Ex esclusiva Stadia, Lost Words: Beyond the Page è il titolo di debutto di Sketchbook Games. Un nome, un programma, se si pensa all’obiettivo prefissatosi dallo studio: dar vita a giochi incentrati sulla narrazione, che sfruttino il gameplay per far riflettere e suscitare un impatto emotivo forte nel giocatore. Lost Words cerca di fare proprio questo: la protagonista, Izzy, è una ragazzina che sogna di fare la scrittrice. Confrontandosi con le prime, dolorose difficoltà della vita (un lutto, in particolare), racconta sogni, paure e sensazioni nel suo diario, fedele compagno e confidente. Il giocatore è quindi invitato ad entrare nel suo piccolo grande mondo, saltando (letteralmente) di pagina in pagina per lasciarsi trasportare dalle parole.
Il gioco è in arrivo su Steam il 6 aprile, tradotto in italiano con doppiaggio inglese.
Scopriamo insieme pregi e difetti di Lost Words: Beyond the Page nella nostra recensione!
Versione provata: PC.
C’era una volta, tra realtà e fantasia
Izzy è una ragazzina vivace, creativa, con una fervida immaginazione e un grande sogno: diventare, un giorno, una scrittrice. Vive con i genitori e il fratellino più piccolo, affiancata da una nonna grintosa che, in gioventù, è stata una biologa e una attiva protettrice dell’ecosistema.
La storia di Izzy ci viene raccontata dalla stessa protagonista, che appunta esperienze, ricordi e riflessioni nel suo fidato diario. Le pagine bianche si colorano quindi di disegni, scritte danzanti, appunti, citazioni, ricreando un sorprendente mondo ad acquerello che il giocatore esplora saltando di frase in frase, di parola in parola, seguendo il flusso dei pensieri di Izzy.
Lost Words: Beyond the Page segue la quotidianità della protagonista, ma non solo: al piano reale infatti, si alterna una narrazione tipicamente fantasy, che porta il giocatore ad immergersi nel fantasioso mondo di Estoria. Questo luogo ricco di avventure, amici e nemici, non è nient’altro che frutto dell’immaginazione di Izzy, che diligentemente porta avanti il suo progetto di diventare scrittrice. Giorno dopo giorno la ragazzina si dedica alla scrittura del suo libro, diventando voce narrante e mente creativa di un’avventura pregna di magia.
La serena quotidianità di Izzy viene però sconvolta da un avvenimento inaspettato: la malattia di un famigliare, e il lutto che ne consegue. Quella che sembra una semplice storia per bambini, assume quindi una profondità decisamente più spiccata, generando nel giocatore emozione ed empatia. Come spesso accade, la scrittura non è più solo un passatempo, ma diventa catartica, una valvola di sfogo nella quale la protagonista riversa lo smarrimento, il dolore, la tristezza della sua perdita. Nelle ambientazioni e nei personaggi che caratterizzano il mondo fantasy di Izzy si nascondono metafore evidenti dello stato emotivo della bambina, che cerca improvvisamente di non perdersi nella depressione e nel trauma.
La trama di Lost Words: Beyond the Page, scritta dalla penna esperta di Rhianna Pratchett, affronta con semplicità il tema dell’accettazione di un lutto, sfruttando il punto di vista genuino e sincero di una bambina.
Magia e narrazione
Viaggiando tra realtà e racconto immaginario, il giocatore ricopre di fatto due ruoli differenti: nel mondo reale di Izzy siamo il suo fidato diario, nel mondo di Estoria siamo una piccola lucciola (il cursore del nostro mouse) che accompagna la coraggiosa protagonista nel suo percorso.
Prima di scendere nei dettagli del gameplay, ci preme sottolineare che l’esperienza, di circa 5 ore, è prettamente narrativa e non presenta particolari complessità o enigmi. Saltare di parola in parola ed intrufolarsi tra le pagine del diario di Izzy, così come sfruttare la magia nel mondo di Estoria, è sicuramente più impegnativo che cimentarsi in un mero walking simulator, ma di fatto Lost Words non offre nessun altro particolare spunto di gameplay.
