Se siete nuovi al mondo dei fumetti e volete approcciarvi al mondo Marvel, la nuova collezione targata Hachette potrebbe essere un ottimo punto d’inizio. Presentata in autunno, Marvel: The Legendary Collection è una nuova raccolta a fumetti che prende il via in questi giorni e include alcune delle più importanti e celebri storie realizzate dalla Casa delle Idee.
Se siete incuriositi dalla raccolta, cliccando qui potete accedere al piano completo dell’opera, e avrete anche informazioni utili nel caso vogliate sottoscrivere un abbonamento e ricevere alcuni bonus e sconti rispetto al prezzo base dei volumi. Poco sotto, trovate anche il link diretto al sito di Hachette.
Grazie ad Hachette, nel periodo di Natale abbiamo avuto la possibilità di dare uno sguardo ai primi tre volumi della Legendary Collection, e, in qualità di grandi appassionati del mondo Marvel, vi racconteremo qui oggi le prime impressioni circa la qualità dei tomi proposti e, soprattutto, l’importanza delle storie scelte da Hachette per quest’opera. Analizzeremo quindi nel dettaglio ogni volume, prima di parlarvi delle scelte stilistiche di Hachette per la collezione.
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Volume #1 – Spider-Man: Nuovi modi per morire
Il primo volume della Legendary Collection non poteva che essere dedicato al supereroe Marvel per antonomasia, il volto principale dei fumetti della Casa delle Idee: Spider-Man. Nuovi modi per morire è una celebre run fumettistica del 2007 scritta da Dan Slott e disegnata dal maestro John Romita Jr., che riprende laddove si erano appena interrotte le clamorose conseguenze della Civil War dei supereroi – altro evento fondamentale che sarà protagonista del volume #27 dell’opera. Peter Parker, dopo aver rivelato al mondo la sua identità, ha fatto un patto con Mefisto per cancellare la memoria degli abitanti della Terra (curiosa l’analogia con No Way Home, l’ultimo film dell’Arrampicamuri distribuito al cinema lo scorso anno), ma i suoi problemi non sono certamente finiti. Approfittando dell’Atto di Registrazione dei superumani, Norman Osborn, aka Goblin, è riuscito a ottenere una posizione di notevole potere e ha creato i suoi Thunderbolts, tra le cui fila milita anche il criminale Mac Gargan ora ospite del simbionte Venom.
Nuovi modi per morire parte proprio da questi presupposti, proponendo una storia per certi versi atipica che, nonostante metta sempre in scena il classico scontro tra Spider-Man e i suoi infiniti nemici che si ripercuote sulla vita privata di Parker, si concentra anche su un altro importante punto di vista, quello di Eddie Brock, l’originale Venom. Da tempo malato di cancro, Eddie sta ora cercando di redimersi per le sue terribili azioni, e questo lo porta curiosamente a intrecciare la sua strada con quella di May Parker e il FEAST, finanziato dal miliardario Martin Li – la cui identità segreta è quella di Mr. Negative, uno dei più recenti e noti supercriminali dell’universo Marvel.
La storia di Slott non è infatti tanto un racconto dedicato a Spider-Man, quanto alla formazione di Brock e alla sua rinascita, fisica e spirituale. Il suo legame con Li, unito all’incessante presenza del simbionte nel suo sangue che come un parassita non vuole fare a meno di allontanarsi, farà infatti di Brock un’entità tutta nuova, l’Anti-Venom, facendo quindi di Nuovi modi per morire la storyline che vede la nascita di questo ancora sconosciuto ai più ma importante antieroe del mondo Marvel. In tutto questo, continua la sottotrama legata agli intrighi orchestrati da Osborn, ora intenzionato a comprare la stampa e farsi potenti alleati in politica per loschi scopi.
Chiaramente si tratta di una storia dalla quale anche il mondo del cinema ha preso spunto negli ultimi anni, ma non solo. Il coinvolgimento di Li al FEAST, ad esempio, è alla base del noto videogioco di Insomniac Games Marvel’s Spider-Man, di cui l’anno prossimo arriverà un sequel su PlayStation 5. In questo sequel, peraltro, avrà grande risalto proprio Venom, la cui identità è però ancora ignota. Lo stesso Venom, negli ultimi anni, è stato protagonista di una fortunata saga cinematografica che rientra nel Multiverso del MCU, con un terzo film in sviluppo. Sebbene si parli di Eddie Brock, tuttavia, è bene tenere a mente che il personaggio che leggerete in Nuovi modi per morire è molto differente da quello interpretato da Tom Hardy sul grande schermo, mentre potrebbe essere inteso come un’evoluzione della versione di Topher Grace di Spider-Man 3.
