Quello tra Ubisoft e il genere dei battle royale è un amore che non è mai realmente sbocciato. L’azienda francese ha tentato in più occasioni di entrare in scivolata in questo particolare mondo dopo l’esplosione di giochi come Fortnite e PUBG, senza trovare fortuna.
Ma quante volte ci ha effettivamente provato? Una domanda alla quale viene in aiuto il sempre ben informato insider Tom Henderson, il quale ha rivelato che l’iceberg dei battle royale di Ubisoft è ben più profondo di quanto potessimo immaginare.
Conosciamo già molto bene il caso di Hyper Scape, fallimentare BR di Ubisoft lanciato nel 2020 e chiuso poco meno di un anno fa senza clamore. La community attiva, del resto, era ormai limitatissima, e questo portò il colosso francese a staccare la spina ai server. Sempre nel 2022 venne inoltre cancellato, ancor prima di essere pubblicato, il battle royale Ghost Recon: Frontline, presentato solo pochi mesi prima e incapace evidentemente di rispettare le aspettative. Resta invece ignoto il destino di The Division: Heartland, scomparso dalla circolazione dopo il suo annuncio (era emerso un video gameplay in autunno).
Come rivelato da Henderson, tuttavia, i progetti del genere battle royale messi in produzione da Ubisoft sono in realtà molti di più.
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L’insider, dopo aver ricordato le notizie estremamente negative provenienti da Ubisoft la scorsa settimana tra cancellazioni e crollo in borsa, ha spiegato di aver parlato con alcuni dipendenti dell’azienda che hanno deciso di restare anonimi, i quali hanno però parlato della continua confusione nella quale si trova Ubisoft.
Un dipendente, che ha affermato di non essere stato influenzato dalle notizie attuali, ha rivelato che la direzione continua a ritenere che i ritardi incontrati dai numerosi videogiochi in sviluppo siano dovuto alla modalità di lavoro ibrido tra ufficio e remoto, che è stato adottato durante l’inizio della pandemia di COVID-19. Il dipendente spiega che Ubisoft aveva cercato di correggere questo problema proponendo l’alternanza (all’inizio, durante la pandemia, era possibile solo il lavoro da remoto), ma il piano attuale prevede che venga completamente eliminato lo smartworking dal prossimo anno.
Henderson spiega però che gli sviluppatori siano convinti del fatto che molti giochi semplicemente non sono ciò che i giocatori si aspettano, cosa che si rifletteva e si riflette ancora oggi durante le fasi di playtest private e pubbliche di nuovi videogiochi.
Parlando dei battle royale, ad esempio, il dipendente spiega che Ubisoft ha fatto di tutto per capitalizzare il successo di questo genere negli ultimi anni, senza trovare risposte positive. Secondo quanto riferito, l’azienda avrebbe messo in sviluppo almeno una dozzina di videogiochi Battle Royale nello stesso momento, ma nessuno oggi conosce il loro destino. Il dipendente che ha parlato con InsiderGaming non sa quindi dire se questi progetti stanno ancora oggi proseguendo, o se Ubisoft ha cancellato i progetti come accaduto anche pochi giorni fa.
Le parole dei dipendenti non sono altro che una conferma delle impressioni già avute da gran parte del pubblico, con una Ubisoft in forte difficoltà e incapace di restare al passo con le mode come invece è riuscita a fare Activision con Call of Duty: Warzone nel periodo pandemico.
Ricordiamo poi che Ubisoft potrebbe decidere di vendere alcune sue IP, in quanto l’azienda sta rivedendo il suo modo di lavorare.
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