La nona generazione dei videogiochi non è partita come speravamo. Tanti problemi, caos, pandemie, carenze dei componenti, insomma: sappiamo tutti cosa è accaduto a partire dal 2020.
Eppure, in mezzo a tutto questo, sono già trascorsi più di due anni dall’uscita di PlayStation 5 e Xbox Series X e S. Un lungo periodo di tempo nel quale forse non abbiamo visto tutti i titoli che speravamo (i rinvii sono stati tanti, e il 2023 rischia di essere fin troppo affollato a questo punto), ma abbiamo anche assistito a delusioni più o meno cocenti.
Problemi di sviluppo? Aspettative troppo alte? Forse quest’ultimo concetto non è da sottovalutare, in alcuni casi, ma il termine delusione copre uno spettro ben più ampio in fatto di elementi costituenti. Nel caso specifico della nona generazione, andando a caccia di videogiochi che possono per noi rientrare nella tremenda categoria delle delusioni, ci siamo basati su vari criteri tra cui la qualità, l’hype maturato nel periodo antecedente la sua uscita, le performance commerciali e, perché no, anche un po’ di gusti personali.
Non stupitevi quindi se in questa lista di sette videogiochi non troverete sconosciuti indie di bassa lega pubblicati su Steam, o patetici “giochi” per PlayStation che hanno come unico obiettivo quello di attirare i cacciatori di trofei con coppe facili facili in cambio di pochi spicci. Inevitabilmente, la categoria più gettonata in questo caso è stata quella dei tripla A (o anche oltre… avrete già capito a cosa ci riferiamo), a partire da…
Saints Row
Non a caso, Saints Row ha vinto il premio Delusione dell’Anno anche ai nostri Uagna Awards 2022, e come dar torto alla nostra redazione: potrà essere simpatico, potrà avere una ricchissima personalizzazione, ma nel complesso il reboot della storica serie di Volition è un buco nell’acqua, una groviera di bug e problemi tecnici immersi in una formula vecchia quanto il mondo.
Come avevamo raccontato anche nella nostra recensione (e videorecensione, che trovate qui), di Saints Row non possiamo buttare via tutto, ma nel complesso la formula è stata davvero deludente. Oltre al fatto che l’intera essenza dei Saints viene distrutta, dovendo azzerare tutto con un reboot, la città di Santo Illeso ha una struttura open world talmente antiquata da dare filo da torcere anche a Hogwarts Legacy, certo non un mostro in fatto di innovazione dei giochi sandbox. Il problema è che Hogwarts Legacy riesce a uscire dall’anonimato grazie ad alcune ottime trovate, oltre all’immenso immaginario di cui fa parte che riesce perfettamente sfruttare. Saints Row invece è il nulla.
Gotham Knights
Abbiamo citato da poco Hogwarts Legacy, campione d’incassi di questo inizio del 2023, ma l’ultimo periodo di Warner Bros. Games non è stato tutto rose e fiori. Impossibile non citare il mostruoso calo di MultiVersus, picchiaduro che ha perso la bellezza del 99% dei suoi giocatori attivi, ma la vera delusione è stata senza dubbio Gotham Knights.
Tante premesse, tante promesse, e il risultato finale è stato appena al di sopra della sufficienza, per un titolo che chiaramente (nessuno ci potrà mai convincere del contrario) è stato inizialmente pensato per essere un game as a service multiplayer ed è stato poi trasformato in un gioco più contenuto e votato a una coop superflua e facoltativa. I quattro personaggi hanno abilità differenti e simpatiche, è vero, ma la trama di Gotham Knights non porta a nulla, e l’intero gioco appare come un passo indietro enorme rispetto a Batman: Arkham Knight, datato 2015. 2015, cioè sette anni prima dell’uscita di Gotham Knights.
Chissà se Suicide Squad: Kill the Justice League darà nuova linfa all’etichetta DC, anche se a giudicare dal responso del pubblico dopo lo State of Play di febbraio, Rocksteady ha una bella patata bollente tra le mani (e infatti il rinvio sembra sempre più probabile).
Babylon’s Fall
Babylon’s Fall è l’emblema di tutto ciò che c’è di sbagliato nell’industria di oggi. Un’industria che non sa osare, un’industria che parte con un’idea e va poi in cerca della moda del momento, finendo con lo snaturare l’idea originale e rovinare anche quel poco che si poteva salvare.
Nello stesso anno di Bayonetta 3, Platinum Games ha sfornato Babylon’s Fall, un gioco completamente da buttare. No, davvero, la cosa più logica per lo studio (e Square Enix, che lo ha distribuito) sarebbe stata quella di prendere tutte le copie del gioco, schiacciarle con un martello, metterne i frammenti in un baule e spedire il tutto sul Sole. E invece, a marzo 2022, Babylon’s Fall viene lanciato sul mercato, e nel giro di pochi giorni i server, già deserti nel giorno del lancio, si azzerano del tutto. Risultato: il gioco è stato chiuso alla fine di febbraio, dopo neppure un anno dalla sua uscita.
Ma come, pubblichi un game as a service povero di contenuti, graficamente inaccettabile e senza supporto, e nessuno lo gioca? Che strano…
Destruction All Stars
E siamo al secondo game as a service di fila. Forse c’è un problema. Forse. Nel mentre che i grandi publisher ci pensano su (Sony ne ha decine in cantiere), ricordiamo per quale motivo Destruction All Stars sia un titolo non solo dimenticabile ma anche dimenticato dopo pochi giorni dalla sua messa in commercio.
