Tornato a casa dal mio abituale calcetto del lunedì, che si tiene come di consueto dalle 19:00 alle 20:00, ecco che accendendo la TV mi ritrovo di fronte ad un macabro spettacolo che non mi sarei mai aspettato. Le immagini dei telegiornali su tutte le reti, confermate poi dal fermento dei social network con dirette, foto, video, testimonianze di persone presenti al tragico evento, è tutto vero. La cattedrale di Notre Dame de Paris, uno dei simboli di Parigi conosciuti in tutto il mondo, ha rischiato di essere divorata dalle fiamme nel tardo pomeriggio di ieri a causa di un incendio scoppiato nel tetto della chiesa, poi crollato insieme ad una delle sue strutture più iconiche, la guglia.
I pompieri parigini, fortunatamente, sono riusciti a contenere l’incendio e a spegnerlo nel più breve tempo possibile, cercando di preservare i tesori che Notre Dame custodisce al suo interno. E non si parla di monete d’oro e forzieri. Si parla di arte, di storia, di cultura, di un patrimonio che pensavamo fosse immortale e indistruttibile e che invece si è sciolto davanti ai nostri occhi in buona parte. E tutto ciò è scioccante proprio perché non siamo abituati a vedere cose del genere. Pensiamo a queste gigantesche opere d’arte, perché di opere d’arte si tratta, come qualcosa che supererà i secoli e i millenni senza alcun problema, come se si trovassero all’interno di una qualche magica bolla protettiva, e invece incidenti come quello di ieri sera ci dimostrano che anche i simboli della storia umana sono fragili come qualsiasi altra cosa.
Quanto accaduto a Parigi deve farci riflettere. Deve farci pensare che da noi e dalle nostre azioni dipende la salvaguardia della storia dell’umanità, alla quale come abbiamo purtroppo assistito ieri sera serve davvero poco per rischiare di essere spazzata via in poche ore. E tutto questo può essere probabilmente visto anche come sprone, come stimolo a vedere in prima persona o semplicemente a scoprire e riscoprire tutte le più grandi testimonianze storiche in giro per il mondo, prima che sia troppo tardi per loro (o per noi, apocalittica sentenza). Del resto, basta davvero poco per assaporare le bellezze plasmate dalla mente e dalle mani dell’uomo stando anche comodamente seduti a casa propria. Un documentario, ad esempio. O anche un film, che può spingere la curiosità di un bambino a scoprire qualcosa di più sull’arte. A proposito del tema di oggi, capitò con Il Gobbo di Notre Dame, il classico d’animazione Disney del 1996 ispirato al romanzo Notre-Dame de Paris di Victor Hugo. Anche il mondo dei videogiochi, come quello del cinema, trae sempre grandi ispirazioni da ciò che è reale e bello, e con Notre Dame è accaduto ben più di una volta.
Con l’intento sempre ben chiaro di divertire e parodizzare, i ragazzi di Etrange Libellules nel 2006 costruirono una fittizia Parigi come se a progettarla fossero stati i Romani. Il tutto all’interno di Las Vegum, un gigantesco parco divertimenti ideato da Giulio Cesare che omaggiava la storia di conquiste del prode leader di Roma e che fa da ambientazione ad Asterix & Obelix: XXL 2, secondo capitolo di una fortunata e divertentissima serie che quest’anno tornerà alla ribalta dopo molti anni. Nell’area di Lutezia, vicino ad una rudimentale metropolitana che collegava area differenti della città, la cattedrale di Notre Dame riprodotta interamente in legno padroneggiava su tutto il circondario, risaltando per le sue iconiche forme riprodotte alla perfezione.
Nel caso di Asterix & Obelix: XXL 2, però, si trattava semplicemente di un richiamo, un piccolo omaggio alla cattedrale parigina costruita a cavallo tra il XII e il XIV secolo sull’Île de France. C’è chi invece, nella storia videoludica, ha saputo trarre il meglio dall’imponente chiesa francese e creare intorno ad essa qualcosa di più ambizioso. Quando ancora i videogiochi erano un bene di lusso, o accessibili solamente tramite fiere, eventi speciali e cabinati nei locali, Notre Dame era già divenuta protagonista di una serie di successo. Century Electronics, nel 1983, si ispirò al romanzo di Victor Hugo che abbiamo già rievocato in precedenza per dar vita ad Hunchback, rudimentale Platform in 2D come ne esistevano a centinaia in quell’epoca e con protagonista appunto il famoso gobbo Quasimodo intento a superare ostacoli e pericoli per salvare l’amata Esmeralda. In realtà, complice l’estrema semplicità delle forme che i videogiochi di quegli anni restituivano, è difficile capire se Hunchback fosse realmente ambientato sui tetti di Notre Dame. Secondo alcuni, quello che vediamo è in realtà un castello, il che spiegherebbe i mattoni che ricoprono le pareti, che a sua volta però non spiega la presenza di numerose campane simbolo della cattedrale di Notre Dame. Tant’è, lasciamo tutto alla nostra immaginazione. La chiesa gotica è comunque, già di per sé, sinonimo di ispirazione quando parliamo di opere derivate dal romanzo di Hugo. Piccola postilla, prima di continuare. Hunchback divenne decisamente famoso al suo tempo, tanto da dar vita ad una fortunata serie. Nei successivi 6 anni dal primo titolo, il publisher Ocean rilascerà su cabinati e PC Hunchback Olympics, Hunchback II: Quasimodo’s Revenge (che sa molto di minaccia), Hunchback: The Adventure e Super Hunchback. Non male, Quasimodo, non male.