Volume #2 – Vendicatori Divisi
Quando nel 2000 Brian Michael Bendis entrò a far parte della Marvel per scrivere Ultimate Spider-Man, rilancio editoriale del personaggio insieme all’intero nuovo universo Ultimate, forse neppure poteva immaginare che sarebbe presto diventato uno degli autori più importanti e influenti della Casa delle Idee. Dopo aver stupito i vertici, occupandosi anche di Daredevil e creando un personaggio tutto nuovo, Jessica Jones, Bendis propose infatti la miniserie Secret War con gli Avengers, convincendo a quel punto la Marvel a concedergli la libertà creativa di gestire l’intero gruppo di supereroi e in sostanza decidere il futuro dei supereroi per i successivi anni a venire.
Il primo risultato di questa fortunatissima gestione Bendis, che proseguirà fino al 2017 quando l’autore passerà a lavorare con DC Comics su Superman, è appunto Vendicatori Divisi, primo grande capitolo di una lunga saga che includerà poi altri capisaldi della storia Marvel come House of M e Civil War. Un vero e proprio rilancio dei Vendicatori, fino a quel momento schiacciati dallo strapotere di altre proprietà intellettuali dell’azienda come il sempreverde Spider-Man, che riparte però dal mitico motto “Avengers Uniti” ribaltandolo e mettendo in luce le paure e i timori dei supereroi, a partire da Tony Stark e Hank Pym sul quale grava ancora la creazione del robot assassino Ultron. A seguito di una storia ricca di tensione, che sì si sviluppa in pochi momenti ma condensati di suspance, i Vendicatori arriveranno alla decisione più drastica tra quelle possibili, per un gruppo che ormai da tempo sembra aver perso la trebisonda.
Proprio come per il Volume #1, anche Vendicatori Divisi, una delle storie più importanti della storia editoriale Marvel dell’ultimo ventennio, è una storia che ha avuto il suo impatto tra cinema e videogiochi tanto che le situazioni, seppur con interpreti e volti differenti e talvolta non particolarmente noti, come l’inclusione della Donna Ragno o il Fante di Cuori, risulta familiare anche al grande pubblico. Gli attriti tra i supereroi sono diventati un tema ricorrente della parte centrale della Infinity Saga del MCU, specie tra Avengers: Age of Ultron e Captain America: Civil War, ed è interessante notare come
Essendo studiato come un punto di ripartenza per il brand dei Vendicatori, la storia di Bendis è ancora una volta un ottimo compromesso per coloro che si stanno affacciando al mondo dei fumetti Marvel, ed è un bene che Hachette abbia deciso di proporre a fondo questa storyline con i successivi crossover che faranno parte della raccolta – è un peccato, in tal senso, che quello che viene considerato l’antefatto di Vendicatori Divisi, vale a dire Secret War, sarà però pubblicato solamente con il Volume #9.
Volume #3 – Loki: Agente di Asgard – Fidatevi di me
Il terzo volume della Legendary Collection è forse quello che manderà in tilt molti lettori. Si tratta infatti dell’opera più lontana, in termini di personaggi e temi, dal Marvel Cinematic Universe (almeno finora), anche se è proprio grazie al successo cinematografico del progetto di Kevin Feige che questa serie esiste.
Loki: Agente di Asgard è infatti una serie a fumetti nata sulla scia della popolarità ottenuta dal personaggio interpretato sul grande schermo da Tom Hiddleston, che non a caso è stato anche rielaborato post-Endgame e oggi possiede una sua serie TV dedicata su Disney+, appunto Loki, che tornerà nel 2023 con la seconda stagione. Ed è proprio grazie a Loki: Agente di Asgard, scritto da Al Ewing, che il personaggio è stato reinventato e immerso in un contesto tutto nuovo, lontano dal semplice cliché di villain al quale è sempre stato abituato. Come suggerisce il titolo della serie a fumetti, che sarà protagonista anche del Volume #30 della raccolta con Gli Ultimi Giorni, Loki, ora nel corpo di un giovane adulto, ha detto basta alla sua lunga lotta con il fratellastro Thor per diventare appunto un agente segreto per conto di Asgard, o più precisamente della regina Freiya che ha sostituito Odino insieme a Idunn e Gea.
