Nonostante la grave crisi economica che sta colpendo gran parte delle aziende mondiali a causa del lockdown legato al Coronavirus, ci sono realtà tutt’altro che in difficoltà. Un chiaro esempio è rappresentato da Amazon che, dall’inizio della pandemia, ha visto crescere gli acquisti dei propri clienti. In effetti, questo risultato era piuttosto prevedibile, considerando che gran parte delle persone sono costrette in quarantena. Se per le casse di Amazon si tratta di un risultato decisamente positivo, a livello operativo e gestionale non è così. Le limitazioni imposte dal Covid-19, infatti, stanno mettendo in difficoltà i magazzini di Amazon che, nel trimestre 2020, hanno registrato un incremento degli ordini pari al 23%. Sarebbe questo il motivo per cui il colosso statunitense avrebbe deciso di scoraggiare gli acquisti. Oltre ad aver già bloccato la spedizioni di prodotti di non prima necessità, Amazon ha anche annullato il Prime Day. Tra l’altro, anche la piattaforma stessa ha subito delle modifiche.
Coronavirus: Amazon blocca gli ordini sui prodotti non di prima necessità
Ad esempio, è stata tolta la banda con i prodotti consigliati da abbinare al bene inserito nel carrello. Ridotti anche gli annunci pubblicitari su Google e tramite link di siti esterni. Anche i rapporti commerciali con le aziende terze sono stati notevolmente rivisti. Amazon sta infatti invitando le parti terze ad evitare di servirsi di Amazon per le spedizioni. Si tratta, come facilmente intuibile, di strategie decisamente controcorrente rispetto alla normale logica di mercato. Una scelta che, tuttavia, si è rivelata inevitabile per evitare di mantenere il controllo logistico a livelli adeguati.
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