È abbastanza clamoroso quello che sta accadendo in queste ore ad Activision Blizzard, con la compagnia finita al centro di una pesantissima serie di accuse per tossicità sul posto di lavoro. I dipendenti, oggi, si schierano apertamente contro la compagnia dopo le sue recenti dichiarazioni.
La nuova lettera, che è stata inviata a pubblicata da Jason Schreier di Bloomberg, è stata fatta circolare poche ore fa dopo una settimana turbolenta per il colosso americano dietro a franchise come World of Warcraft e Call of Duty, che nei giorni scorsi è stato anche abbandonato da numerose testate internazionali decidendo apertamente di boicottare la compagnia.
Per farvi un’idea di tutto quello di cui si è parlato, vi invitiamo a leggere il nostro resoconto qui, oppure ad ascoltare il nostro video risalente a domenica. Activision Blizzard, in riferimento a tali accuse, ha risposto giorni fa affermando che si tratta di storie vecchie e calunnie, addirittura errate in alcuni casi.
La risposta di Activision Blizzard, però, ha portato più danni che altro alla compagnia, addirittura all’interno di essa.
Quasi 1000 tra attuali ed ex dipendenti della compagnia, in particolare della controllata Blizzard Entertainment con sede a Irvine, in California, si sono espressi sui social media a sostegno delle affermazioni della causa e hanno condiviso le proprie accuse di discriminazione, firmando una lettera nella quale esprimono tutte le loro preoccupazioni e la mancanza di fiducia in Activision Blizzard. Internamente, i dipendenti Blizzard si sono arrabbiati e respingono quelli che considerano legittime rimostranze contro la cultura dell’azienda, secondo i dipendenti che hanno chiesto di non essere identificati.
“I dirigenti della nostra azienda hanno affermato che verranno intraprese azioni per proteggerci, ma di fronte a un’azione legale – e alle preoccupanti risposte ufficiali che ne sono seguite – non abbiamo più fiducia che i nostri leader metteranno la sicurezza dei dipendenti al di sopra dei propri interessi”, dice la lettera. “Affermare che questa è una ‘querela veramente priva di merito e irresponsabile’, mentre si vedono così tanti dipendenti attuali ed ex parlare delle proprie esperienze in merito a molestie e abusi, è semplicemente inaccettabile”.
Ecco alcuni estratti della lettera:
Noi sottoscritti concordiamo che le dichiarazioni di Activision Blizzard, Inc. e il loro consulente legale in merito alla causa DFEH, nonché la successiva dichiarazione interna di Frances Townsend, sono ripugnanti e offensive per tutto ciò che crediamo che la nostra azienda dovrebbe rappresentare. Per dirla in modo chiaro e inequivocabile, i nostri valori come dipendenti non si riflettono accuratamente nelle parole e nelle azioni della nostra leadership.
E ancora:
Chiediamo dichiarazioni ufficiali che riconoscano la gravità di queste accuse e dimostrino compassione per le vittime di molestie e aggressioni. Chiediamo a Frances Townsend di mantenere la sua parola di dimettersi da sponsor esecutivo della rete delle donne dipendenti di ABK a causa della natura dannosa della sua dichiarazione. Chiediamo al team dirigenziale esecutivo di lavorare con noi su nuovi e significativi sforzi che garantiscano ai dipendenti, così come alla nostra comunità, di avere un posto sicuro dove parlare e farsi avanti.
Insomma, la storia non finisce qui, e per Activision Blizzard questa sarà una bella gatta da pelare.
Già negli ultimi giorni, a seguito delle accuse, i giornalisti di settore hanno evidenziato l’insolita mancanza di attività continuativa su molti profili social dei franchise dell’azienda americana, cosa molto sospetta. Dietro a tali scelte, forse, potrebbe esserci una sorta di boicottaggio interno da parte degli stessi dipendenti che si sono dichiarati contro le recenti politiche della società.
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