il comparto tecnico clamorosamente arretrato anche sulle neonate PS4 e Xbox One, la modalità Estinzione che non poteva competere con i non-morti di casa Treyarch, e una campagna non proprio memorabile, tutti questi fattori decretarono un grosso insuccesso per Ghosts che non si risollevò mai dalla sua situazione e al quale anzi viene imputato da molti il declino della serie.
16. Call of Duty: Advanced Warfare (2014)
Molti di voi faranno l’errore di pensare “Advanced Warfare è in fondo alla classifica, dunque per la redazione di Uagna si tratta di un brutto gioco“. No, non è così, ma le criticità di Advanced Warfare erano importanti e lo pongono, secondo i nostri gusti, lontano dalle posizioni più alte della classifica.
Dopo una serie di aspre critiche al brand, da troppo tempo uguale a se stesso e senza reali innovazioni, Activision affida a Sledgehammer Games un nuovo prototipo di Call of Duty che avrebbe cambiato il gamplay come lo conoscevamo: da un setting moderno al pieno futuro, dove le tecnologie avanzate hanno fatto progredire la guerra e i soldati. Si passa ad un’azione molto più frenetica fatta di spostamenti rapidi, equipaggiamenti prima solo immaginabili e soprattutto i jetpack in dotazione ad ogni soldato, che permettevano di compiere balzi esagerati e di raggiungere luoghi prima impossibili da toccare. Le mappe multiplayer vanno incontro a questo cambio con uno sviluppo che punta più alla verticalità che all’espansione areale come aveva provato Ghosts l’anno prima, e anche la terza modalità, che passa in corso d’opera da una semplice Sopravvivenza ad una nuova esperienza Exo Zombies, ne risente.
Per quanto dobbiamo dare atto a Sledgehammer di aver tentato e per certi versi essere riuscita nell’impossibile, Advanced Warfare è un capitolo tutt’altro che indimenticabile. Ribadiamo però la sua importanza per quello che ha rappresentato per il brand, in uno sprezzante tentativo di rinascita per poco non riuscito.
15. Call of Duty 3 (2006)
La partenza di Treyarch al timone della serie, che avvenne a partire dal terzo capitolo, non fu esattamente esaltante. Lo studio si concentrò particolarmente sulla resa visiva del gioco, aumentandone il realismo, ma il gameplay subì modifiche quasi inesistenti e, al terzo gioco di fila sulla WWII, la puzza di noia iniziava a farsi sentire. Infinity Ward, che aveva già preventivato la questione, chiese infatti nel 2005 due anni di tempo ad Activision per dedicarsi ad un nuovo progetto che si rivelerà poi estremamente redditizio.
Call of Duty 3 viene comunque ricordato anche per essere il primo capitolo della serie ad approdare su console, prima mondo completamente estraneo allo sparatutto di casa Activision. Le versioni console, però, specialmente quella PS3, si rivelarono un guazzabuglio di difetti tecnici, a causa, come confermò la stessa Treyarch, della particolare architettura della console Sony.
14. Call of Duty (2004)
Il primo, storico ed indimenticabile capitolo della serie non era certo un gioco perfetto, ma diamine: fu il pioniere di una delle serie più amate e vendute di sempre. Call of Duty venne sviluppato da una software house prima conosciuta con il nome di 2015, Inc., che ben prima del 2004 stava lavorando con Electronic Arts allo sviluppo di un nuovo capitolo della serie Medal of Honor. Activision, però, sfruttando il malcontento tra la SH ed EA per una collaborazione che non stava andando per il verso giusto, si accaparrò diversi membri del team che andarono poi a fondare un nuovo studio: Infinity Ward.
Dalle loro visionarie menti nacque proprio Call of Duty, rivoluzionario per l’epoca, grintoso e cinematico proprio come lo definì la stampa nell’anno del debutto. La campagna single player esplorava la Seconda Guerra Mondiale dagli occhi di tre personaggi, un inglese, un americano e un russo, e il multiplayer iniziava a muovere i primi passi verso quello che sarebbe diventato poi un fenomeno di massa.
13. Call of Duty 2 (2005)
Nato forse come un sequel diretto del primo capitolo, Call of Duty 2 era nuovamente ambientato nel conflitto mondiale che sconvolse l’umanità dal 1939 al 1945, e con, nuovamente, tre protagonisti per la campagna single player. Koslov, soldato dell’Armata Rossa; il britannico Davis, che si rese protagonista dello sbarco in Normandia nel ’44; e infine l’americano Taylor, al quale venivano affidate le ultime fasi della WWII nella campagna. Similitudini con il primo capitolo della serie, e difatti COD 2 si presentava come una sorta di miglioramento del suo predecessore sotto tanti punti di vista.
