Home Curiosità Gli esseri umani tra mille anni? Gobbi e con poco cervello, a causa della tecnologia

Gli esseri umani tra mille anni? Gobbi e con poco cervello, a causa della tecnologia

La tecnologia rappresenta senza dubbio un importante aiuto nella vita quotidiana di tutti noi. Basti infatti pensare alle ottime sinergie che questa permette nel mondo del lavoro, del tempo libero, della medicina, ecc… Purtroppo, come ogni cosa, ha il suo lato negativo, che si presenta quando questa viene impiegata male, o peggio, abusata.

I campanelli di allarme li lancia Mindy, un prototipo 3D creato da un’azienda americana che ha voluto rappresentare in maniera pratica, come sarà l’essere umano tra mille anni. Il risultato non è affatto allettante: Mindy è infatti una donna gobba, bassa, con mani ad artiglio ed un cervello nettamente più piccolo rispetto ai nostri attuali canoni; insomma, non proprio un’evoluzione della specie.

Secondo la ricerca, questa situazione anatomica è direttamente causata dall’abuso della tecnologia: smartphone e computer sono infatti i principali responsabili dell’irrigidimento articolare. La postura scorretta che i dispositivi fanno assumere quotidianamente, avranno ripercussioni drammatiche sull’uomo del futuro, portandolo ad assumere una posizione completamente diversa da quella originaria. Questi risultati sono ovviamente in parte una provocazione, in quanto cercano di catalizzare l’attenzione dei lettori sull’aspetto più importante, ossia dove la tecnologia può portare l’uomo, se non ben controllata.

La gobba sarà causata, come sopra descritto, dalla postura scorretta adottata per visionare gli schermi dei vari device, mutando da una forma ad “S” ad una a “C”. Il collo sarà molto più corto e largo, per colpa del lavoro eccessivo che dovrà svolgere per mantenere la testa dritta del soggetto. La mano ad artiglio è direttamente correlata, come è facile dedurre, alla continua presa dello smartphone, che costringe inoltre il gomito ad una piegatura costante. Il cervello più piccolo sarà una conseguenza della continua ricerca su internet, che stimolerà molto meno il pensiero e la deduzione, oltre che la memoria.

Insomma, pare proprio che l’abuso della tecnologia non sia affatto consigliabile da questa ricerca che, per quanto magari esagerata in alcuni dettagli, lancia un bel monito a noi tutti.

Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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