L’ex presidente di Sony Worldwide Studios, Phil Harrison, è tornato a parlare dell’era PS3 del colosso giapponese, il periodo forse più problematico in assoluto per Sony sul fronte del gaming a causa sia di problemi interni che di una concorrenza spietata.
Ripercorrendo la storia di quei travagliati anni, Harrison sostiene proprio che il più grande errore dell’azienda nipponica fu sottovalutare le rivali, sia Xbox 360 che la sorprendente Wii di Nintendo.
Sony arrivava da due generazioni a dir poco trionfali, nelle quali aveva schiacciato tutta la concorrenza. PlayStation aveva dominato su Nintendo 64 e SEGA Saturn, PS2 aveva semplicemente annichilito le console rivali e ancora oggi risulta la console da gaming più venduta di sempre.
L’azienda sembrava sicura di ripetere il successo dei suoi sistemi anche nell’epoca di PlayStation 3, partita con grandi ambizioni per Sony. Basti pensare che l’azienda aveva in mente una console due volte più potente della Xbox 360 (218 gigaflop contro i 115 di Microsoft, per usare la metrica di confronto senza senso del giorno) e in grado di trasmettere simultaneamente a due display HD tramite due porte HMDI. C’era un lettore di schede multimediali, retrocompatibilità con PlayStation e PS2, sei porte USB, compatibilità Blu-ray da 50 GB, supporto per sette controller wireless collegati contemporaneamente e un nuovo EyeToy HD.
In effetti, le prime impressioni dagli E3 ed altri eventi di presentazione della console furono molto positive. Al momento del lancio, però, le cose furono diverse, e furono particolarmente problematiche per Sony.
Il prezzo era superiore (nettamente) a quello dei sistemi rivali, e inoltre l’esclusiva architettura PS3 di Sony richiedeva agli sviluppatori di lavorare in modo differente, mettendo ostacoli sulla loro strada, cosa che Xbox 360 e Wii rendevano il processo di creazione del gioco relativamente indolore.
E proprio le due console rivali, stando a Harrison, sono state una concausa dell’iniziale forte insuccesso di PS3. Se Sony ad esempio non riteneva Microsoft abbastanza forte da poter competere, le cose con Wii erano ben diverse: agli occhi dei dirigenti dell’azienda, non sembrava neppure una console da gioco.
Quando abbiamo visto Wii, non l’ho vista come una console di gioco, l’ho pensata come un’esperienza diversa per la famiglia in casa. Era incredibilmente potente, non potente da un punto di vista tecnico, ma potente da un punto di vista del mercato. E ho pensato che ciò che ha fatto Nintendo fosse davvero intelligente, per rivolgersi quasi a un mercato completamente diverso rispetto a PlayStation e Xbox. E penso che Nintendo abbia fatto esattamente la cosa giusta, e tutto il merito a Nintendo per il successo che ha avuto.
Sony ha poi recuperato terreno nel corso della generazione, e ha proposto anche nuove tecnologie come PS Move. Tecnologie che, secondo Harrison, non devono per forza essere viste come una risposta alle novità di Wii, ma come na ricerca di maggior creatività per gli sviluppatori e i giocatori:
Non sono sicuro che [Sixaxis e successivamente Playstation Move] siano stati una risposta [a Wii], ma servivano agli sviluppatori che li volevano come parte del design e degli strumenti creativi – la possibilità di essere in grado di avere il controllo del movimento. […] forse era una piccola polizza assicurativa contro il futuro.
Scrivi un commento