Il ritorno ai combattimenti 2D e il rimescolamente dell’intera storyline hanno fatto di Mortal Kombat 9 prima e di Mortal Kombat X poi dei titoli di notevole fattura. A quattro anni dall’ultimo capitolo della serie, e dopo la positiva esperienza con i due Injustice Netherrealm Studios aveva l’arduo compito di pubblicare un gioco che fosse addirittura migliore. E’ da questo presupposto che nasce Mortal Kombat 11, arrivato sugli scaffali 27 anni dopo il rilascio del primo storico capitolo. La casa statunitense sarà riuscita a creare il Mortal Kombat definitivo? Bè non vi rimane che leggere la nostra recensione; vi auguriamo una buona lettura.
Nota: La versione provata è quella PS4 (standard).
DISTORSIONE TEMPORALE
Gli eventi di Mortal Kombat 11 sono la naturale successione di quelli vissuti in Mortal Kombat X. Shinnok è stato sconfitto da Raiden, ormai corrotto dopo aver purificato il Jinsei dall’aura dello stregone. Non potendo uccidere fisicamente Shinnok, in quanto immortale, Raiden gli taglia la testa, infliggendogli una punizione peggiore della morte. Come monito per il Mondo Esterno, Raiden consegna la testa a Liu Kang e Kitana, ormai divenuti servi dell’oscurità. Chiunque osi intralciare il Regno della Terra andrà incontro a morte certa. Qualche tempo dopo, Raiden, Sonya Blade, Johnny Cage e Cassie Cage decidono di distruggere definitivamente il rifugio di Liu Kang e Kitana. Tutto sembra andare per il meglio fino a quando una misteriosa presenza, Kronica, non interviene distorcendo il tempo. Scopo della Dea del Tempo è infatti quella di ristabilire l’equilibrio tra bene e male. Inutile dire che da questo punto in poi la trama si fa decisamente intrigante. Lo stratagemma della distorsione temporale ha infatti permesso agli sviluppatori di reinserire vecchi personaggi o comunque di rivedere le versioni giovani dei combattenti attuali. Ci troviamo di fronte ad un tributo dell’intera storia del brand grazie ai rimandi dei capitoli precedenti. Accanto alla Storia, promossa con pieni voti, tornano anche le Torri Classiche che, come da tradizione, ci permetteranno di sbloccare i finali di ogni singolo personaggio. Tra le Torri Classiche troveremo due varianti decisamente ostiche. La prima prevede 25 match senza poter ripristinare la vita mentre la seconda è una torre con incontri infiniti. Insieme alle sopra citate modalità, il single-player accoglie anche le Torri del Tempo e la Kripta. Di entrambe parleremo più approfonditamente nel corso della recensione.
KOMPETITIVE KOMBAT
Uno dei pregi di Mortal Kombat 11 riguarda senza dubbio il grande passo in avanti compiuto sul gameplay. Rispetto a Mortal Kombat X, che già aveva inserito notevoli cambiamenti, Mk11 strizza un occhio al competitive, grazie a meccaniche che rendono i combattimenti più ragionati e, allo stesso tempo, più spettacolari. Prima di scendere nel dettaglio, vi consigliamo caldamente di seguire il tutorial che vi verrà proposto a inizio gioco (o comunque recuperabile entrando nel menù dedicato alla palestra). Il tutorial in questione vi spiegherà nei minimi dettagli tutte le meccaniche, nuove e non, presenti in Mortal Kombat 11. Tra l’altro vi consigliamo di completarlo al 100% per sbloccare una curiosa ricompensa. MK11 non vuole stravolgere quanto visto nei capitoli precedenti. Anche in questo caso il gameplay si basa sul tempismo e sulla concatenazione delle Combo. Questa volta però il tutto avviene in modo molto più fluido grazie alle mosse speciali che ora, più di prima, fungono da legame tra una combo e l’altra. Il tutto è reso più strategico dall’inserimento di quattro barre poste ai lati della schermata: due per la difesa e due per l’attacco. Questo sistema sostituisce in toto le tre barre di Mortal Kombat X, utilizzate indistintamente per le combo breaker, per potenziare le mosse speciali o per lanciare le X-Rays. In ogni caso, le barre offensive possono essere utilzzate per amplificare le mosse speciali mentre le barre difensive per sfuggire agli attacchi nemici ed ottenere frame di invulnerabilità tramite capriole, sostituendo di fatto le combo breaker. Altra differenza riguarda il caricamento delle barre offensive e difensive che ora dipende da un tempo di cooldown mentre in precedenza era legato agli attacchi inflitti o ricevuti. Tra le altre cose è stata inserita anche la parata perfetta che, se compiuta, permette di contrattacare il nemico. Ovvimente, in caso di parata, i colpi inflitti danneggeranno comunque il nemico seppur con danni inferiori. Tuttavia, in caso di vita critica, i colpi faranno danno solo al quarto tentativo. Probabilmente si tratta di un sistema pensato per gli Esport, in modo da dar vita a match imprevedibili e spettacolari Quanto scritto potrebbe valere anche per le Fatal Blow che hanno sostituito le X-Rays, pur