Solare, talvolta impacciata e maldestra, preda delle prime turbe amorose, e con tanta voglia di far sentire la propria voce. La Kamala Khan di Iman Vellani, perfettamente calata nella parte di un personaggio che sembra esserle stato cucito addosso, sbarca nel Marvel Cinematic Universe con quella che potremmo definire la prima teen comedy della storia dei Marvel Studios, un racconto di formazione che getta le sue solide basi nei primi episodi di Miss Marvel, o Ms. Marvel che dir si voglia.
In attesa di vederla sul grande schermo nel 2023 in compagnia di Brie Larson e Teyonah Parris in The Marvels, Kamala si prende il suo giusto spazio nella nuova serie live action dei Marvel Studios, un prodotto che, e forse nessuno di noi l’avrebbe mai pensato, si dimostra da questi primi due episodi come uno dei più curati e ispirati da quando la divisione cinematografica della Casa delle Idee si è espansa anche nel mondo della TV. Merito dei due registi del pilot Adil El Arbi e Bialall Fallah che lasciano poi spazio a Meera Menon per il secondo episodio, certo, ma anche e soprattutto di una giovane attrice, Iman Vellani, capace di dar forma a uno dei personaggi più apprezzati tra quelli “recenti” del fantastico mondo della Marvel.
Ed è proprio attraverso la fantasia che passa l’intera storia di Kamala, una giovane ragazza musulmana del New Jersey che vive insieme alla sua famiglia una vita tradizionale e tranquilla tra scuola, amici e tradizioni che talvolta le stanno stretta, non senza però guardare alla metropoli lì vicina e al suo grande sogno: gli Avengers. È facile immedesimarsi, e i più giovani lo faranno con ancor più naturalezza, nella figura di Kamala, una ragazza normale in un mondo di Avengers che lei ama raccontare attraverso video su YouTube, podcast, meme, interviste esclusive e gossip, sognando un giorno di poter incontrare il suo indiscusso idolo Carol Danvers aka Captain Marvel. Tra armature, dèi norreni e alieni capaci di distruggere l’universo con uno schiocco di dita, ecco poi che Kamala ottiene misteriosi superpoteri. Cosa decide quindi di fare? Ovviamente quello che tutti noi faremmo: diventare una supereroina, per emulare le gesta dei più grandi.
I primi due episodi di Ms. Marvel sono un piacevole racconto di formazione, una panoramica della relativamente tranquilla vita adolescenziale di una giovane ragazza che deve fare i conti con i classici problemi dei giovani, mossa però dalla sua esuberanza e passione che la mettono talvolta nei guai per la voglia di ribellione e di trovare la propria strada viaggiando con la mente. Ed è spesso proprio dal punto di vista della mente di Kamala che osserviamo gli eventi che la circondano, dalla caricatura di un’insegnante che diventa un disegno animato (un omaggio riuscitissimo all’inconfondibile stile di Spider-Man: Un nuovo universo, come i creatori della serie avevano già specificato), ai suoi elaborati piani per raggiungere la manifestazione nota come AvengerCon per toccare con mano, o quasi, i suoi idoli. Tra toni sempre molto leggeri, comicità dosata con parsimonia e uno stile artistico curioso, che esalta cultura e colori della tradizione di Kamala proiettati però nel mondo moderno, la serie ha già trovato diversi tratti caratteristici inconfondibili, che la distinguono da tutto ciò che abbiamo visto fino a oggi nel MCU.
Possiamo dire che in questo momento, dopo l’esordio di Miss Marvel, i dubbi più grandi riguardano la tenuta degli scontri e dei combattimenti, totalmente assenti nei primi due episodi ma la cui assenza non si fa certo sentire. È stato davvero piacevole osservare Kamala e il rapporto con la sua famiglia, specie con la madre Muneeba (Zenobia Shroff), e la sua cerchia di amici tra cui l’appassionato di tecnologia Bruno (Matt Lintz), questo prima di assistere alla nascita dei suoi superpoteri.
A tal proposito, ma probabilmente già lo saprete, le origini dei poteri di Kamala sono stati radicalmente modificati rispetto ai fumetti, poiché la ragazza ottiene capacità fuori dal comune – la capacità di creare una sorta di aura energetica intorno ad essa di cui può modificare densità e aspetto – grazie a un antico bracciale appartenente alla sua famiglia. I lettori Marvel sanno perfettamente che nei fumetti le cose sono molto differenti, e dobbiamo ammettere che per il momento la situazione è abbastanza strana e apparentemente un po’ troppo casuale. Senza fare spoiler, c’è però un dettaglio che ha catturato la nostra attenzione, che in particolare fa pensare che le cose potrebbero essere più complesse di quello che pensiamo. Vedremo.
A parte un lieve inciampo nel secondo episodio, i (pochi) effetti visivi presenti risultano essere ben amalgamati, il che è un buon segnale dopo che in Moon Knight abbiamo assistito ad alcune sequenze ampiamente criticabili sotto questo punto di vista. Ciò che va a favore della nuova serie, in effetti, è la possibilità di concedersi un contesto più urbano e terreno, con una protagonista che non ha necessariamente bisogno di esaltare il reparto VFX e che si dedica molto più da vicino ai dialoghi e ai rapporti con le persone che ama.
Per il momento, nelle intenzioni e nella realizzazione, i primi due episodi di Miss Marvel rappresentano a nostro avviso il miglior esordio per una serie live action dei Marvel Studios, secondo forse solo a WandaVision e al suo imaginificao impianto capace di insinuare dubbi e teorie nella mente dello spettatore. Nel caso di Ms. Marvel, ci sono ben poche teorie al momento, e la narrazione è estremamente tradizionale, ma il risultato finale è davvero apprezzabile. Forse il giudizio è dovuto anche alle aspettative, a dire il vero non proprio elevatissime per questo progetto, che invece è stato in grado di colpirci positivamente. Speriamo ovviamente che la serie prosegua con una buona tenuta, senza perdersi per strada come successo in molte altre occasioni.
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