Il volume in questione, il primo della serie Agent of Asgard, include anche il crossover con gli eventi di Original Sin, crossover che mise di fronte i supereroi a scioccanti rivelazioni, e Axis, particolare ma non riuscitissima storia nella quale eroi e cattivi si scambiarono i ruoli per certo periodo di tempo, lasciando Loki in balia degli eventi. Tutto ciò rientra in quel particolare momento che l’azienda ribattezzò come Marvel Now, un periodo di forte rinnovamento per i fumetti di casa Marvel che inevitabilmente, visto l’esplosivo successo sul grande schermo, si avvicinarono con maggior decisione ai temi portanti del MCU pur senza snaturare troppo l’essenza dell’universo fumettistico – chiaro però che eventi come Civil War II siano nati proprio su questa scia.
Nonostante questo rilancio legato al cinema, Loki: Agente di Asgard è molto distante dalla versione che abbiamo imparato a conoscere con il volto di Tom Hiddleston, e richiede una conoscenza più approfondita di quella che è stata la storia editoriale del personaggio tra versione originale, reincarnazioni, inganni, Loki bambino, Loki donna e quant’altro – in effetti la serie Loki, che parla di varianti e universi alternativi, ha qualche punto di contatto con la serie scritta da Ewing. Se dunque siete nuovi al mondo dei fumetti, consigliamo vivamente la lettura delle ultime pagine del volume, che offrono una panoramica fondamentale per capire come Loki sia arrivato a questo punto.
La raccolta
A tal proposito, spendiamo qualche parola su come Hachette ha organizzato i volumi della Legendary Collection. Come abbiamo appena anticipato, le ultime pagine di ogni volume sono dedicate a contestualizzare quanto appena letto, con una serie di informazioni riportate da esperti del mondo Marvel che includono antefatti della storia (esposti anche nella prefazione di ogni volume, anch’essa importante per i nuovi lettori), retroscena sullo sviluppo dei personaggi e anche dettagli sulla loro “vita editoriale”, che, nel caso ad esempio di Loki, è stata costellata di numerosi eventi degni di nota – e difficilissimi da riassumere in poche righe. Il tutto viene arricchito da una preziosa galleria di artwork, copertine e variant legati alle storie contenute nel volume, oltre che suggerimenti su altre storie simili da seguire o collegate con quanto appena letto.
Parlando della stampa, la Legendary Collection presenta un ottimo livello di qualità, senza sbavature e senza aver lesinato su importanti componenti come lo spessore della carta, perfettamente paragonabile alle stampe ben più altisonanti (e costose) di Panini. La rilegatura cartonata è elegante, con una copertina che utilizza lo stesso schema per tutti i volumi attraverso una cornice circolare che riprende la cover più significativa tra quelle delle storie incluse nel volume in questione. Segnaliamo anche che la costa dei volumi riprodurrà, una volta completata la raccolta, una splendida riproduzione originale di Stephanie Hans, che ha avuto modo di ritrarre numerosi e consosciuti personaggi Marvel.
Osservando il piano completo dell’opera, risulta abbastanza evidente che Hachette abbia deciso di concentrarsi sui volti più noti della storia Marvel, oltre che sui principali crossover che hanno sconvolto l’universo fumettistico dagli anni 2000 in poi (non mancheranno però alcuni must have del passato come le originali Guerre Segrete, o la particolare miniserie 1602 scritta da Neil Gaiman). A giudicare da questi primi volumi visti in anteprima (il primo debutta proprio oggi, 28 dicembre, mentre i successivi sono pubblicati a due settimane di distanza l’uno dall’altro), le impressioni sono notevolmente positive, seppur non parliamo ovviamente di una raccolta approfondita in stile Omnibus di Panini – in quel caso, chiaramente, parliamo di fasce di prezzo più alte.
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