rimanendo simili nella loro animazione. Mentre le X-Rays potevano essere attivate una volta aver caricato le tre tacche, le Fatal Blow possono essere azionate al di sotto del 30% di vita. Se la mossa non dovessere andare a buon fine, potremo riutilizzarla dopo un tempo di cooldown. Una volta andata a buon fine, non potremo utilizzarla per il resto del match. Come da tradizione, l’incontro potrà terminare con una fatality o una brutality. Anche in questo capitolo gli sviluppatori si sono sbizzarriti creando mosse finali decisamente degne di nota in cui sangue e pezzi di carne la fanno da padrona. Come accadeva anche in X, fatalities e brutalities secondarie dovranno essere sbloccate nella Kripta prima di essere utilizzate, a meno che non conosciate già la sequenza di tasti per realizzarle. Per dover di cronaca dobbiamo menzionare anche le circa 20 arene di gioco, tutte ispirate e ricche di dettagli. Dal punto di vista del gameplay, ogni arena contiene oggetti da poter utilizzare contro il nemico, come accadeva in X.
Ci troviamo di fronte ad un gameplay più maturo, più ragionato e più adatto al competitive. Nonostante ciò Mortal Kombat 11 rimane un titolo adatto anche ai neofiti. Servirà solo un po’ di pratica in più per imparare le meccaniche di base.
VARIATION KOMBAT
Il gameplay descritto diventa ancora più profondo con l’inserimento delle varianti, già collaudate in Mortal Kombat X. A differenza del predecessore non abbiamo a che fare con opzioni pre-impostate ma con varianti infinitamente personalizzabili. Per ogni variante potremo selezionare abilità, fino ad un massimo di tre, attrezzature (maschere, spade ed equipaggiamenti vari) e costumi. Tutto ciò vi permetterà di creare infinite varianti e trovare quella più vicina al vostro stile di gioco. Tra l’altro, costumi e accessori non sono collegati alla singola variante, ma possono essere scelti senza incidere sullo stile del vostro combattente. Vincendo più volte con uno stesso set di attrezzature potremo sbloccare slot aggiuntivi per potenziare gli accessori con delle gemme. Ciò vi permetterà di avere bonus passivi che torneranno sicuramente utili in battaglia. Per ovvi motivi, tali potenziamenti sono disattivati nelle modalità competitive mentre sono disponibili nelle modalità single-player e nelle partite libere online. In questi casi potremo utilizzare due varianti predefinite per ogni personaggio. Una scelta che condividiamo e che permette di mantenere un bilanciamento generale.
MICROTRANSAZIONI…ANCHE DA MORTI
In Mortal Kombat 11 ritroviamo anche la Kripta, stratagemma adottato dagli sviluppatori fin da Mortal Kombat: Deadly Alliance per sbloccare accessori ed extra in modo interattivo. Mentre in X la Kripta era in prima persona e con movimenti su binari, in MK11 ci ritroviamo in una mappa interamente esplorabile in terza persona. Per la precisione ci troviamo sull’isola di Shang Tsung, piena di tesori, insidie e puzzle da risolvere. Troveremo diversi oggetti utili a sbloccare scorciatoie o strade alternative. Insomma, a primo impatto la Kripta di Mk11 risulta essere la migliore mai creata. Purtroppo dopo pochi istanti abbiamo capito che non è oro tutto quello che luccica. L’isola di Shang Tsung nasconde un grosso problema chiamato grinding. I forzieri della Kripta sono infatti del tutto casuali. Questo significa che potremmo dover spendere le tre valute di gioco per sbloccare oggetti inutili ad un prezzo fin troppo alto. A questo punto le conseguenze sono due: continuare a grindare per accumulare monete virtuali o acquistare gli equipaggiamenti tramite microtransazioni. C’è di buono che non si tratta di un sistema pay-to-win in quanto le ricompense a cui ci riferiamo riguardano semplicemente accessori estetici che non influenzano il gameplay. Un piccolo aiuto deriva dalle Torri del Tempo, eventi limitati in cui affronteremo match con modificatori e attraverso i quali sarà possibile ricavare monete, spiriti o cuori (le tre monete a cui avevamo accennato poco sopra). In alternativa potremo utilizzare le stesse Torri del Tempo per sbloccare dirrettamente alcune delle ricompense presenti anche nella Krypta. Prevista anche la possibilità di creare torri dedicate ad un personaggio per essere sicuri di ottenere accessori a lui dedicati. Purtroppo, la creazione della torre prevede comunque l’utilizzo di alcuni gettoni. Tra le sfide ci sono anche incontri contro boss, utili a sbloccare oggetti rari. Pur potendo chiedere aiuti ad amici online, tali sfide si sono rivelate decisamente difficili da portare a termine, costringendo i giocatori meno esperti ad utilizzare le microtransazioni. Insomma, come avrete capito questo sistema non ci ha entusiasmati ed è un vero peccato considerando il lavoro svolta da Netherrealm Studios nel creare una Kripta interamente esplorabile.
