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[Recensione] Endless Dungeon

Era il 2014 quando lo studio francese Amplitude  pubblicò Dungeon of the Endless, un progetto piccolo inserito nel filone Endless che già ci aveva regalato titoli 4X di stampo fantasy e spaziale. Un’opera minore, dicevamo, ma altamente innovativa: una sorta di tower defence ambientato in un dungeon, con influenze roguelite e strategiche. Quasi un decennio dopo, ecco il suo seguito spirituale, che riprende un concept simile in una forma molto più ambiziosa: ecco Endless Dungeon!

Aprite quelle porte

Per coloro che non conoscono il titolo originale, ecco alcune spiegazioni: abbiamo a disposizione un gruppo di 2 o 3 eroi il cui ruolo è quello di scortare un cristallo di energia montato sul dorso di un granchio meccanico attraverso una serie di piani con un numero potenzialmente infinito di nemici. Questi cercheranno il percorso più breve per raggiungere il cristallo con l’intenzione di distruggerlo, proprio come nei vecchi giochi tower defence. Ma qui la formula è molto diversa: ci troviamo in un dungeon inesplorato che richiama le atmosfere dei film di fantascienza, e dobbiamo aprire le porte una per una per rivelare il contenuto di ogni stanza, come forzieri e, soprattutto, pareti dalle quali si introducono i mostri alieni.

Aprire ogni porta ci farà accumulare risorse e ogni apertura aumenterà anche le possibilità che tutti i generatori di nemici scoperti si attivino, e liberino di conseguenza sciami di alieni in diversi angoli del dungeon: robot da combattimento, insetti, blob, spettri, ognuno dei quali godrà di forze e debolezze elementali diverse. Noi ovviamente non potremo tenere sotto controllo ogni singola zona e, mano a mano che esploreremo il dungeon, si scopriranno altri punti dai quali compariranno i nemici, e sarà quindi necessario sacrificare le risorse per costruire torrette del tipo giusto nel posto giusto, in modo tale da ottimizzare le nostre difese.

Molte sottigliezze entrano nel gioco, come l’ordine in cui aprire le porte, quali lasciare deliberatamente chiuse per costringere i nemici a fare un giro più lungo, e molti altri elementi gestionali, come la ricerca scientifica per ottenere nuove torrette, i potenziamenti per i vostri eroi e soprattutto le stanze che sceglieremo di illuminare o meno. Troveremo difatti delle stanze buie dove non potremo interagire con gli oggetti al loro interno, e starà noi scegliere se dare loro elettricità, nella speranza di trovare nuove armi e risorse, ma col timore di attirare nuovi nemici.

Sono anche presenti degli elementi che ravvivano ancora di più la situazione: ad esempio, ondate speciali, interruzioni di corrente o motivi diversi per muovere il granchio robotico all’interno del dungeon. Quest’ultima azione non manca mai di scatenare ondate di nemici, e la situazione può sfuggire rapidamente di mano se non si pianifica bene il percorso del robottino e le sue difese. Alla fine di ogni area non manca poi lo scontro con boss giganteschi e minacciosi, e starà a voi trovare il modo per venirne a capo.

Strategia di squadra

Rispetto al gioco precedente Endless Dungeon adotta uno stile 3d molto definito e colorato che ricorda l’ottimo Hades. E le similitudini tra i due giochi non si fermano qui: al termine di ogni run saremo teletrasportati nel Saloon, l’hub principale del gioco. Alcuni degli oggetti raccolti durante ogni partita contribuiranno a rendere i tentativi successivi diversi o un po’ più facili. Sbloccheremo potenziamenti per il cristallo, nuovi personaggi e, soprattutto, nuovi biomi alternativi da esplorare. Ce ne sono una decina in totale, con nuovi boss da affrontare e persino bevande che modificano completamente la difficoltà e la strategia da adottare. Per completare ogni run sono necessarie circa due ore e mezza, che non sono poche per un roguelite. Tutto questo se si riesce ad arrivare alla fine battendo l’ultimo boss, cosa che probabilmente non accadrà subito. Aspettatevi una manciata di sconfitte prima di arrivare all’obiettivo finale.

