Il coronavirus sta creando problemi a tutti i settori produttivi, industria videoludica compresa. Nuove console a rischio, software house che disertano la GDC 2020, insomma, uno scenario non proprio ideale sia per chi produce che per chi acquista.
Coronavirus e videogiochi, gli effetti di un pericoloso imprevisto | Speciale
Nelle ultime ore, però, a destare l’attenzione è stata una nuova polemica nata tra Ndemic Creations, casa produttrice del noto simulatore di pandemia, Plague Inc., ed il governo cinese. In particolare, l’Amministrazione del Cyberspazio in Cina avrebbe contestato agli sviluppatori la presenza di alcuni contenuti ritenuti illegali nel paese perché collegati in qualche modo all’epidemia in corso. La risposta non si è fatta attendere: Ndemic, infatti, ha dichiarato che l’Amministrazione non ha specificato quali siano i contenuti oggetto della problematica.
Ad ogni modo, a Plague Inc., è stata anche riconosciuta un’importanza rilevante nel campo della cooperazione medica internazionale. La stessa CDC (Center for Desease Control and Prevention) aiuterà le due parti a risolvere la controversia nel modo più pacifico possibile per permettere all’utenza cinese di tornare a giocare. Non è la prima volta che il titolo mobile torna a cavalcare l’onda in seguito ad un’epidemia, come già accaduto dopo la diffusione dell’ebola nel triennio 2014-2016.
Ndemic Creations, da parte sua, continua a dichiarare che è Plague Inc. una semplice fonte di intrattenimento e non una fonte di informazione ufficiale.
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