È nel suo secondo episodio che la seconda stagione di Loki, l’unico show dei Marvel Studios che davvero sembra avere un’anima dopo tanto tempo, fa esplodere la sua componente buddy comedy. Nel tentativo di trovare Sylvie (Sophia Di Martino), Loki (Tom Hiddleston) e Mobius (Owen Wilson) diventano un’affiatata coppia di agenti della polizia TVA, andando a caccia di indizi nel caos del multiverso.
Risolto il timesplit del protagonista, lasciato però in sospeso per ciò che è accaduto nei minuti conclusivi del primo episodio, è già tempo della seconda, importante missione. Loki, nel suo balzo temporale nel futuro, ha incontrato Sylvie alla TVA, e sapendo che tale futuro è immutabile, il Dio degli Inganni vuole saperne di più. Il problema è che la sua variante potrebbe essere ovunque e in qualsiasi tempo: con la morte di Colui che Rimane, la Sacra Linea Temporale si è disgregata in infinite ramificazioni, e chissà ora dove si trova la donna.
Da qui, Loki e Mobius dovranno ripercorrere i passi degli agenti della TVA dissidenti. La rivelazione sulla vera identità dei membri della TVA, in realtà varianti strappate alle loro linee temporali, ha portato ad alcune interessanti stravolgimenti per il multiverso, tanto che alcuni stanno cercando di recuperare la vita che avrebbero dovuto vivere. Uno di questi dissidenti, già conosciuto in precedenza, finisce suo malgrado al centro delle indagini di Loki e Mobius, i quali poi si lasciano andare a una dinamica poliziotto buono-poliziotto cattivo a dir poco particolare.
Mentre quindi il primo episodio andava spedito nella sua corsa contro il tempo, Loki 2×02 si prende tanto tempo per continuare l’introspezione dei personaggi, per farli dialogare ed esplorare, facendo intuire che nel corso della stagione scopriremo altri dettagli scottanti sulla TVA e il suo creatore. La prospettiva è molto affascinante, perché un immaginario come quello della Time Variance Authority è davvero unico.
La parte che forse funziona meno dell’intero episodio è proprio il finale, apparso un po’ raffazzonato e sbrigativo. La messa in scena poteva essere certamente diversa e meglio orchestrata, ma è anche vero che pensando a ciò che verrà dopo (abbiamo già visto i primi quattro episodi), alcune sottotrame andavano necessariamente concluse in poco tempo per pensare ai temi principali. E tra una settimana, a ben vedere, sarà già tempo di un importante colpo di scena.
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