Durante ciascuna run si controlla direttamente uno degli eroi della squadra. In totale ce ne sono 8 tra cui scegliere, ognuno con un aspetto unico e poteri che ne definiscono il gioco. Ognuno di loro è in grado di fare un buon danno, ma certi sono più orientati ad essere utilizzati da support o da tank.

È quindi possibile creare squadre con sinergie molto diverse, soprattutto a seconda della scelta dei bonus sbloccati nel Saloon.

Meglio accompagnati che soli

Probabilmente l’aspetto più controverso di Endless Dungeon è la differenza radicale in termini di esperienza quando si gioca da soli o con altri giocatori. Giocando da soli, il gioco è molto più tattico. In tre giocatori in contemporanea si possono organizzare delle strategie vincenti e tenere sotto controllo un’area molto più vasta di ciascun piano rispetto alle partite in giocatore singolo. Dato che da soli è possibile controllare un solo personaggio alla volta, è necessario affidarsi alla limitata intelligenza artificiale dei compagni per gestire la situazione sugli altri fronti. È possibile passare rapidamente dall’uno all’altro in caso di necessità, ma è estremamente pericoloso nel bel mezzo di un combattimento, ed è meglio non farlo in situazioni complesse e fluide, come scortare il cristallo da una stanza all’altra verso l’uscita. Gli unici comandi che si possono impartire agli altri personaggi sono quelli di seguirci o di restare fermi. È impossibile dire loro di seguire il cristallo o di andare in una stanza specifica, a meno che non se ne assuma il controllo diretto.

Se ci sono situazioni urgenti che richiedono il nostro intervento durante l’attacco, ci si trova nei pasticci. Da un lato, il combat system di Endless Dungeon è assolutamente formidabile e anche l’intelligenza artificiale che controlla i compagni generalmente schiva gli attacchi nemici con maggiore perizia di un umano. D’altro canto, i compagni non usano mai l’abilità finale, non riparano le torrette e alcuni non usano nemmeno l’abilità di base. Se a questo si aggiunge il fatto che bisogna spostare i personaggi da soli per attivare le ricerche o i potenziamenti tra un’ondata e l’altra, il gioco in singolo diventa subito un po’ tedioso. Tuttavia, si impara presto ad aggirare il problema scegliendo i compagni più adatti da far controllare all’intelligenza artificiale e facendo in modo che difendano i punti chiave senza che necessitino del nostro intervento costante.

Nel multiplayer invece coordinarsi bene con gli altri giocatori e prendere le decisioni giuste è tutt’altro che facile quando l’apertura di una semplice porta può potenzialmente condannarvi al Game Over, fornendo una scorciatoia a un’orda di nemici inferociti. Se i vostri amici non sono degli strateghi particolarmente abili, è bene ridurre la difficoltà. Tuttavia, anche una partita interrotta rapidamente consente di potenziarsi nel Saloon, dove potremo dare il via ad una nuova run. In multigiocatore inoltre il ritmo è molto più veloce, perché non si deve fare tutto da soli e tutti dovrebbero trarre vantaggio dalla condivisione dei ruoli.

7.5
Riassunto
Riassunto

Endless Dungeon sorprende offrendo un'evoluzione ben congegnata di Dungeon of the Endless. Riesce a mescolare i generi e a offrire un gameplay sfaccettato, con una certa complessità, ma senza diventare troppo pesante o insostenibile in co-op. Il risultato è un rogue-lite con un buon equilibrio tra strategia e azione, con un forte tocco tattico in single-player e che richiede un buon lavoro di squadra e molta comunicazione in multiplayer. In entrambi i casi, è un gioco che dovreste provare per scoprire un gioco fresco e innovativo.

Pro
Un’ottima evoluzione del concept originale Stile grafico coloratissimo Molto divertente in co-op
Contro
L’IA dei compagni in singolo è troppo limitata Le singole run durano troppo
  • Concept & Trama7
  • Gameplay7
  • Comparto Artistico8
  • Comparto Tecnico8
Scritto da
Silvia SiL Mannu

Nel lontano 1990 entro in una sala giochi e scopro i cabinati arcade. Da quel momento, la passione per i videogames non mi ha mai abbandonata. Oggi sono una PC Gamer legata soprattutto a titoli action, giochi di ruolo, stealth e picchiaduro.

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