Ormai potremmo dire che si tratta di un modello antiquato, quello dei DLC di Call of Duty. Da Modern Warfare, nel 2019, Activision ha adottato un nuovo sistema per l’inserimento di nuove mappe e contenuti, che si basa su una pubblicazione gratuita e costante nel tempo abbinata al lancio di Battle Pass che consentono comunque introiti. Soldi, pecunia, denaro, moneta, chiamatela come volete, tanto il succo del discorso rimane quello: anche con questo nuovo sistema, il conto in banca di Activision viene comunque ricaricato.
Eppure c’è stato un tempo, non molto lontano, in cui si parlava di DLC e Season Pass a pagamento. Non molto lontano, appunto, perché l’ultima apparizione di questo sistema è stata su Black Ops 4, con scelte decisamente discutibili. Ma non è questo il momento per parlarne. Forse lo faremo, ma in futuro.
I DLC, nella passata generazione di console, avevano già preso piede da diverso tempo nel franchise di Call of Duty. World at War li aveva, Modern Warfare 2 anche, Black Ops pure, MW3 per forza. Con il primo capitolo del popolare franchise Treyarch, in particolare, la meccanica dei DLC era stata rimpolpata di nuove mappe per la modalità Zombies, cosa che aveva spinto molti utenti a sborsare ulteriore contante per sapere cosa li aspettava dopo Kino der Toten e Five. La spesa, forse, non sarà stata ripagata completamente (parliamo pur sempre di 15€ a pacchetto aggiuntivo, non proprio bruscolini), ma Ascension, Call of the Dead, Shangri-La e Moon diedero grosse soddisfazioni a una community che stava crescendo sempre di più.
Per Black Ops II, nel 2012, Activision e Treyarch non avevano alcuna intenzione di cambiare il loro modello di supporto post-lancio. Certo, forse questo venne modificato col corso del tempo e dello sviluppo, come ci suggeriscono gli indizi. Nello scorso appuntamento di Inside Call of Duty Zombies abbiamo parlato proprio di una delle pagine più strane e oscure della storia della serie, che riguardava la creazione della modalità survival di Black Ops II e in particolare dell’esperienza Green Run, comprensiva inizialmente di TranZit e di tantissime modalità che poi non videro mai la luce. Una di queste, Trasformato, venne lanciata in occasione proprio del primo DLC (insieme alla nuova mappa Die Rise), ma l’ambizione giocò un brutto scherzo a Jimmy Zielinski in quell’occasione, che si ritrovò a ridimensionare radicalmente il proprio progetto. Ve ne abbiamo parlato nel nostro dettagliato speciale, se ve lo siete persi lo trovate poco sopra.
Dopo l’iniziale debutto del gioco, nell’autunno del 2012, gli amanti della modalità Zombies accolsero nuove mappe con il lancio dei vari DLC. Con il pacchetto Revolution, oltre al già citato Turned (Trasformato), arrivò appunto Die Rise, ambientata in Cina all’interno di due grattacieli semi-distrutti dai missili che devastarono il pianeta. Mai troppo amata, a causa anche di una struttura in verticale poco chiara e accessibile, Die Rise viene ricordata principalmente per la WW Liquefattore e soprattutto per il grande mistero del PHD Flopper, perk “segreto” nascosto all’interno della mappa ma che era semplicemente un piccolo omaggio degli sviluppatori. Con Uprising, in primavera, arrivò poi una delle esperienze Zombie più apprezzate di sempre, Mob of the Dead. Anni ’30, Alcatraz, quattro carcerati devono sopravvivere a orde di non-morti e al Direttore della prigione, cercando inoltre di fuggire dall’isola a bordo di un rudimentale aereo. L’estate poi portò il DLC Vengeance insieme alla mappa Buried, una stravagante città del Far West americano finita in un crepaccio in Africa (siete curiosi di sapere perché? È meglio se guardate LA STORIA ZOMBIE 4 – IL FILM allora…) che chiude, almeno per il momento, le vicende del gruppo dei Victis, conosciuti in TranZit per la prima volta. Con Apocalypse, infine, si chiuse il ciclo dei DLC di Black Ops II, portando con sé la fenomenale Origins supervisionata da Jason Blundell e che dava il via a una storyline tutta nuova che riuscì a catturare da subito i fan.