Parlando proprio di Notre-Dame de Paris e delle opere da esso derivate, non possiamo non pensare al film d’animazione Disney. Ne abbiamo già parlato in apertura, è vero, ma non abbiamo parlato di ciò che è venuto dopo, di ciò che è scaturito da quell’atipicamente oscuro – per gli standard della Casa di Topolino – ma fenomenale film d’animazione. Gli anni ’90 erano l’epoca dei tie-in per qualsiasi film arrivasse al cinema, e Disney come molte altri ne approfittava. In occasione dell’uscita nelle sale de Il Gobbo di Notre Dame, arrivò su PC e Game Boy anche The Hunchback of Notre Dame: Topsy Turvy Games, dedicato al Festival dei Folli rappresentato nel film e costruito come una serie di minigiochi da affrontare. Tipico esempio di come un tie-in non deve essere fatto, ed è un peccato perché in quell’epoca Disney aveva rilasciato grandi classici in formato di videogiochi come Hercules e Tarzan. Ciononostante, il titolo riusciva ad evocare la Parigi del film animato e lasciava scorgere in lontananza quella maestosa cattedrale, la stessa che con grande perizia abbiamo ritrovato pochi anni fa in un altro videogioco legato all’universo Disney, Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance. Il mondo de La Cité des Cloches, letteralmente traducibile con La Città delle Campane, è ispirato proprio al film d’animazione di cui abbiamo parlato. Qui non solo ritroviamo personaggi come Quasimodo, Frollo, Esmeralda e Febo, ma anche la perfetta riproduzione della Parigi del film e la magnificenza della cattedrale, che possiamo visitare all’interno e nelle zone superiori del tetto. Suggestivo come poche altre cose, assume ancor più splendore se pensiamo che è tutto tratto da qualcosa che realmente esiste e non è stato pensato appositamente per un’opera di finzione. Percorrere la lunga navata con il Fluimoto a caccia di Incubi era un’esperienza molto strana ma nel senso positivo del termine, fino a giungere alla grande area centrale illuminata dal maestoso rosone. Tutto bellissimo, tutto magico ma sempre vero e reale.
Reale non è però tutto quello che ruota intorno a Notre Dame, da sempre vista come qualcosa di misterioso. C’è chi la collega all’esoterismo, chi afferma che al suo interno siano custodite alcune delle reliquie cristiane più importanti di sempre – la corona di spine di Gesù e due pezzi della sua croce, per la precisione – e chi addirittura pensa, come riporta la leggenda, che le serrature e le cerniere del portone principale della cattedrale siano stati forgiati dal Maligno. Leggende, dicerie, forse miti con qualche fondo di verità. Ma dei misteri della chiesa voluta nel 1160 dal vescovo di Parigi Maurice de Sully, ne hanno parlato anche i videogiochi. Nel 2001, ad esempio, Dramaera sviluppò un’avventura punta e clicca storica intitolata Paris 1313: The Mystery of Notre-Dame Cathedral, nel quale nei panni di tre protagonisti – Jaques, Rosemonde e Pierre de Cinnq-Ormes – impegnati a ricercare l’orafo Adam misteriosamente scomparso mentre lavorava proprio a Notre Dame. Trappole, indizi, persone da ricercare, misteri. Ovviamente tutto molto carino dal punto di vista ludico, parliamo pur sempre di finzione. Ma Notre Dame, che nel 1313 stava per essere inaugurata ufficialmente (i lavori si conclusero nel 1344), era sfruttata magnificamente come setting di gran parte del gioco.
E come possiamo non citare un altro incredibile esempio di apparizioni nel mondo videoludico della cattedrale se non parlando di Assassin’s Creed: Unity. Ambientato sul finire del XVIII secolo in una Parigi in gran fermento per la rivoluzione in atto e pronta ad accogliere il grande Napoleone, il gioco come sempre di casa Ubisoft a discapito dei problemi avuti inizialmente sfoggia una direzione artistica di straordinario livello, come sempre accade nella serie. Notre Dame, uno dei volti della città di fine 1700 (la Tour Eiffel arriverà molti anni dopo, così come la Piramide di vetro del Louvre), venne riproposta in tutta la sua grandezza e il suo splendore, con una cura maniacale per i dettagli e una ricostruzione fedelissima alla realtà. Scalare Notre Dame nei panni di Arno, il protagonista, mentre tutti i parigini in piazza ci osservavano aveva un non so che di proibito e al tempo stesso sogno che si realizza. Guardare da vicino le magnifiche forme dell’architettura gotica, toccare con mano la guglia duecentesca (quella crollata ieri era stata realizzata solo nel XIX secolo in sostituzione di quella precedente), ma anche entrare all’interno della cattedrale e assistere ad uno scenario con pochi eguali sul nostro pianeta. A dir poco incredibile. Notre Dame è sempre stato sinonimo di questo, un’architettura fuori dal normale e che spingeva la tecnologia umana del Medioevo oltre i suoi limiti. L’eredità di un mondo lontano che ha rischiato, ieri, di scomparire. Per fortuna tutto è andato bene, anche se i danni strutturali sono ben evidenti. Eppure la Notre Dame de Paris, quella dei videogiochi, continuerà a vivere senza cambiamenti. Ed è forse il giorno più adatto per ricordarla e rivederla nel suo più grande splendore.
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