Non è il primo simulatore assurdo che ha catturato la nostra attenzione negli ultimi anni (pensiamo a Goat Simulator, ad esempio, che sta per tornare con un terzo capitolo), probabilmente non sarà nemmeno l’ultimo.
Dal 6 ottobre è disponibile su Steam in early access Priest Simulator, un gioco sviluppato da Asmodev in cui impersoniamo un prelato alquanto singolare. La qualità del progetto è piuttosto scarsa, vi avvisiamo fin da subito, ma se siete alla disperata ricerca di un giocaccio davvero strano, per farvi due risate da soli o in compagnia, forse potreste essere nel posto giusto (ma forse forse…). Scopritelo in questa recensione davvero poco seria, come del resto si confà al titolo in questione.
Versione provata: PC
Priest Simulator: il sacerdote mazzulatore
Nella moderna Polonia (godetevi l’alienante doppiaggio in polacco, che aiuta ad estraniarsi ancora di più, a mo di funghetto allucinogeno niente male) ci troviamo a girovagare per l’immaginaria cittadina di San de Ville. Se sperate di capirci qualcosa di più della trama, vi avvisiamo, potreste rimanere alquanto delusi.
In Priest Simulator bisogna lasciarsi trasportare, missione dopo missione, cutscene dopo cutscene, senza farsi troppe domande. Il titolo è un mix di… “cose” in prima persona. Gli sviluppatori lo definiscono un “mockumentary” action game, ma in realtà è anche un po’ FPS, simulator e sandbox. In sostanza, il nostro prete è un tipetto decisamente poco convenzionale. Prima di tutto, è un vampiro (e già qui…). Inoltre gli piace andare in giro a menare le mani (i pugni vanno benissimo, ma durante la partita scopriremo ben 8 armi diverse con cui divertirci, che possono essere utilizzate anche a due mani).
Non c’è nulla di particolarmente difficile in Priest Simulator, le missioni sono di una semplicità disarmante, in un clima decisamente da teatro dell’assurdo. I dialoghi con gli strampalati personaggi simili a pupazzi sono un po’ troppo prolissi, anche perché difficilmente riuscirete a capirci qualcosa. In pratica bisogna utilizzare le armi divine per picchiare gli inviati del demonio e proteggere San de Ville. Si possono praticare degli esorcismi, ubriacarsi, drogarsi e far crescere la preziosa chiesa che diventerà un po’ il nostro hub all’interno del gioco (il tutto inizia proprio col riappendere i crocifissi e tirare a lucido l’edificio, liberandolo da scritte blasfeme).
Priest Simulator: Infernet e Shatanisti
Il nostro sacerdote violentissimo combatte per una buona causa, anche se con mezzi poco ortodossi. Come vi dicevamo, dovremo correre per le varie mappe per picchiare i nemici con diverse armi, potremo usarne anche due in contemporanea colpendo sia con la mano destra che con la mano sinistra. Possiamo anche potenziarle, così da scegliere lo stile di combattimento che più ci si addice. Proseguendo nel gioco la nostra chiesa accoglierà i fedeli liberati e assumerà un aspetto sempre più sfarzoso e meno impolverato (sbloccheremo anche altre funzioni come i sermoni e le confessioni). Dovremo inoltre distruggere dei totem satanici lasciati indietro dal nostro prelato predecessore e salvare così la popolazione.
Tutto questo vi sembra allettante? Sappiate che il comparto tecnico del gioco è semplicemente un colabrodo. O una bagnarola che cade a pezzi. O un catorcio dalle gomme bucate. Insomma, fate voi. Inoltre non c’è l’italiano, quindi godetevi il tutto con sottotitoli in inglese e dialoghi in polacco. Il gioco è comunque un accesso anticipato, non dimentichiamolo.
Punti di forza:
- Abbiate fede
Punti deboli:
- Trama incomprensibile
- Apprezzabile solo sotto acidi
In conclusione: Priest Simulator è blasfemo e pazzo al punto giusto? Sì. Ve lo consigliamo perché è un buon gioco? Assolutamente no. Se volete comunque avventurarvi in questa giostra di schizzati, trovate il gioco disponibile su PC (in futuro su PlayStation 4, Xbox One, Xbox Series X/S, PlayStation 5 e anche un po’ nei vostri incubi).
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