In occasione dell’imminente ritorno di Rayman, che sarà protagonista del terzo e ultimo DLC di Mario + Rabbids: Sparks of Hope alla fine di agosto, omaggiamo la storia di questa indimenticabile mascotte di Ubisoft.
Rayman è il protagonista dell’omonima serie di videogiochi platform sviluppati da Ubisoft, e lanciato per la prima volta nel 1995 su PlayStation, Atari Jaguar e Sega Saturn. Creato da Michel Ancel, il personaggio ottenne un notevole successo al suo debutto, tanto da dare origine a un franchise con vari sequel principali e anche spin-off, tra i quali numerosi giochi dedicati ai Rabbids.
Per omaggiare il ritorno di Rayman a ben dieci anni di distanza dalla sua ultima apparizione su console, abbiamo quindi deciso di fare un sano tuffo nel passto. Eccoci dunque qui, in uno speciale dove vi raccontiamo in poche parole tutti i giochi appartenenti alla serie.
Abbiamo deciso di escludere dalla lista molti giochi sportivi del franchise, a eccezione di Rayman M, e soprattutto i tanti porting, spin-off mobile, remake e demake che i capitoli principali hanno avuto nel corso degli anni. La lista, in quel caso, sarebbe davvero lunghissima.
Rayman (1995)
Dopo tanti anni di gestazione (i primi prototipi di Rayman di Ancel risalgono alla metà degli anni ’80), Ubisoft offre al designer finalmente l’opportunità di dare forma al suo sogno: un platform coloratissimo, artisticamente sublime e anche particolarmente difficile, con una melanzana come protagonista. Nasceva così il mito di Rayman, storica mascotte dei videogiochi negli anni ’90 che ha purtroppo ottenuto molto meno di ciò che meritava.
Il primo gioco della sua serie, in ogni caso, fu un grande successo, e spinse il publisher francese a continuare a puntare sul simpatico personaggio con gli arti separati dal resto del corpo e capace di mosse audaci e variegate, molto più che altri concorrenti del genere.
Rayman 2: The Great Escape (1999)
Come Super Mario qualche anno prima, anche per Rayman arriva l’occasione di entrare nel mondo dei platform in tre dimensioni, e lo fa con un botto che ancora oggi è tra i motivi dietro l’esplosione di Ubisoft in quegli anni. Proponendo un titolo tutto sommato più semplice e accessibile rispetto al suo predecessore, Rayman 2 esplorava mondi e personaggi ben più oscuri di altri suoi concorrenti del genere, e questo forse fu una delle chiavi del successo. Il gioco aveva un comparto artistico che sembrava uscito da una favola, seppur sia invecchiato notevolmente sotto il profilo della giocabilità.
Rayman M (2001)
Anche conosciuto come Rayman Rush o Rayman Arena, perché un titolo solo non bastava, è il primo titolo sportivo nella storia del personaggio, una sorta di emulo dei vari Mario Party, Crash Bash e così via. Basandosi su corse e combattimenti in modalità multigiocatore, il gioco venne accolto in maniera abbastanza tiepida dalla critica a causa di una serie di ingenuità di fondo, anche se alcuni giocatori lo ricordano con piacere ancora oggi. Certo è che la deriva sportiva di Rayman non ha mai avuto l’impatto sperato, e infatti anche gli spin-off successivi, che non tratteremo, non ebbero fortuna.
Rayman 3: Hoodlum Havoc (2003)
Sequel in perfetta continuità con il suo predecessore, Rayman 3 non ebbe però lo stesso successo. Parliamo pur sempre di un platform 3D molto intenso, coloratissimo e divertente, ma le atmosfere più serie toccate da Rayman 2 erano state alleggerite e condite con più senso dell’umorismo, cosa che a qualcuno non era piaciuto. Si perde inoltre parte della componente platform di precisione, adottando misure più permissive nei confronti dei giocatori. È stato con Rayman 3 che Ubisoft ha probabilmente cercato di farne un prodotto di massa, tentativo però fallito nonostante i buoni propositi e la riuscita del prodotto.
Rayman: Hoodlum’s Revenge (2005)
Hoodlum’s Revenge è un sequel diretto di Rayman 3 pubblicato su Game Boy Advance, a dire il vero senza successo. Il gioco non ha raggiunto le aspettative, la critica e il pubblico non lo amarono come la serie principale, e il gameplay, mostrato da una prospettiva isometrica e con livelli che includevano anche Globox tra i personaggi giocabili, non ha mai dato alcuna soddisfazione.
Rayman: Raving Rabbids (2006)
Mentre la serie principale restava ancora ad aspettare, ecco che nel 2006 arriva un titolo per certi versi davvero sorprendente. Ubisoft rielabora i pestiferi Rabbids della serie di Rayman in un videogioco fatto interamente di minigiochi, e improntato su un’atmosfera ricca di umorismo, risate e divertimento. E dire che questo titolo è quasi nato per caso: Ubisoft aveva infatti inizialmente dato il via ai lavori su Rayman 4, prima di abbandonarli e virare totalmente su un altro genere.
Rayman: Raving Rabbids 2 (2007)
A differenza del primo capitolo di questa serie spin-off, che poi darà il via al subfranchise dei Rabbids, il secondo Raving Rabbis fu una cocente delusione. I minigiochi erano qualitativamente inferiori al suo predecessore, e soprattutto molto meno divertenti. Nonostante alcune interessanti idee legate alle novità, il gioco si rivelò essere una pagina molto dimenticabile della storia di Rayman e dei pestiferi conigli.
Raynam: Raving Rabbids TV Party (2008)
L’ultimo gioco della serie spin-off di Raving Rabbids tornava invece su binari decisamente migliori. Sfruttando le nuove possibilità di Nintendo Wii, unica console di riferimento oltre a Nintendo DS su cui invece c’era un porting di livello inferiore, questo nuovo titolo realizzato da Ubisoft Paris riproponeva l’ormai consolidata formula di minigiochi e sfide, prendendo in giro la televisione e il mondo del cinema senza peli sulla lingua. Il responso fu generalmente migliore dei suoi predecessori, ma evidentemente non abbastanza da seguire nuovamente questa strada.
Rayman Origins (2011)
Proprio nel momento in cui nessuno più ci sperava, Ubisoft tira fuori dal cilindro Rayman Origins, un capolavoro senza se e senza ma del genere platform. La serie torna, proprio come suggerisce il titolo, alle sue origini in due dimensioni, con livelli lineari ma via via sempre più difficili – le prove a tempo ancora sono un incubo per alcuni.
Implementando inoltre la coop fino a 4 giocatori, Rayman Origins è ancora oggi ricordato per uno stile artistico superlativo, con ambienti e colori che non invecchieranno mai. Un gioco mastodontico e perfetto, e finalmente il grande rilancio di Rayman.
Rayman Legends (2013)
Due anni dopo, Rayman torna, e lo fa con un nuovo capolavoro, Rayman Legends, forse addirittura migliore del suo predecessore. Il gameplay non cambia ma si evolve aggiungendo alcune novità come Murfy, che su Wii U doveva rappresentare l’enorme feature legata al pad con schermo. Non lo fu, ma il gioco, poi lanciato anche su altre console casalinghe e portatili, include una quantità esagerata di contenuti, e ancora oggi è semplicemente stupendo da guardare e da giocare.
La cosa che più dà fastidio, ovviamente, è che il gioco non è riuscito a soddisfare le aspettative di vendita di Ubisoft, fermandosi a circa 5 milioni di copie nel 2019. Un peccato enorme, perché da allora Rayman è ancora chiuso nelle gabbie di Ubisoft…
Scrivi un commento