Tredici anni fa, Nintendo e Capcom hanno deciso di sperimentare un nuovo modo di affrontare il videogioco. Grazie infatti alle possibilità offerte dal mai troppo venerato DS, le due aziende giapponesi sono state in grado di realizzare e portare negli scaffali Ghost Trick: Detective Fantasma. La genale mente di Shu Takumi è riuscita a sfruttare appieno le peculiarità della console con doppio schermo della casa di Kyoto, realizzando un puzzle game divertente e fuori dagli schemi.
Ebbene, per la gioia di molti Ghost Trick: Detective Fantasma è tornato alla ribalta, grazie ad un’opera di rimasterizzazione voluta da Capcom al fine di dare a tutti i giocatori moderni la possibilità di affrontare il trial & error dell’avventura di Sissel.
Versione provata: PlayStation 4
Si inizia…dalla fine
Un uomo vestito di rosso riverso a terra e un pericoloso sicario che minaccia una ragazza dai capelli rossi di nome Lynne: è questo l’incipit narrativo di Ghost Trick. La scelta attuata da Takumi è stata fin da subito quella di presentare due dei personaggi principali senza troppi fronzoli, così da stimolare la voglia di progressione nella mente del giocatore, soprattutto per comprendere le vicende antecedenti alla dipartita del protagonista.
La narrazione richiede quindi di aiutare Sissel a ricostruire il suo passato, così da poter meglio comprendere l’intreccio di situazioni che hanno portato alla prematura scomparsa, ma anche ad approfondire il rapporto con la ragazza, che in un qualche modo sembra coinvolta in una vicenda più complessa del previsto. I diciotto capitoli presenti contengono naturalmente cliché tipici delle trame nipponiche, non disdegnando però diversi colpi di scena, che porteranno a raggiungere i titoli di coda dopo una decina di ore senza alcun tipo di appesantimento.
Tutti i pezzi del puzzle
Dopo una piccola sequenza di dialoghi (interamente tradotti in italiano) l’anima di Sissel si risveglia, realizzando al contempo di possedere poteri particolari utili a mutare il corso degli eventi. Lo spirito del giovane è infatti in grado di prendere possesso di alcuni oggetti e talvolta di azionarli, così da compiere azioni capaci di stravolgere le situazioni. L’anima puzzle del gioco è quindi subito messa in chiaro: riuscire a trasferire l’essenza del protagonista attraverso vari “ospiti” inanimati al fine di raggiungere la soluzione dello schema. Oltre a queste capacità, verrà subito reso noto anche il fattore tempo: nel caso in cui ci si imbatta in un cadavere, sarà infatti possibile tornare indietro di 4 minuti per cercare di sfatare il triste epilogo.
Dal punto di vista del gameplay, Capcom ha dovuto ovviamente apportare delle modifiche rispetto all’originale opera uscita su Nintendo DS, soprattutto a causa della mancanza del pennino e del secondo schermo. Su console fisse i comandi sono stati quindi completamente rimappati così da rendere fruibile ugualmente il titolo anche senza uno stilo (fatta la dovuta eccezione con Switch, per il quale il touch screen è ampiamente utilizzato per interagire con le situazioni).
Per risolvere i vari schemi sarà quindi richiesto uno spirito d’osservazione di prim’ordine, oltre ad una capacità di intuizione e tempismo non indifferente, a maggior ragione per le fasi finali dell’avventura.
La morte si fa bella
Il lavoro di rimasterizzazione effettuato dalla casa di Osaka è stato certosino e tutt’altro che superficiale. Come dicevamo poco sopra, il materiale originale era dedicato ad uno schermo di risoluzione abbastanza contenuta (256 x 192). Ebbene, in questo caso il team di sviluppo è riuscito nella non banale impresa di portare il 1080p senza sgranature di sorta, rifinendo ogni sagoma maniacalmente al punto da raggiungere qualità pari ad un prodotto creato appositamente per le piattaforme contemporanee. Anche il comparto sonoro ha avuto un processo di ammodernamento non indifferente, proponendo le varie colonne sonore riarrangiate da Yasumasa Kitagawa con una qualità audio pressoché impeccabile.
Purtroppo l’unico neo è rappresentato dalle barre laterali, rimasuglio del formato 4:3 dell’epoca. La scelta attuata da Capcom risulta infatti abbastanza inspiegabile ed anacronistica, e non permette di gustare appieno il magistrale lavoro di rinnovamento di cui la produzione gode.
Per quanto concerne i contenuti aggiuntivi presenti in questa nuova edizione, la casa di Osaka ha optato per inserire un’enciclopedia contenente la descrizione di tutti i personaggi, un minigioco denominato Ghost Puzzle e una galleria di immagini e artwork inediti.
PUNTI DI FORZA
- Grafica e sonoro di qualità
- Controlli pregevoli che non fanno rimpiangere lo stilo
PUNTI DEBOLI
- Le bande laterali sono un pugno in un occhio
- Chi lo ha giocato ai tempi non troverà grandi stimoli per affrontarlo nuovamente
Ghost Trick: Detective Fantasma è tornato per farsi amare da tutti i giocatori. La nuova veste di Sissel e compagni è in grado di abbracciare il pubblico moderno con un concept di gioco fuori dagli schemi ed una trama accattivante, capace di coinvolgere fin dal principio grazie all’ottima regia e sceneggiatura. Gli amanti dei puzzle game non devono assolutamente lasciarsi sfuggire questa perla, a maggior ragione se non colta ai tempi del Nintendo DS.
Scrivi un commento