Home Videogiochi Rubriche Watch Dogs Legion è una mancata occasione per stupire

Watch Dogs Legion è una mancata occasione per stupire

Negli ultimi tre anni, i videogiochi Ubisoft che ho giocato si contano letteralmente sulle dita di una mano. Tralasciando lo splendido Mario + Rabbids: Sparks of Hope, che reputo una clamorosa eccezione, i prodotti dell’azienda francese non sono in grado di emozionarmi da anni: troppo uguali, troppo ridondanti, troppo infarciti di roba. L’esperienza di Assassin’s Creed: Odyssey, che reputo comunque ancora oggi molto bello, è emblematica: arrivato al Platino e avendo completato tutti i DLC, non ne potevo più. Basta.

Difatti, dicevo, le recensioni del mondo Ubisoft non sono più state un mio problema, passatemi il termine. Il buon Marco Corazza, che spesso trovate sul nostro canale Twitch, ha preso il mio posto in moltissime occasioni, gestendo il tutto al meglio. A parte la parentesi di Mario, la mia ultima review di un gioco Ubisoft risale infatti al maggio 2020, con Assassin’s Creed III Remastered. Piena pandemia, voglia di rigiocare un titolo che avevo apprezzato; insomma, i presupposti ideali.

Da lì in avanti, ho perso di vista i prodotti dell’azienda. O meglio, intendevo seguire con attenzione determinati prodotti che poi non sono mai arrivati. Prince of Persia Remake? Ciaone. Avatar? Speriamo esca quest’anno. Beyond Good and Evil 2? Ormai ho capito che sono un folle ad attenderlo ancora.

E in tutto questo tempo, pur senza recensioni, ho recuperato qualcosa che ancora non avevo giocato di Ubisoft. Assassin’s Creed: Rogue, ad esempio, che era anche l’unico capitolo che mancava alla mia collezione oltre a Valhalla (che temo non inizierò mai, per l’impressionante quantità di ore richieste per completarlo). Ma anche Far Cry: New Dawn, sul quale non ho voluto scrivere nulla per evitare di scadere nella blasfemia. Ma complice un infortunio che mi sta bloccando a letto da quasi due mesi – ringraziamo il corpo umano per questo splendido periodo, ho deciso di rituffarmi in una serie che non toccavo da anni. Sono quindi andato in quel di Londra, per creare una squadra di hacker pronti a rovesciare un governo corrotto e proteggere gli innocenti. Et voilà, Watch Dogs: Legion è servito.

Devo dire che ho sempre sentito parlare abbastanza bene di Watch Dogs: Legion, terzo capitolo di una serie partita con tante premesse e massacrata (giustamente) al lancio del primo gioco nel 2014 per aver palesemente mentito ai giocatori. Già con il secondo capitolo (qui la nostra recensione) le cose migliorarono sensibilmente, anche se con un netto cambio di tono e di ambientazione – una linea editoriale che Ubisoft segue ormai da anni, e che si ritrova anche nei vari AC e Far Cry. Anche Legion, da quanto sapevo (ed ecco anche la nostra recensione di Legion), aveva saputo compiere un balzo in avanti, e a dirla tutta è anche il videogioco della scuderia francese che più mi stuzzicava, tra quelli ancora nel mio backlog. E oggi, dopo averlo concluso, posso dire di aver fatto bene a recuperarlo, ma di essere anche tremendamente incazzato con Ubisoft per aver sprecato un’altra occasione.

Perché nel mare di roba già vista che è Watch Dogs: Legion, c’è un’idea di base che, se sviluppata con un po’ più di coraggio, avrebbe potuto dare una spinta colossale al gioco Ubisoft, aiutandolo magari anche a evolvere non solo il genere ma la mentalità stessa dell’azienda ormai ferma da oltre un decennio su concept visti e rivisti in mille salse. La mancanza di un protagonista principale su Legion, che in realtà sono il giocatore stesso e la sua squadra di attivisti, è un modo che garantisce dinamicità al tutto, spingendo l’utente a sperimentare quasi come se ci trovassimo di fronte a un gioco di ruolo nel quale occorre avere a disposizione la miglior Legione possibile per liberare Londra.

Il fatto è che è mancato proprio quel guizzo finale, quella voglia di strafare dalla quale sarebbe nato qualcosa di davvero brillante. Certo, sono presenti le solite cose odiosissime alla Ubisoft, come le missioni secondarie che devi accettare, andare nel punto A a parlare con un NPC, andare nel punto B che è dalla parte opposta della città, fuggire dagli inseguitori, ritornare al punto A e così via. Sì, questa è una formula che inizia davvero a pesare. Ma la bellezza di Legion avrebbe potuto nascondersi proprio nelle sue infinite possibilità legate alla squadra, chiedendo al giocatore di interpretare determinati ruoli. Occorre infiltrarsi in un cantiere? Non possiamo farlo se non con un operaio, l’attivista perfetto. Dobbiamo penetrare in una serata di gala, per spiare o hackerare un bersaglio? Serve un profilo di alto rango della società, magari un politico.

E invece no. Tutto questo aspetto, curato sotto il profilo delle caratteristiche peculiari degli NPC che possono diventare attivisti con l’arruolamento, viene invece completamente tralasciato quando arriva realmente il momento di giocare. Se si può dire che gli sviluppatori abbiano fatto tanto in termini di possibili abitanti da impersonare, è anche vero che il design delle missioni non si lega mai al concept di Legion, il che è la vera sconfitta di questo Watch Dogs che sembrava nascere proprio da queste premesse.

Resta divertente, quello sì. Legion è uno svago, un gioco da prendere alla leggera – anche se nasconde temi e alcune particolari missioni davvero pesanti, e anche questo è un valore aggiunto per l’opera che ha provato a diventare seria -, senza sforzarsi troppo. Come purtroppo accade fin troppo spesso a Ubisoft negli ultimi anni.

Watch Dogs 2

La realtà dei fatti, in fin dei conti, è che i protagonisti di Legion appaiono come delle semplici reskin dello stesso utente, perché nessuno di loro è davvero indispensabile. Non importa che abbiate arruolato un giudice, un designer di videogiochi o un senzatetto: le operazioni da compiere saranno sempre le solite, suddivise tra quattro o cinque attività che si ripetono all’infinito (nei limiti del gioco).

E di questo, purtroppo, me ne sono reso conto fin troppo presto: per completare il 90% delle missioni basta cercare un valido drone da carico, usarlo come zattera volante per arrivare nel punto richiesto, e svignarsela via in un attimo. Ubisoft, ma porca miseria: avevi tutto quel bendidio, e hai fatto solo il compitino. Di nuovo. E che cacchio, che occasione sprecata! Non chiedevo qualcosa di incredibile come Zelda: Tears of the Kingdom, ma certo per una volta si poteva pensare di osare qualcosa in più…

Watch Dogs: Legion è uno dei nuovi titoli di PlayStation Plus di maggio.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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