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Oppenheimer – Perché alcune scene sono in bianco e nero?

Oppenheimer, il nuovo film di Christopher Nolan, è finalmente arrivato in Italia dopo quasi un mese dalla release in America. 

Come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione, che potete leggere qui, Nolan è stato capace di costruire un racconto crudo e appassionato di una delle figure più importanti del XX secolo, l’uomo dalla cui mente è nata la bomba atomica. 

Come sempre nello stile di Nolan, tuttavia, Oppenheimer non si mostra in modo lineare, e anzi non solo alterna piani temporali differenti ma anche stili differenti per raccontare le vicende dello scienziato. Possiamo infatti distinguere due importanti tipi di sequenze, quelle cioè a colori (rappresentano la maggior parte del film) e quelle in bianco e nero. Ma qual è il loro significato?

Oppenheimer – Il significato delle scene in bianco e nero

La risposta a questo interessante quesito, che anche moltissimi spettatori americani si sono posti nel momento dell’uscita del film, è stata data dallo stesso Nolan, che in effetti ha dato un leggero indizio nelle prime sequenze della pellicola.

I due stili utilizzati per raccontare attraverso le immagini, a colori e in bianco e nero, rappresentano infatti le due storie che Nolan ha voluto mostrare all’interno della sua pellicola. O meglio, mostrare la stessa storia ma da due punti di vista, quello cioè del protagonista, interpretato da Cillian Murphy, e quello che potrebbe essere di uno spettatore esterno, più imparziale e privo di alcuni elementi importanti.

Nolan ha spiegato in un’intervista questa sua curiosa scelta:

Ho scritto la sceneggiatura in prima persona, cosa che non avevo mai fatto prima. Non so se qualcuno l’abbia mai fatto, o se sia qualcosa che la gente fa o non fa… Il film è quindi sia oggettivo che soggettivo […] Le scene a colori sono soggettive, quelle in bianco e nero sono oggettive. Ho scritto le scene a colori in prima persona.

Una scelta non usuale, ma neppure inedita: lo stesso Nolan adottò uno stile simile in uno dei suoi migliori film, Memento, anche se in quel caso le finalità narrative erano ben altre.

In Oppenheimer, infatti, il bianco e nero può essere visto come una sorta di punto di vista di Lewis Strauss (Robert Downey Jr), in effetti onnipresente in tali sequenze, ma anche come un cambiamento della mentalità del protagonista, il quale, dopo la conclusione del Progetto Manhattan, vede ormai perso il suo senso di speranza e mediazione per l’umanità, in un mondo che invece sceglie di schierarsi tra USA e Russia nella Guerra Fredda.

Il film è interpretato da Cillian Murphy nel ruolo di J. Robert Oppenheimer e da Emily Blunt nel ruolo della moglie, la biologa e botanica Katherine “Kitty” Oppenheimer. Il premio Oscar Matt Damon interpreta il generale Leslie Groves Jr., direttore del Progetto Manhattan, e Robert Downey Jr. interpreta Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione statunitense per l’energia atomica. La candidata all’Oscar Florence Pugh interpreta la psichiatra Jean Tatlock, Benny Safdie interpreta il fisico teorico Edward Teller, Michael Angarano interpreta Robert Serber e Josh Hartnett interpreta il pionieristico scienziato nucleare americano Ernest Lawrence.

Oppenheimer è interpretato dal vincitore dell’Oscar Rami Malek e questo film vede Nolan riunirsi con l’attore, scrittore e regista otto volte candidato all’Oscar Kenneth Branagh. Il cast comprende anche Dane DeHaan (Valerian e la città dei mille pianeti), Dylan Arnold (serie Halloween), David Krumholtz (La ballata di Buster Scruggs), Alden Ehrenreich (Solo: A Star Wars Story) e Matthew Modine (Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno).

Il film è tratto dal libro vincitore del premio Pulitzer American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e del compianto Martin J. Sherwin. Il film è prodotto da Emma Thomas, Charles Roven di Atlas Entertainment e Christopher Nolan. Oppenheimer è girato sia in IMAX 65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include, per la prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica IMAX in bianco e nero.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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