Home Videogiochi Rubriche PlayStation VR2 chiama ma pochi rispondono: il corto circuito di un visore eccellente

PlayStation VR2 chiama ma pochi rispondono: il corto circuito di un visore eccellente

Dallo scorso 22 febbraio, è disponibile PlayStation VR2, il nuovissimo dispositivo di realtà virtuale che ha rinnovato e migliorato sotto ogni aspetto il suo predecessore rendendolo, di fatto, uno dei prodotti più validi della categoria (e per fortuna, dato il prezzo di listino tutt’altro che accessibile).

Nonostante questo ottimo risultato produttivo (anche dal lato scorte), la domanda che emerge maggiormente a poco più di un mese dal lancio è una sola: conviene ad oggi acquistare il visore? Considerato che PSVR2 è a tutti gli effetti un hardware dedicato al gaming, l’acquisto va ponderato unicamente sull’offerta ludica proposta.

Ebbene, non è certo difficile notare come, al momento attuale, risultino ancora totalmente assenti dalle scene (in termini di annunci di prodotti) i principali editori dell’industria e di conseguenza i relativi brand di peso. Electronic Arts, Activision, Take-Two, Ubisoft e tante altre aziende sembrano infatti aver ignorato al momento PlayStation VR2, in favore dello sviluppo di titoli tradizionali. La situazione è ulteriormente aggravata dalla mancata retrocompatibilità del nuovo visore, che limita ancora di più il parco titoli riproducibili dall’hardware.

Da cosa deriva quindi questa refrattarietà da parte dei principali publisher ad investire nella realizzazione di titoli esclusivamente dedicati al visore Sony? Le spiegazioni possono essere le più disparate ovviamente, ma emerge un’indifferenza che fa presagire, di primo acchito, che le case di sviluppo più strutturate non considerino un palcoscenico allettante la realtà virtuale.

Analizzando infatti rapidamente il panorama attuale dei software, degli oltre 40 titoli pubblicati o annunciati, nessuno di questi proviene da uno dei primi dieci editori più rilevanti (fatta eccezione ovviamente per Sony).

I motivi di questa situazione

Partiamo da un presupposto fondamentale: per l’industria delle console casalinghe, la Realtà Virtuale è una tecnologia ancora molto acerba ed accolta con poco calore dagli utenti (a maggior ragione PSVR2 visti i 650 € necessari per poterlo acquistare). La prima motivazione di questa distanza delle grandi software house risiede quindi nella mancata volontà di investire energie e risorse per realizzare un prodotto in grado di generare vendite molto limitate, e di conseguenza utili mediocri.

Questa presa di posizione va ovviamente a generare un circolo vizioso: gli editori non investono nella produzione di videogiochi a causa del basso bacino di utenti, i quali non sono a loro volta invogliati ad acquistare il dispositivo per la poca offerta ludica presente.

Un’ulteriore risposta per la questione è stata recentemente data anche da Denny Unger, CEO di Cloudhead Games. Questi ha infatti affermato che la realtà virtuale rappresenta una sorta di minaccia per le aziende più grandi dell’industria, in quanto richiede dei cambiamenti strutturali nel metodo di approccio alla programmazione, in aggiunta a nuove e costose tecnologie. Ogni headset VR genera quindi grosso timore negli editori, che cercano in tutti i modi di alimentare unicamente il tradizionale sistema videoludico al fine di non dover stravolgere lo status quo. I publisher hanno un’egoistica convenienza nel far lentamente morire ogni hardware che si discosti fortemente dal metodo di lavoro assodato, ed è possibile che anche PlayStation VR2 possa subire lo stesso destino.

https://twitter.com/DennyCloudhead/status/1628787593197555713?s=20

I giochi più scaricati per PSVR2

Dall’altro lato della medaglia ci sono invece sviluppatori indipendenti che, considerata la situazione di scarsa concorrenza data dall’assenza degli studi più importanti, lavorano alacremente per portare il maggior numero di titoli possibili, in modo da far conoscere la propria esistenza e capacità (ad un costo tutto sommato contenuto, come ad esempio Townsmen VR).

Non stupisce infatti che, tra i prodotti maggiormente scaricati per il nuovo dispositivo di realtà aumentata di Sony, in vetta vi sia un gioco non così famoso.

Ecco di seguito la classifica sia di Stati Uniti che dell’Europa, riguardante i software più acquistati dal PlayStation Store:

Come si denota facilmente, al primo posto non vi è Horizon: Call of the Mountain, bensì Kayak VR: Mirage, gioco in cui gli utenti sono chiamati a manovrare fisicamente il kayak per vincere le regate, oppure per godersi in totale relax il paradisiaco paesaggio circostante.

Un destino segnato dal fallimento o dalla speranza?

Ovviamente al momento è difficile dare un giudizio definitivo, anche perché gli editori potrebbero dare segni di vita da un momento all’altro. Ciononostante, ad un mese dall’uscita di PlayStation VR2, l’acquisto è fortemente sconsigliato agli indecisi, che si ritroverebbero ad avere tra le mani un ottimo dispositivo, sfruttato però in minima parte da coloro che sono chiamati a doverlo supportare.

Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, si prospetta un futuro tutt’altro che roseo per l’hardware premium di Sony. PSVR2 al momento è in grado di offrire unicamente titoli abbastanza semplici da parte di sviluppatori indipendenti che, con tutta la buona volontà di questo mondo, faticheranno a creare esperienze capaci di giustificare un esborso così importante.

Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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