James Gunn e Peter Safran stanno costruendo il nuovo DC Universe tra cinema, videogiochi e serie tv, ma questo ambizioso progetto non piace a Ben Affleck.
L’attore e regista premio Oscar per Argo ha parlato all’Hollywood Reporter di alcuni suoi progetti per il futuro, tornando a discutere della parentesi DC. Come sappiamo da tempo, e Affleck stesso lo ha ribadito recentemente, The Flash sarà l’ultima volta nella quale l’attore interpreterà Bruce Wayne, e a quel punto il Batman del DCU sarà rebootato proprio come l’intero universo cinematografico (o quasi).
Il Batman di Affleck, così come il Superman di Henry Cavill, non sarà infatti parte del nuovo DCU che Gunn e Safran hanno presentato a gennaio, ma il regista di Guardiani della Galassia e The Suicide Squad ha ammesso di aver avuto colloqui con Ben Affleck per ipotizzare un suo coinvolgimento dietro la macchina da presa.
Sebbene Affleck ammiri Gunn, l’attore e regista ha spiegato di non essere minimamente interessato a dirigere una pellicola del nuovo DCU, in quanto non è interessato alla piega che il progetto dei DC Studios sta prendendo:
Non dirigerò film per i progetti DC di James Gunn. Assolutamente. Non ho nulla contro James Gunn, si tratta di una bella persona che sta facendo un buon lavoro. Ma non mi va di entrare dentro queste produzioni seguendo le impostazioni che stanno dando a questo universo cinematografico. Non sono interessato.
Nonostante le speranze di alcuni fan, non sarà quindi Affleck a dirigere The Brave and the Bold, primo film del nuovo DCU che coinvolgerà Batman e Robin.
Nella stessa intervista, sempre parlando dei prodotti DC, Affleck ha discusso nuovamente sulla difficile produzione di Justice League. L’attore ne aveva già parlato all’inizio dello scorso anno: la pellicola, prima nella mani di Zack Snyder e poi affidata a Joss Whedon, è stata “la peggior esperienza” nella sua carriera cinematografica, che lo ha successivamente convinto ad abbandonare il franchise di Warner Bros. Affleck spiega:
Stavo per dirigere un film su Batman, e Justice League mi ha fatto dire: ‘Me ne tiro fuori’. Non voglio più fare niente di tutto questo. Non sono adatto’. È stata la peggiore esperienza che abbia mai vissuto. Mi ha spezzato il cuore. Ho iniziato a bere troppo. Ero tornato in hotel a Londra, stavo per buttarmi dalla finestra e ho pensato: ‘Questa non è la vita che voglio. I miei figli non sono qui. Sono infelice’. Volevo andare al lavoro e trovare qualcosa di interessante a cui aggrapparmi, piuttosto che indossare solo una tuta di gomma, e stare davanti a un green screen per la maggior parte del tempo dicendo: ‘Se queste scorie nucleari si liberano, noi…’. Sono arrivato a un punto in cui l’ho trovato insoddisfacente a livello creativo. Ero sudato ed esausto, così ho pensato: ‘Non voglio essere parte di questo in alcun modo. E non voglio più sperperare la mia vita, di cui ho una quantità limitata
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