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[Recensione] MythForce

I possessori di una carta di identità che richiami come periodo di nascita la decade 1980-1990 ricorderanno molto probabilmente con grande nostalgia il sabato e la domenica mattina. Durante quelle ore infatti, in televisione andavano in onda una moltitudine di cartoni animati che distraevano piacevolmente le menti giovani, in attesa che arrivasse il pranzo. Alcuni fulgidi esempi di produzioni che hanno plasmato intere generazioni sono sicuramente He-Man e i dominatori dell’universo e G.I. Joe, capaci di intrattenere e divertire grazie ai loro valori e colori.

I giovani dell’epoca sono naturalmente diventati grandi, e da spettatori hanno deciso di diventare autori, ma non di cartoni animati, bensì di videogiochi: ecco cosa ha spinto Beamdog a creare MythForce.

Versione provata: PlayStation 5

Per il potere dell’RNG!

MythForce si colloca nel sempre più affollato universo dei roguelike, ossia un sottogenere dei giochi di ruolo caratterizzato dall’esplorazione di livelli generati proceduralmente, dove la morte del personaggio è permanente. In caso di dipartita infatti, è necessario ripartire daccapo senza alcun progresso mantenuto, fatte alcune eccezioni.

Dopo aver avviato il gioco, si assiste ad un filmato in stile cartone animato davvero pregevole e ben realizzato, utile unicamente ad introdurre le semplici vicende narrative: i quattro eroi protagonisti sono chiamati ad affrontare le orde malefiche del perfido cattivone di turno al fine di poterlo debellare definitivamente così da riportare la pace e la serenità. Al termine del video, MythForce catapulta immediatamente nella scelta del personaggio e nell’azione, senza soffermarsi troppo in spiegazioni relative alle meccaniche, che non avrebbero tuttavia affatto guastato.

La progressione della campagna, se così vogliamo chiamarla, si svolge su una serie di nove livelli, suddivisi in tre capitoli. Ciascun capitolo contiene a sua volta tre livelli generati casualmente, nel cui ultimo alberga un potente boss da dover debellare per poter proseguire.

A favorire la riuscita dell’impresa, vengono in soccorso diversi accessori e potenziamenti che, una volta trovati nell’esplorazione delle varie ambientazioni, garantiscono al possessore diversi bonus di combattimento o difesa per tutta la durata della run (in caso di morte naturalmente si perderà tutto). Dal punto di vista della progressione “duratura”, l’unico modo per acquisire un upgrade permanente è quello di spendere l’oro accumulato presso i mercanti presenti prima dell’inizio della partita.

Tutto il resto è…

Dal punto di vista del gameplay, MythForce si limita a creare determinate arene all’interno delle quali vanno eliminati tutti i nemici così da aprire il cancello e poter proseguire nell’esplorazione. Come è facile intuire, la ripetitività bussa rapidamente alla porta del titolo sviluppato Beamdog, compromettendo fortemente la fruizione sul medio termine. Si denotano fin dal principio infatti importanti lacune di variabilità, che rappresenta la vera spina dorsale del genere roguelike.

A poco servono le diverse abilità ed armi dei protagonisti, visto che il tutto si limita solamente ad una sequenza di arene piene di nemici intervallate da qualche mercante e da un boss di fine area. Anche le ambientazioni procedurali alla fine non lo sono molto: è capitato a più riprese infatti di notare gli stessi layout con la medesima disposizione delle trappole e ciò non fa altro che inficiare ulteriormente l’esperienza, lasciando un retrogusto di stantio. L’unica parte veramente approfondita è quella relativa ai vantaggi e agli incantesimi acquistabili, che tuttavia faticano a sorreggere il peso dell’intera produzione. Purtroppo, nemmeno i diversi livelli di difficoltà offrono al giocatore spunti per affrontare continuamente l’avventura, dato che l’unico “premio” elargito è quello di avversari e boss ancora più ardui da abbattere.

L’azione, totalmente in prima persona, darà la possibilità di attaccare sia con armi corpo a corpo che con strumenti a distanza. Questi ultimi risultano molto più soddisfacenti rispetto alle canoniche spade, soprattutto per una miglior gestione delle hitbox e del feedback del colpo, che è invece molto superficiale negli incontri ravvicinati. Buona invece la diversificazione dei nemici, presenti in una quantità idonea e con caratteristiche spesso ben definite uno dall’altro.

Arte Tecnica

Per quanto le sequenze animate di inizio gioco e di avvio capitolo siano assolutamente eccezionali, MythForce utilizza durante il gameplay una grafica in cel shading luminosa, molto colorata ma poco definita, soprattutto nei confronti dell’ambiente circostante. Lo stile dei protagonisti è invece buono, anche se non particolarmente memorabile.

Il comparto sonoro purtroppo non aggiunge nulla in termini di valore al gameplay, risultando piatto e talvolta completamente assente di musiche, acuendo ulteriormente la ridondanza dell’azione a schermo.

6.3
Review Overview
Riassunto

MythForce è un prodotto che sulla carta ha un potenziale davvero interessante. I cartoni animati anni '80 in miscela con il genere roguelike sono un'alchimia abbastanza inedita per il mondo videoludico. Purtroppo la ripetitività non consente al titolo di esprimere al massimo questi valori, relegandolo ad un'anonima esperienza.

Pro
Le sequenze animate sono eccellenti Buona varietà di incantesimi...
Contro
..ma solo di quelli Ripetitivo Comparto sonoro insufficiente
  • Concept & Trama6
  • Gameplay5.5
  • Comparto Artistico7
  • Comparto Tecnico6.5
Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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