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[Recensione] Fate/Samurai Remnant

Il franchise Fate ha iniziato la sua storia con una serie di visual novel, ma successivamente è stato arricchito da anime prodotti da Ufotable, diversi manga, nonché videogiochi dei generi più svariati. Non c’è quindi da stupirsi quando allo studio Omega Force di Koei Tecmo è stato affidato il compito di sviluppare Fate/Samurai Remnant, la commistione tra un RPG ed un musou ambientato nel periodo Edo, ossia nel XVII secolo.

Lo studio Omega Force non è nuovo a questo tipo di operazioni: li abbiamo già visti alle prese con delle licenze importanti, come Berserk e Attack on Titan, fino ad arrivare all’ottimo Persona 5 Strikers. La formula è ormai collaudata alla perfezione: sovrapporre skin di marchi famosi a una formula altrettanto familiare.

Sebbene non abbiano partecipato direttamente allo sviluppo di Fate/Samurai Remnant, lo sceneggiatore della visual novel originale Kinoko Nasu e Hiraku Sakurai, noto per il suo popolarissimo gacha Fate/Grand Order hanno supervisionato i lavori. Vediamo insieme com’è andata!

Il rituale della Luna Crescente

Come dicevamo, la storia è ambientata nel Giappone del XVII secolo, durante l’epoca Edo o Tokugawa. Il protagonista della vicenda è Miyamoto Iori, un personaggio storico realmente esistito esperto dell’arte del Niten Ichiryou, nonché allievo e figlio adottivo del famoso Miyamoto Musashi, uno dei cosiddetti “Santi della Spada”. Quando a Edo scoppia la guerra del Santo Graal, Saber, una misteriosa Servant, appare improvvisamente a Iori eleggendo lui come Master. Da quel momento i due cercheranno insieme di raggiungere quello che è l’obiettivo di ogni combattente della suddetta guerra: l’Incarnazione della Luna Crescente (o Waxing Moon Vessel), che è in grado di esaudire qualsiasi desiderio del vincitore.

Ma aspettate un attimo, direte voi! Cos’è questa storia della Luna, dei Servant e dei Master? Questi sono presupposti che chi conosce il marchio Fate ha già bene in mente, ma i nuovi arrivati potrebbero sentirsi un po’ spaesati. La narrazione di Fate/Samurai Remnant si premura di spiegare tutto nei minimi dettagli, il che per chi non ha familiarità con il franchise sarà un grande vantaggio, ma chi è un fan di lunga data si dovrà sorbire un inizio incredibilmente prolisso. Il prologo è caratterizzato difatti da molti dialoghi che lasciano trasparire quanto Fate sia innanzitutto una visual novel, ma bisogna riconoscere come questa mole di testo sia necessaria per attirare i nuovi giocatori, spiegando chi è chi e come funziona tutto.

Nel complesso, la trama si è rivelata un punto di forza di Fate/Samurai Remnant. La storia tiene incollati allo schermo; è suddivisa in 6 capitoli più un prologo di due ore, e completando praticamente tutte le missioni secondarie disponibili ed esplorando un po’ all’occasione si impiegano all’incirca 24 ore. È inoltre disponibile la modalità NG+, che permette di trasferire la maggior parte delle abilità acquisite, aggiunge un livello di difficoltà superiore e, cosa forse più importante, consente di saltare il già citato prologo.

Un semplice musou? Niente affatto!

E ora parliamo di ciò che interessa ai veri samurai, ovvero il gameplay. Dobbiamo dire che è veramente solido e spettacolare. Va innanzitutto fatta una premessa: Fate/Samurai Remnant non è un tipico rappresentante del genere musou, essendo piuttosto un misto di hack & slash e Action RPG, con una spolverata Like a Dragon che non guasta mai. Nei panni di Iori, esploreremo i vari quartieri di Edo, svolgendo missioni secondarie per gli NPC, combattendo e, naturalmente, portando avanti la trama principale. Certo, non c’è la stessa varietà delle avventure di Kiryu e Ichiban, non giocheremo tanti minigiochi e le missioni secondarie sono molto meno varie, ma la somiglianza ci è sembrata incredibilmente evidente, soprattutto, vuoi per l’ambientazione, con Like a Dragon: Ishin!

Gli scontri sono estremamente dinamici, spettacolari e impegnativi al punto giusto. Le battaglie non si svolgono in enormi arene in cui bisogna combattere le varie ondate di nemici, ma in luoghi molto più piccoli e circoscritti. A parte i boss, nessuno di essi dovrebbe richiedere un tempo esorbitante per essere completato: la maggior parte si esaurisce in meno di un minuto.