Il DLC Apocalypse, in particolare, fece molto discutere in passato, prima della sua uscita. I fan della modalità Zombies ipotizzavano infatti che il quarto e ultimo pacchetto aggiuntivo di Black Ops II avrebbe seguito le orme di Rezurrection, il famoso DLC del suo predecessore interamente a base di non-morti. Insieme a Moon, infatti, il supporto post-lancio di Black Ops si concluse con il ritorno delle precedenti ambientazioni apparse su World at War, vale a dire Nacht der Untoten, Verruckt, Shi No Numa e Der Riese. Per Apocalypse, dicevamo, i fan chiedevano qualcosa di simile, se non addirittura ancor più ambizioso. Chi non avrebbe voluto rivedere Kino der Toten, Five e le altre mappe di Call of Duty: Black Ops anche nel sequel, per infarcire la modalità Zombies di contenuti? Peccato solo che i piani di Activision e Treyarch fossero ben diversi: niente stravolgimenti rispetto ai DLC precedenti, e quindi una sola mappa della modalità Zombies abbinata ad altre quattro mappe per il multiplayer.
Green Run, Nuketown Zombies, Die Rise, Mob of the Dead, Buried e Origins. Eppure, i giocatori di Black Ops II chiedevano molto di più dagli amati non-morti. Forse non tutti sanno, o ricordano, che in effetti qualcosa del genere stava per accadere, in una forma completamente nuova rispetto al passato. Perché sì, ciò che avete letto nel titolo è vero: Black Ops II stava davvero per avere il mitologico DLC 5.
Le prime ipotesi intorno a un possibile DLC 5 di Call of Duty: Black Ops II, interamente dedicato alla modalità Zombies, iniziarono a circolare subito dopo la pubblicazione di Apocalypse, con gli utenti che auspicavano di vivere in prima persona una delle “avventure nascoste” dei Victis. Nel filmato iniziale della mappa Buried, infatti, scopriamo che il gruppo, partito dalla Cina, ha vissuto molte peripezie e si è scontrato in più occasioni contro i non-morti. Una storia mai raccontata, per così dire, che vedeva Misty, Marlton, Russman e Stuhlinger in varie location inedite come città, quella che aveva tutta l’aria di essere una nave pirata, e varie altre ambientazioni.
No, niente di tutto questo. Treyarch, almeno per il momento, non aveva alcuna intenzione di rimettere mano ai Victis, ma il DLC 5 esisteva davvero. O, perlomeno, nella testa degli sviluppatori, che avevano piani molto interessanti in mente.
Come raccontato da più fonti, un ex-dipendente di Treyarch alcuni anni fa confermò a vari modder ben conosciuti del mondo di Call of Duty ciò che vi stiamo raccontando, e cioè che Treyarch stava effettivamente lavorando a un quinto DLC per Black Ops II interamente dedicato alla modalità Zombies. Quella che fino a quel momento era solo una voce, emersa già nel 2013 in occasione della scoperta di vari riferimenti a precedenti mappe Zombies all’interno dei file di Black Ops II, era diventata una realtà, ma solo nel 2018 abbiamo avuto quelli che sono stati i primi veri dettagli sul desaparecido pacchetto aggiuntivo. La software house di Santa Monica, a quanto pare, ha iniziato lo sviluppo di questo DLC speciale alla fine del 2013, forse “spaventata” dal fatto che il suo prossimo gioco sarebbe uscito solo nel 2015 – Activision decise infatti di modificare l’abituale turnazione di Call of Duty inserendo anche un gioco realizzato da Sledgehammer Games, il che significava un ciclo di tre anni per una casa di sviluppo.
