Quest’oggi, sulle nostre pagine, è arrivata la recensione di Aliens: Fireteam Elite, nuovo action shooter cooperativo sviluppato da Cold Iron Studio e pubblicato da Focus Home Interactive. Il nostro redattore Gianluca, insieme ad altri intrepidi guerrieri, ha testato nei giorni scorsi la versione PC del gioco, che vi ricordo sarà disponibile a partire da domani anche su PS5, Xbox Series X|S, PS4 e Xbox One.
Potevamo forse fermarci all’analisi della versione PC? Assolutamente no, perché grazie ai potentissimi mezzi di cui disponiamo, ma soprattutto al benestare di Focus Home che ci ha gentilmente fornito alcuni codici extra, siamo stati in grado di provare il gioco anche in versione PlayStation 5, e abbiamo quindi deciso di realizzare uno speciale articolo dedicato esclusivamente ad essa.
Naturalmente, poiché la recensione di Aliens: Fireteam Elite è di freschissima pubblicazione, non ci addentreremo nei dettagli che riguardano il gameplay in sé, in quanto potete trovare tutto nell’apposito articolo.
Stesso gioco, altra console
Ovviamente, Aliens: Fireteam Elite su PS5 non si discosta dalla versione PC di cui vi abbiamo parlato in precedenza. Per meglio contestualizzare il tutto, comunque, facciamo un rapido riepilogo di ciò che il gioco offre.
Costruito per promuovere l’esperienza in cooperativa fino a un massimo di tre giocatori, ma con la possibilità di giocare l’intera storia anche in single player – cosa che fa perdere un po’ di mordente al tutto, Aliens: Fireteam Elite è uno shooter in terza persona nel quale un gruppo di marine altamente addestrati si ritrova a ripulire nidi con migliaia e migliaia di Xenomorfi, le inquietanti creature nate dalla mente di Ridley Scott nel lontano 1979.
I giocatori possono scegliere tra cinque classi di operatori disponibili, tra le più classiche delle classiche per quanto riguardano titoli di matrice cooperativa, e possono personalizzare i proprio equipaggiamenti con una valida gamma di opzioni. Per portare a termine il tutto, non occorrerano più di 10 ore circa, e la rigiocabilità dipenderà da quanto è affiatato il vostro gruppo in cerca di nuove vittorie. Segnaliamo però che gli sviluppatori non hanno certo intenzione di fermarsi a questa prima fase, dato che è già stata annunciata la Stagione 1 con nuovi contenuti che saranno gratuiti per tutti gli utenti.
Se volete saperne di più sul gioco e sul suo gameplay, vi rimandiamo ancora una volta alla recensione. Prima di passare alla versione PS5, permettetemi però un breve pensiero riepilogativo di quello che rappresenta l’esperienza puramente ludica offerta da Aliens: Fireteam Elite. Spinto forse anche da un periodo tutt’altro che esaltante per i videogiochi, con uscite di peso che si contano sulle dita di una mano (Ghost of Tsushima: Director’s Cut e Psychonauts 2 sono i pochi illustri esponenti di un’estate poverissima), il gioco aveva attirato le attenzioni dei giocatori per il suo genuino e scanzonato spirito, riportando di moda gli Aliens senza però sfociare nell’horror come fece l’ottimo Alien: Isolation. Al netto di alcuni oggettivi difetti, come l’IA nemica davvero troppo basilare o la generale monotonia che si respira già dopo la prima missione, Aliens: Fireteam Elite riesce comunque a intrattenere e a far passare qualche serata in compagnia degli amici, senza pretendere né dare troppo. Il prezzo budget di 40€, in effetti, aiuta tantissimo a digerire alcuni di questi difetti.
Cambia qualcosa?
Parlando più nello specifico della versione PlayStation 5, sappiate che Aliens: Fireteam Elite non si discosta granché dalla sua iterazione per PC.
Ben lontano da produzioni ad altissimo budget, graficamente il gioco si difende discretamente bene, pur evidenziando alcuni evidenti limiti che hanno condizionato il prodotto finale. L’aspetto dell’acqua e dei liquidi in generale, ad esempio, è mal riuscito, e nel complesso possiamo dire, proprio come nella nostra recensione della versione PC, che Aliens: Fireteam Elite propone un colpo d’occhio banale ma gradevole, senza eccessive sbavature. Un gioco che non osa troppo – anzi, forse non osa per niente, ma questo agli sviluppatori non deve essere mai passato per la testa durante la produzione.
Parlando più nel profondo delle caratteristiche peculiari di PS5, oltre ai tempi di caricamento rapidissimi del gioco sulla console Sony, segnaliamo che funzionalità come l’audio 3D o le caratteristiche del DualSense PS5 sono state quasi del tutto estromesse dal gioco, forse per problemi di tempo o di budget. Il feedback aptico è infatti inesistente, e i trigger adattivi non fanno nulla di nuovo rispetto a quanto già visto in altre produzioni minori. Ancora una volta AFE conferma le sensazioni dell’ultimo anno, e cioè che solo grandi produzioni, e spesso non tutte, riusciranno ad integrare con perizia le caratteristiche dell’ottimo controller di casa Sony.
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