Il gioco consente di spostarsi tra le pagine del diario di Izzy saltando tra le parole, cancellando e disegnando, scegliendo il termine giusto per completare le frasi. Nel mondo fantasy invece le cose si complicano leggermente: sarà infatti possibile strisciare in passaggi più angusti, scivolare lungo pareti scoscese, appendersi a corde e rampicanti. Tuttavia, il platforming rimane decisamente basilare in entrambe le situazioni.
Il mondo di Estoria è caratterizzato dall’utilizzo del libro degli incantesimi, che si apre premendo il tasto destro del mouse. A seconda della sezione di gioco è possibile sfruttarlo per modificare lo scenario, utilizzando diverse parole magiche riportate al suo interno che consentono di sollevare pietre e cancelli, bruciare sterpaglie, distruggere o riparare elementi dell’ambientazione. Il fine è sempre quello (anche metaforico) di superare gli ostacoli e perseguire il proprio obiettivo. Per impreziosire il gameplay, ci si può inoltre dedicare al recupero delle lucciole perdute, cuore del mondo di Estoria: la grande maggioranza delle luminescenze si raccoglie semplicemente avanzando lungo la strada, mentre per altre bisogna risolvere semplicissimi enigmi o effettuare qualche breve deviazione.
Il gameplay di Lost Words: Beyond the Page, scricchiola decisamente nelle parti più avventurose ambientate nel racconto fantasy, mentre ci è sembrato più semplice ma anche più coinvolgente nelle sezioni prettamente narrative dedicate al diario di Izzy.
Il titolo nel suo complesso risulta quindi fuori fuoco: il gameplay sembra pensato per un pubblico decisamente giovane e non offre alcun tipo di sfida, risultando a tratti noioso. Le tematiche affrontate invece ricadono in sezioni davvero commoventi e profonde, che potrebbero addirittura turbare un giocatore più piccolo o non essere comprese a pieno.
Le parole perdute
Lost Words: Beyond the Page ha il suo punto di forza nello stile grafico, che in generale risulta piacevole sia nelle sezioni più “disegnate” del diario, sia nelle ambientazioni fantasy, varie e dai colori accesi. Le illustrazioni del diario di Izzy in particolare, con il loro stile ad acquerello, danno un tocco di artisticità e identità al titolo.
L’altro grande pregio di Lost Words è il comparto audio, che presenta tracce musicali particolarmente evocative e d’impatto, che contribuiscono a generare senso di stupore e commozione nei principali snodi narrativi.
Non abbiamo incontrato particolari problemi tecnici, a parte una generale scomodità nei comandi riscontrata soprattutto nelle sezioni fantasy. Il doppiaggio è ottimo, ma non si può dire altrettanto della traduzione italiana, che non sempre risulta accurata e spesso dà vita a frasi senza senso, soprattutto dopo l’interazione del giocatore.
Lost Words: Beyond the Page tratta con dolcezza e concretezza il processo di accettazione del lutto. Il punto di vista di una bambina è particolarmente efficace per rappresentare il turbamento, lo smarrimento, il senso di colpa e la tristezza che investono chi subisce la perdita. Tutto questo deve però sfociare nel conforto dei ricordi e degli insegnamenti che quella persona, in vita, è riuscita a dare: le parole alla fine non andranno perdute.
PUNTI DI FORZA
- Musiche ispirate
- Le illustrazioni del diario sono deliziose
- Affronta la delicata tematica del lutto con lucidità
PUNTI DI DEBOLEZZA
- Gameplay semplice e a tratti noioso
- Alcune scelte di level design non proprio azzeccatissime
- Traduzione italiana non sempre efficace
Lost Words: Beyond the Page tratta con estrema delicatezza e concretezza la tematica del lutto e le varie fasi che ne conseguono. Il titolo di debutto di Sketchbook Games è poco più che un walking simulator che conduce il giocatore tra le pagine scritte dalla giovane protagonista, Izzy, una bambina creativa e vivace che cerca di trovare in sé la forza per affrontare il trauma della sua perdita. Saltando di parola in parola tra le pagine del suo diario e viaggiando con la fantasia nel romanzo fantasy inventato da Izzy, il giocatore assume il punto di vista della bambina, in un’esperienza che è a tratti commovente e a tratti piuttosto noiosa. Il gameplay ha delle potenzialità ma risulta, di fatto, ridotto all’osso, rendendo Lost Words: Beyond the Page un esperimento di scrittura interessante, ma decisamente meno a fuoco dal punto di vista ludico.
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