Il gioco di Ludic, nato come successore spirituale di Twisted Metal (ed è per questo che un po’ di aspettative, in fondo, le avevamo) che evidentemente Sony sta cercando di riportare sui nostri schermi (è anche in sviluppo la serie tv), non è mai stato in grado di decollare. L’idea era anche carina, per certi versi: un gioco interamente a bordo di auto con minigiochi e modalità varie, tra cui anche un’intrigante battle royale su quattro ruote con vari personaggi ognuno con la propria abilità. I problemi riguardavano però una carenza mostruosa di contenuti che, va bene, sei un GAAS che si arricchisce nel tempo, ma ti devi anche dare una mossa a produrre queste novità.
Dulcis in fundo, il prezzo di lancio: 80 euro, che in pochi giorni si trasformarono magicamente in 20 euro (chissà perché!), ma nulla, neppure questo (e l’inserimento su PS Plus) riuscirono a salvare quello che oggi è un gioco ormai morto. La dimostrazione, l’ennesima, che anni di lavoro per un GAAS possono essere buttati nell’immondizia nel giro di poche settimane.
Trek To Yomi
Potete vederlo come un capriccio, perché in fin dei conti Trek To Yomi non è certo un progetto ad alto budget o realizzato da nomi di spicco dell’industria. Ma cavoli, il gioco che è arrivato nel 2022 dopo tanta attesa non è stato minimamente quello che speravamo.
Sebbene lo stile visivo del gioco resti ancora oggi interessante, questa è l’unica cosa che davvero può permettere al gioco di essere premiato. La storia (sì, l’ennesima, ma non è questo il punto) della vendetta di un samurai viene funestata da tanti problemi, tra cui il combat system impreciso e superficiale. Se non altro, possiamo trovare un punto a favore: essendo stato lanciato su Xbox Game Pass, non abbiamo speso soldi per provarlo, oltre ovviamente al costo del servizio.
Se siete abbonati, vi invitiamo a provarlo, ma ancora una volta, per quanto ci riguarda, è stato molto al di sotto delle nostre aspettative. E in effetti, a ben pensarci, si è parlato di questo gioco soprattutto prima della sua uscita, invece che successivamente a essa.
The Callisto Protocol
E qui immaginiamo che spaccheremo il pubblico. Lo abbiamo visto nei commenti alle notizie e ai nostri contenuti, specie a quelle che testimoniavano il flop commerciale del gioco: The Callisto Protocol è un gioco che ha diviso i giocatori, tra quelli che hanno perdonato le ingenuità del successore spirituale di Dead Space, e chi invece non ha saputo resistere di fronte agli evidenti problemi. Noi probabilmente ci poniamo a metà tra queste due categorie, ma non possiamo fare a meno di dire che il gioco abbia disatteso molte aspettative, specie quelle di Krafton.
Forse la più grande sfiga di Striking Distance Studios è stata quella di ritrovarsi a fronteggiare proprio quel Dead Space che tutti davano per spacciato (e invece è tornato alla grande), ma non è certo l’unico motivo legato all’insuccesso di Callisto Protocol. Sotto una grafica mozzafiato e un gameplay che, con tutti i suoi difetti tra cui una schivata oscena, comunque possiamo salvare, c’è da sottolineare che la trama e la parte puramente horror, che in Dead Space facevano grande il gioco, sono aspetti totalmente dimenticabili di The Callisto Protocol. Lasciando perdere i problemi su PC (ormai qualsiasi gioco li ha, ma non è certo una scusante), è stato in generale una delusione.
E attenzione, come dicevamo in apertura, si parla di delusione: ci aspettavamo grandi cose da questo titolo, per come ci era stato mostrato. Il risultato finale è stato invece molto traballante, oltre che un disastro per le tasche del publisher che ora punterà su altre IP.
Il progetto eFootball
Bene, dopo esserci fatti odiare per The Callisto Protocol e non aver inserito Forspoken in lista (è molto semplice: non avevamo aspettative, e non puoi restare deluso quando non ti aspetti nulla, come insegnava il buon Dewey di Malcolm in the Middle), arriva il momento del franchise che avrebbe dovuto riscrivere i videogiochi di calcio, la serie che nella mente di Konami avrebbe dato filo da torcere a FIFA (tra poco EA Sports FC), e che invece si è trasformata in un incubo, un mostro inspiegabile e difficile da dimenticare: eFootball.
E sapete qual è la cosa più fastidiosa in tutto questo? È che Konami, con PES 2020 (e anche col gioco del 2021, che in fin dei conti era un semplice update delle rose), sembrava avesse trovato la via giusta, non ai livelli della concorrenza ma restando comunque sulla buona strada per insidiare lo strapotere di FIFA che ormai durava da più di dieci anni. E invece eFootball, il free to play che doveva cambiare i videogiochi sportivi, è stato non solo una delusione ma un disastro totale.
Konami ci ha messo un anno per renderlo quantomeno giocabile, ma ancora oggi mancano non solo contenuti (Campionato Master, dove sei?) ma funzionalità basilari come movimenti più realistici e una migliore IA. eFootball appare ancora oggi come un gioco mobile inferiore anche a tanti altri a dire il vero, e a breve (?) si ritroverà contro molti concorrenti: EA continuerà la sua serie, la FIFA è andata in cerca di nuove partnership (anche se il presidente rieletto Gianni Infantino non sembra avere le idee molto chiare), e sono in sviluppo UFL e Goals. Ci sarà ancora spazio per ingenuità pazzesche come eFootball, in un mercato che raramente perdona gli indecisi?
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