In un finale dal sapore agrodolce per i personaggi che abbiamo imparato ad amare in Rebels, Ahsoka (Rosario Dawson), Sabine (Natasha Liu Bordizzo) ed Ezra Bridger (Eman Esfandi) danno prova di tutte le loro abilità per lo scontro con Thrawn (Lars Mikkelsen), che in realtà è andato (quasi) esattamente come ci si poteva aspettare.
La prima stagione di Ahsoka (una seconda stagione non è mai stata confermata ufficialmente, ma il finale di questo ottavo episodio lascia intendere che servirà un altro pezzo del puzzle prima del film crossover conclusivo) lascia gli spettatori con tantissima azione, scontri epici tra il Lato Chiaro e il Lato Oscuro, ma come ogni serie tv che si rispetti lascia aperte sottotrame intelligenti e interessanti, che troveranno probabilmente riscontro in un futuro corso di nuovi episodi – sperando che non arriveranno tra 2 o 3 anni, ecco.
Poca trama, tanti fatti: Ahsoka 1×08, nei suoi circa 45 minuti, deve giungere a una risoluzione finale, non per forza positiva per tutti, e per farlo porta tutti gli scacchi nello stesso punto. Thrawn è pronto a tornare nella Galassia per rifondare un Impero disgregato, Ahsoka non può permettere che ciò accada, in un episodio che più che mai va ad abbracciare concetti di magia ed esoterismo che di fatto legittimano, anche in live action, quello che i fan di Star Wars sapevano già da tempo. Ed è un peccato che, in tal senso, il personaggio di Morgan Elsbeth (Diana Lee Inosanto) risulti in fin dei conti quello più sprecato per l’interessantissimo potenziale che resta inespresso, al momento. Ma mai dire mai, specie alla luce di quello a cui si assiste in questo a tratti anche bizzarro episodio.
Se però sperate che tutto arrivi a una conclusione, abbiamo brutte notizie per voi. Ahsoka è sempre stata concepita come un tassello, seppur fondamentale, del grande mosaico della Nuova Repubblica, un intreccio di storie e personaggi che hanno avuto il duro compito di colmare quel vuoto narrativo lasciato dalla Trilogia Sequel e i suoi immensi dubbi – anche qualitativi. L’amaro in bocca, però, non si manifesta, e anzi di fronte a un ribaltamento della situazione in stile Alessandro Borghese si riallaccia al futuro con intriganti prospettive.
La chiosa finale, purtroppo, la dedichiamo a Ray Stevenson. Il compianto attore ha interpretato fugacemente Baylan Skoll in questo finale di stagione, e possiamo dirvi, senza alcun tipo di spoiler, che la sua storia non si concluderà mai in modo soddisfacente. Non sappiamo gli eventuali piani futuri di Lucasfilm per il personaggio, ma l’attore di Thor e Black Sails, sfortunatamente scomparso a maggio, non sarà più parte della Galassia Lontana Lontana, che almeno in parte lo ha omaggiato con una intensa sequenza fatta di silenzi.
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