Iori userà come arma solo una katana che sarà possibile migliorare tramite il crafting. Inoltre adotterà cinque stili di combattimento diversi, basati su elementi specifici (quattro si acquisiscono nella storia e uno deve essere acquistato nell’appartamento del protagonista), ognuno dei quali viene utilizzato in modo leggermente diverso. Uno è caratterizzato da colpi veloci, un altro viene utilizzato specificatamente per abbattere gli “scudi” nemici, mentre un altro ancora adotta attacchi lenti, ma devastanti. In teoria, l’intero gioco può essere completato utilizzando solo uno di essi, ma Fate incoraggia a usarli tutti, dando bonus specifici e molto utili ogni qual volta passeremo da uno stile all’altro nel momento giusto. Percepire il quando cambiare stile è molto facile, perché non solo il personaggio controllato inizia a “brillare” in un determinato momento, ma inoltre di solito veniamo avvisati con un messaggio a lato dello schermo.

Potremo anche beneficiare dell’aiuto dei Servant. Saber sarà quasi sempre al nostro fianco e col tempo avremo accesso ai servizi dei cosiddetti Rogue Servant, che potremo aggiungere alla squadra. Alcuni di questi personaggi svolgono un ruolo importante nella trama, mentre altri vengono acquisiti attraverso missioni secondarie. Solo Saber gode della facoltà di cambiare le skill a sua disposizione, mentre gli altri sono condannati a queste poche che hanno di default.

Non aspettatevi una complessità simile a quella di Devil May Cry o di Bayonetta, ma se siete alla ricerca di un po’ di spettacolo e di divertimento vi troverete perfettamente a vostro agio. Ci imbatteremo spesso in nemici circondati da scudi speciali, che dovremo indebolire utilizzando la magia di Iori, le abilità dei Servant o attaccando al momento giusto. Tutto ciò contribuisce piacevolmente alla spettacolarità delle dinamiche, permettendo a Fate di essere un gioco relativamente privo di stress, pur richiedendo un po’ di attenzione e di impegno.

Anche le katane più affilate vanno curate a dovere…

Ora però arriviamo alle dolenti note. Pur riuscendo ad appagare l’occhio con il suo stile, Fate/Samurai Remnant presenta delle ambientazioni abbastanza spoglie. Il titolo mantiene un frame rate costante, ma il prezzo da pagare, anche su PC, è la scelta tra la modalità performance, che sacrifica dettagli grafici con l’obiettivo di raggiungere i 120 frame al secondo, e la modalità graphics, che però blocca il gioco a 60 fps. Quindi, anche con una configurazione particolarmente performante non potrete godervi Fate al massimo dei dettagli e a un frame rate elevato. Questa problematica, combinata con la mancata presenza di un selettore per il Field of View, il non permettere la scelta sul tipo di antialiasing da attivare e l’assenza del supporto delle risoluzioni ultrawide, ci consegna uno dei porting PC più basilari degli ultimi anni. È decisamente una brutta sorpresa da parte di Koei, soprattutto visto l’impegno dedicato ai porting di Nioh 2 e di Wo Long: Fallen Dynasty, che erano molto ricchi di opzioni. Insomma, un approccio totalmente da rivedere. Fate/Samurai Remnant risulta inoltre verificato su Steam Deck, anche se il mancato supporto ai 16:10 ci fa visualizzare le classiche bande nere alle estremità verticali dello schermo del dispositivo portatile Valve.

Pur tenendo conto di queste problematiche, Fate/Samurai Remnant può essere la perfetta introduzione alla saga di Kinoko Nasu anche per coloro che non si erano mai approcciati al franchise. I fan storici, d’altro canto, troveranno un gioco colmo di citazioni, e accoglieranno a braccia aperte uno dei migliori sistemi di combattimento e di gameplay visti in un musou.

Ringraziamo Plaion Italia per il codice review fornitoci.

8
Review Overview
Riassunto

Fate/Samurai Remant è un titolo decisamente sorprendente. Ci ha conquistato con la sua trama misteriosa e il suo gameplay spettacolare, e porta nuovo lustro al franchise storico di Kinoko Nasu. Peccato solo per la poca cura riservata ai suoi aspetti tecnici, ma ci troviamo ad ogni modo di fronte ad un ottimo amalgama tra un musou e un Action RPG.

Pro
Uno dei migliori sistemi di combattimento visti in un musou. Battaglie eccezionali grazie alla possibilità di sfoderare abilità spettacolari. Trama avvincente, e che non necessita della conoscenza del franchise Fate.
Contro
A volte i dialoghi spezzano troppo il ritmo dell’azione. Un porting decisamente deficitario e che avrebbe meritato maggior cura.
  • Concept & Trama9
  • Gameplay9
  • Comparto Artistico8.5
  • Comparto Tecnico5.5
Scritto da
Silvia SiL Mannu

Nel lontano 1990 entro in una sala giochi e scopro i cabinati arcade. Da quel momento, la passione per i videogames non mi ha mai abbandonata. Oggi sono una PC Gamer legata soprattutto a titoli action, giochi di ruolo, stealth e picchiaduro.

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