KOMBATTIMENTO ONLINE
Fino ad ora non abbiamo fatto riferimento alle componenti online. Questo perchè il multiplayer di Mortal Kombat 11 merita di avere un paragrafo dedicato in questa recensione. Innanzitutto le partite sono suddivise tra competitive e libere. Tra le libere vediamo il ritorno della modalità “Re della Collina” dove i giocatori dovranno riuscire a sconfiggere il campione in carica. Quando il combattente viene sconfitto, il vincitore diviene il nuovo Re della Collina. Gli incontri competitivi sono strutturati al “meglio dei cinque” nel senso che la vittoria arriverà solo dopo aver vinto tre incontri. Per le classiche partite libere invece, ci si fermerà al singolo incontro. Per chi volesse giocare con gli amici invece, tornano le stanze (lobby). In ogni caso le modalità competitive prevedono la personalizzazione delle regole di gioco. A tal riguardo è presente anche la modalità Torneo, strutturata ad hoc per gli incontri competitivi e Esports. Durante la prova non abbiamo mai registrato problemi di connessione o lag, segno che finalmente Netherrealm Studios ha lavorato sul netcode. Tra l’altro, prima di iniziare un incontro, ci sarà concesso di visualizzare connessione e ping del nostro avversario, osservando addirittura se l’utente è collegato tramite wi-fi o tramite cavo ethernet. Il matchmaking funziona a dovere e i tempi di ricerca sono veramente brevi.
Quanto scritto fino ad ora è accompagnato da un comparto tecnico da capogiro. Graficamente il gioco è dettagliato fin nei particolari, grazie ad un utilizzo perfetto dell’Unreal Engine 3 (tanto da essere scambiato per l’UE4). Le animazioni dei personaggi sono decisamente migliorate così come la cura posta nel realizzo delle arene di gioco. Il tutto gira a 60 FPS stabili e non abbiamo notato rallentamenti durante i combattimenti. Anche la localizzazione ed il doppiaggio in italiano risultano di buona fattura, soprattutto se confrontato con quello di Mortal Kombat 9 (probabilmente molti di voi ricorderanno le voci di Shang Tsung e Johnny Cage).
PUNTI DI FORZA
- Gameplay rinnovato e (finalmente) più ragionato;
- Contenutisticamente è il miglior picchiaduro in circolazione;
- La Storyline intrattiene e diverte;
- Comparto tecnico superlativo;
- Online finalmente stabile e con tante modalità.
PUNTI DI DEBOLEZZA
- Grinding e microtransazioni;
Mortal Kombat 11 è senza ombra di dubbio il miglior Mortal Kombat mai creato fino ad oggi. Il titolo offre una storyline spettacolare e divertente oltre ad un gameplay rivisitato e ora più ragionato e fluido che strizza un occhio agli Esports. Se a ciò aggiungiamo la personalizzazione dei personaggi e le componenti online e competitive ecco che ci troviamo di fronte ad un picchiaduro contenutisticamente eccelso. Rimane l’amaro in bocca per il grinding e per le microtransazioni, seppur non con la formula del pay-to-win. Nonostante ciò non possiamo che promuovere a pieni voti l’ultima creazione di Ed Boon e compagni. E’ il caso di dirlo: “Flawless Victory“.
Ringraziamo Warner Bros Italia per il codice review fornitoci.
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