Gli spazi aperti, nella campagna, vennero resi più grandi e molto meno lineari di com’erano risultati nel primo Call of Duty, e al giocatore vennero dati molteplici compiti oltre all’imbracciare un’arma da fuoco, nel tentativo di avvicinare la realtà maggiormente. A COD 2 si deve inoltre l’introduzione dell’effetto rallenty-sfocatura una volta che si viene colpiti dalle granate tattiche o letali, meccanica che ritroveremo poi non solo sugli altri titoli della serie ma anche molti altri brand.
12. Call of Duty: Black Ops Cold War (2020)
Cold War, quinto capitolo principale della saga di Black Ops, non è un gioco malvagio, no. Il problema è che è un titolo realizzato in fretta (e lo si vede chiaramente dal comparto grafico/tecnico più arretrato rispetto ad altri titoli usciti nello stesso periodo) e con scarse ambizioni, figlio anche di una Treyarch che stava iniziando a perdere le sue grandi menti creative.
Invece di spingersi di nuovo nel futuro, lo studio torna sui suoi passi, all’epoca della Guerra Fredda, con una nuova storia dalle tinte spy e thriller che richiamava volutamente il primo, indimenticabile Black Ops. Tutto il resto, invece, vacilla: il multigiocatore è sempre apparso molto sbilanciato e con fin troppo materiale riciclato, mentre Zombies è stata stravolta nelle dinamiche e nell’impostazione di mappe ed easter egg, ottenendo comunque un buon riscontro. La vera sorpresa fu Epidemia, modalità open world largamente apprezzata.
11. Call of Duty: Black Ops 4 (2018)
Black Ops 4 si può riassumere in una sola ma perfettamente adeguata parola: spreco. Spreco di idee, spreco di potenziale, spreco di tutto. Il gioco che voleva rivoluzionare tutto è stato schiacciato dalle implacabili politiche di Activision, e soprattutto da un ciclo vitale, quello di Call of Duty, che non conosce confini. Ma ancora una volta, che spreco di materiale.
Il primo (e finora unico) gioco principale della saga privo di una campagna single player puntava tutto sul multigiocatore, tra PvP tradizionale, Zombies espansa notevolmente (fa qui il suo esordio la Storia Caos), e ovviamente Blackout, la prima incursione di Call of Duty nel genere battle royale. Partenza col botto: le dinamiche del PvP, rielaborate da BO3, piacciono, e sia Zombies che Blackout ottengono grandi consensi. Peccato solo che dopo nemmeno quattro mesi dal lancio, il gioco venga clamorosamente lasciato al suo destino: Treyarch è chiamata a sistemare i danni di Sledgehammer, che rischia di non completare in tempo Call of Duty 2020 (che è appunto BOCW). Ne seguirà una seconda parte del ciclo vitale totalmente priva di spessore, che ha lasciato l’amaro in bocca a moltissimi utenti.
10. Call of Duty: Modern Warfare 2 (2022)
MW2, del 2022, è un gioco complesso da analizzare in poche parole. Dalla sua ha uno studio maniacale del comparto tecnico, con un audio quasi fuori di testa anche se poi continuamente sballato dal supporto post lancio, come sempre accade. Le ambientazioni sono interessanti al punto giusto (tranne quella maledetta autostrada), l’integrazione con Warzone ha funzionato al punto giusto, e la campagna ha offerto quel sapore di nostalgia misto a novità che serviva.
Il problema è che è tutto qui: il gioco si è misteriosamente sciolto nel giro di pochi mesi, con l’interesse della community, la stessa che ha fatto incassare miliardi in poche ore ad Activision, che è scemato completamente. Scarso supporto? Sì, questo sì, ma è anche vero che MW2 è stata l’ulteriore dimostrazione che la formula adottata da Infinity Ward per il reboot del franchise, seppur ben accolta, non aveva poi attecchito così tanto. Un altro spreco niente male, insieme a Black Ops 4.
9. Call of Duty: Modern Warfare 3 (2011)
Il piano di Makarov, il terrorista dietro agli avvenimenti di Modern Warfare e MW2, si concretizza nel capitolo conclusivo della grande trilogia di Infinity Ward, l’ultimo gioco della software house davvero degno di nota all’interno della serie. Modern Warfare 3, che mette in scena la Terza Guerra Mondiale con scenari da urlo e sequenze leggendarie come l’attacco a Manhattan o il crollo della Tour Eiffel, è un piccolo gioiellino.