Alcune persone, in seguito a queste rivelazioni, svelarono addirittura di aver visto alcuni filmati relativi al fantomatico DLC 5, ma naturalmente non possiamo avere conferme dirette in questo senso. La possibilità è comunque alta: il pacchetto era effettivamente in sviluppo, e niente esclude che persone esterne al team, come youtuber e personalità del settore, abbiano avuto un contatto più o meno diretto con questo DLC.
Ma cosa avrebbe portato questo DLC 5, di preciso? L’idea di Treyarch, a quanto riportato in un lungo report del 2018, era quella di riproporre le mappe di Call of Duty: World at War con alcune modifiche, in certi casi sostanziali. Nulla di estremamente elaborato, come i remake Blood of the Dead, Alpha Omega e Tag der Toten, ma le stesse ambientazioni comprensive di varie modifiche. Il manicomio di Verruckt, ad esempio, avrebbe accolto il Pack-a-Punch nei suoi corridoi, mentre la mappa più ambiziosa restava Der Riese. Le fonti citano infatti che la mappa di WAW sarebbe stata vista come una sorta di prosecuzione della storia, con piccole modifiche ma che avrebbero dato nuovi spunti su cui riflettere agli amanti della lore della modalità Zombies. Non vi viene in mente nulla? E se vi dicessimo The Giant? Proprio così: la mappa The Giant, che poi venne lanciata su Black Ops III nel 2015 come contenuto bonus, era stata inizialmente pensata per essere il remake di Der Riese nel quinto DLC di Black Ops II, sul quale però, nel 2014, venne messa definitivamente una pietra sopra.
Treyarch si presentò infatti ad Activision in quell’anno per proporre l’idea del DLC 5. Il colosso americano non volle però sentir ragione: il supporto a Call of Duty: Ghosts era nel pieno del suo svolgimento, e non volera rischiare di “rubare” popolarità al più recente capitolo della serie per far tornare i giocatori su Black Ops II. E dunque, niente da fare.
Non sappiamo a che punto dello sviluppo fossero queste rielaborazioni. All’interno di Black Ops II si nascondono alcuni riferimenti, come le schermate di caricamento delle ambientazioni precedenti, ma niente di più. Le fonti affermano comunque che l’unica mappa realmente ultimata era Nacht der Untoten (già inserita su TranZit e, a dire il vero, non proprio difficile da ricostruire), e che probabilmente Shi No Numa e Der Riese erano vicine al completamento. Più complesso il caso di Verruckt, invece, che a quanto pare sarebbe stata la mappa maggiormente modificata dal processo di modifica rendendo visitabile l’intero giardino della struttura. Il lavoro svolto da Treyarch in gran segreto, però, non venne completamente gettato, e anzi venne sfruttato tempo dopo. Abbiamo già parlato della rielaborazione di Der Riese, ma non dimentichiamo che i vari Nacht der Untoten, Verruckt e Shi No Numa sono stati realmente rimasterizzati in occasione di Zombies Chronicles, il DLC 5 di Black Ops III.
A tal proposito, forse vi sarete posti questa domanda: perché Black Ops III ebbe un quinto DLC, mentre Black Ops II no? Le cause possono essere molteplici, ma l’ipotesi più plausibile è che Activision avesse fiutato il flop di Infinite Warfare del 2016, permettendo dunque a Treyarch di procedere con il loro sogno nel cassetto e tornare nel 2017, con gran sorpresa della community, per la pubblicazione di un super-pacchetto destinato agli amanti della modalità Zombies. Per dar forma cioè a quello che poteva essere ma che infine non fu, a causa delle politiche del colosso.
Si è trattato, per molti anni, di uno dei misteri più affascinanti della community Zombies e di Call of Duty, e oggi, con questi importanti dettagli, possiamo avere finalmente una risposta: non eravamo folli, dunque, a volere il famoso DLC 5.
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