Pur non rappresentando lo stesso livello di evoluzione che ebbe MW2 nei confronti del suo predecessore, Modern Warfare 3 si confermò come un solidissimo Call of Duty con un gameplay sempre efficace, e ancora oggi tra i più apprezzati dai fan nonostante qualche sbilanciamento di troppo. Da anni si vocifera un ritorno alle origini per Infinity Ward, che dopo i flop di Ghosts e Advanced Warfare potrebbe tornare a lavorare sulla sua opera magna e più redditizia (MW3 è il Call of Duty più venduto di sempre) e proporre un ipotetico Modern Warfare 4. Accadrà, prima o poi?
8. Call of Duty: WWII (2017)
La piega iperfuturistica di Call of Duty non aveva funzionato. Advanced Warfare, Black Ops III e specialmente Infinite Warfare non avevano inciso quanto Activision pensava, e dunque ecco che la scelta più logica, secondo i piani alti, risultava quella del ritorno al passato, ai fasti degli esordi della serie. Sledgehammer Games risale in cattedra per il suo secondo capitolo in solitaria, e lancia nel 2017 Call of Duty: WWII dove torna d’attualità la Seconda Guerra Mondiale.
Un gameplay che torna ad essere tra i più classici di sempre, con un comparto visivo di buon livello grazie al motore grafico utilizzato dalla software house e differente da quello di Treyarch e Infinity Ward, e qualche novità qua e là anche nella campagna, non male considerando che il gameplay non aveva mai accennato ad evolversi per il single player. In più, una nuova, ennesima modalità Zombie, che puntò più su una svolta horror che ormai fantasy e fantascientifica come fece Treyarch. Se non altro, visto il setting ben poco originale, Sledgehammer cercò una nuova via per Call of Duty, riuscendoci. In più, il supporto post-lancio è stato assolutamente encomiabile, e in questo Sledgehammer ha fatto storia per la serie.
7. Call of Duty: Modern Warfare (2019)
Nel 2019 Infinity Ward ha rilanciato il suo brand più famoso, in un’operazione tra nostalgia e ricerca di qualcosa di più. Modern Warfare era tornato con notevoli passi avanti, specie sul fronte tecnico, eppure il gameplay eccessivamente improntato sui casual gamer causò più di un grattacapo.
In realtà, il potenziale del gioco si manifestò pochi mesi dopo la sua uscita, quando nel marzo 2020 Activision lanciò Call of Duty: Warzone. E a quel punto, a posteriori, divennero più chiari molti aspetti del gioco che in precedenza erano stati criticati, come l’importanza dell’audio, l’attesa, i movimenti ancora più rapidi, inseguendo un modello di gioco che poi COD, con l’esplosione del battle royale, manterrà anche in futuro.
6. Call of Duty: Black Ops III (2015)
La Guerra Fredda, il 2025 e poi? Fin dove poteva spingersi il franchise Black Ops di Treyarch? Ma naturalmente nel futuro dei jetpack, dei boost e delle acrobazie dei soldati. Dopo Advanced Warfare, arriva sul mercato un nuovo capitolo futuristico della guerra immaginaria di Call of Duty, che fa storcere il naso nuovamente ai puristi della serie ma che ha il pregio di mediare gli effetti di quanto introdotto da Sledgehammer Games. I jetpack, in Black Ops III, hanno ad esempio effetti limitati, sia nello spazio che nel tempo; arriva la grande rivoluzione del multiplayer con gli Specialisti, personaggi predefiniti con ognuno la propria abilità speciale; vengono inoltre introdotte le scivolate in avanti adottate anche nella modalità Zombies con le relative conseguenze.
A tal proposito, anche la modalità più celebre di Treyarch va incontro a cambiamenti radicali, sfociando in una deriva fantasy grazie alla mente di Jason Blundell che da buon architetto della Storia Zombie riesce a costruire una narrazione incredibilmente legata a quello che già conoscevamo, qualcosa di impensabile prima di BO3. La stessa efficacia non arrivò dalla campagna single/multiplayer (la coop fino a 4 giocatori fu un’altra ottima intuizione), con una trama che non rivaleggiava certamente per qualità con i suoi precedenti capitoli e che anzi risulta l’anello debolissimo del gioco.
5. Call of Duty: World at War (2008)
Nonostante la scelta di Infinity Ward di guardare al presente, Treyarch, prima di passare alla serie Black Ops, decise di continuare per la sua strada nel 2008 con World at War, un capitolo classico e ambientato nella WWII. Una storia canonica che tutti conoscevamo ormai bene, un gameplay rodato ma che coinvolgeva addirittura mezzi pilotabili, cosa che nella serie COD non è mai una certezza, e la nascita di quella che si rivelerà essere una delle più fortunate intuizioni del franchise: la modalità Zombies.
Nata come semplice contenuto sbloccabile a fine campagna, la modalità Zombies venne poi plasmata come contenuto a parte, cosa che in futuro si rivelerà essere una scelta estremamente felice per Treyarch. Una solida offerta, quella di World at War, ultimo dei capitoli della serie ad affrontare il grande conflitto del mondiale fino al 2017.
4. Call of Duty 4: Modern Warfare (2007)
Si tratta, a tutti gli effetti, del primo Call of Duty dell’era moderna. Dopo aver esplorato in più occasioni il secondo conflitto mondiale, era il momento per un cambiamento, un’evoluzione, uno sguardo al futuro o per meglio dire al presente. Il terrorismo era in quegli anni un tema ricorrente, ed ecco che Infinity Ward coglie la palla al balzo per sfociare nella fantasia (speriamo che resti tale) di una Terza Guerra Mondiale, che si concretizza solamente nel terzo capitolo della saga ma che inizia proprio qui, in Modern Warfare, dove il giocatore veniva lanciato a capofitto in una guerra globale.
Il comparto multigiocatore che abbiamo imparato ad amare negli anni d’oro della serie divenne tale proprio grazie ai ragazzi di Infinity Ward, e la campagna poté avvalersi di grandi personaggi iconici come Soap, Price e Ghost. No è un caso che Modern Warfare sia oggi l’unico gioco della serie ad essere stato rimasterizzato, avendo impattato fortemente sui cuori e le menti dei fan.
3. Call of Duty: Black Ops (2010)
Nel 2010 Treyarch decide di cambiare la sua prospettiva, e inaugurare quello che sarà il subfranchise più longevo della serie. Call of Duty: Black Ops fu il primo di quello che si rivelerà essere un glorioso cammino per la saga Black Ops, proponendo tre modalità senza sbavature.
La campagna, che raccontava la storia di Alex Mason, era un magnifico thriller d’azione, una storia che mi sento di definire la migliore dell’intera serie Call of Duty insieme alla trilogia MW. Il multiplayer restava la componente più importante, con qualche novità, killstreak rimaste epocali e alcune mappe che hanno davvero fatto la storia, come Firing Range o Nuketown. La modalità Zombies, invece, abbozzata in World at War, iniziava ad appropriarsi di una reale anima e ad evolversi, introducendo la storia che tutti noi abbiamo imparato ad amare e a ricercare. Un FPS straordinario per molti aspetti, buono per altri, ma difficilmente troviamo difetti tali da abbassare il nostro giudizio su questo bellissimo titolo. Tra i migliori Call of Duty di sempre.
2. Call of Duty: Modern Warfare 2 (2009)
Come definire Modern Warfare 2, se non uno sparatutto che rasenta la perfezione? E non lo dico da grandissimo appassionato dello storico secondo capitolo della saga MW sviluppata da Infinity Ward, che ha passato non si sa quante centinaia di ore sul titolo tra il multiplayer online e quello in locale con gli amici. Modern Warfare 2 era uno straordinario sequel, un gioco che bissava il successo del suo predecessore e lo proiettava nel capitolo conclusivo della trilogia ma con una passione, una perfezione e una precisione che non abbiamo più riscontrato nella serie.
Mappe perfette, una storia gloriosa e cinematograficamente esaltante, armi rimaste nell’immaginario popolare, così come le ardue missioni speciali che fungevano da terza modalità del gioco, novità apprezzata e richiedenti un alto livello di abilità. Non sappiamo di preciso cosa sia successo a quella Infinity Ward che ci fece sognare con MW2 (è vero, molte delle menti originali emigrarono verso la nuova Respawn Entertainment), ma questo fu il loro titolo indubbiamente più importante di sempre.
1. Call of Duty: Black Ops II (2012)
Considerato da molti, e anche da noi, come l’apoteosi della serie Call of Duty, Black Ops II è anche l’opera magna di Treyarch. Una campagna leggermente sottotono rispetto alla magnificenza del primo capitolo della saga, ma un multiplayer solidissimo e mappe davvero indimenticabili, oltre ad una modalità Zombies maturata alla perfezione e pronta ad evolversi, in corso d’opera, dalla classica offerta survival a qualcosa di più, con esponenti giganti del genere come Mob of the Dead e Origins.
Del resto, i numeri parlano chiaro: Black Ops II è stato l’ultimo capitolo della serie ad avvicinarsi alle 30 milioni di copie vendute, performance da record per un singolo gioco, e la sua fanbase ancora non accenna ad abbandonarlo a 6 anni dal lancio.
Cortesemente… Se non ne capite della serie non ne parlate…. Fate piu bella figura…sicuramente sara’ la vostra personalissima classifica ma vedere bo2 al primo posto, e titoli cm waw, mw, mw2 dietro a quest’ultimo è ridicolo…