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DCEU Rewind | Batman v Superman: Dawn of Justice

Siamo al secondo film di quello che era conosciuto come DC Extended Universe, dicitura mai resa ufficiale da Warner Bros. ma utilizzata anche da alcuni dirigenti – già così, è chiaro che vi era un certo caos. Il secondo film. E se già il primo, Man of Steel, era risultato essere se non altro divisivo, il secondo capitolo scritto e diretto ancora una volta da Zack Snyder sarà un primo mattone sulla tomba del DCEU. Sì, parliamo proprio di Batman V Superman: Dawn of Justice.

La genesi di questo progetto non è stata affatto semplice, e penso che tutti possiamo convenire sul fatto che i problemi derivanti da questa complessa gestazione fossero ben evidenti agli occhi di tutti gli spettatori. Specie per quanto riguarda il montaggio cinematografico. Ma ne parleremo.

Torniamo al 2013, quando il mondo aveva appena premiato (anche se non in modo eccellente) L’uomo d’acciaio di Zack Snyder. Il regista, che in quel momento aveva dalla sua un forte ascendente sulla dirigenza e un grande amore per i fumetti targati DC, era lanciatissimo: il pubblico era rimasto colpito piacevolmente dal Superman di Henry Cavill, e il film, seppur criticato in vari aspetti, aveva generato abbastanza profitti da convincere la major a proseguire la trilogia. Oppure no. Perché in realtà L’uomo d’acciaio 2, come era stato inizialmente ipotizzato da Snyder e compagnia, non ha mai preso realmente forma. Nel giugno 2013 venne infatti annunciato che sia Snyder che David S. Goyer, sceneggiatore del primo film, sarebbero tornati in occasione di un nuovo cinecomic in uscita nel 2015. Ma non L’uomo d’acciaio 2, no.

Warner era in quel momento alle strette: mentre la Marvel festeggiava gli incassi esorbitanti di The Avengers e Iron Man 3, proiettando i fan verso Avengers: Age of Ultron e facendo già intuire che qualcosa di colossale sarebbe arrivato negli anni successivi, l’azienda ancora non aveva un suo universo condiviso, i suoi personaggi erano distanti tra loro, e il pubblico aveva fame di franchise che raccontassero storie connesse tra loro. Diamine, persino la Universal stava per avviare il suo famosissimo Dark Universe di Alex Kurtzman, disgregatosi dopo appena un film – La Mummia con Tom Cruise. Era tempo quindi che anche i supereroi DC avessero una casa per incontrarsi ed esprimersi al meglio della loro forma.

Così, il progetto, che nel frattempo era già partito in fatto di sceneggiature e pre-produzione, inizia a cambiare natura. Da Man of Steel 2, il titolo diventa Batman vs. Superman, film che avrebbe raccontato il primo incontro tra i due supereroi adattando inoltre il fumetto di Frank Miller Batman: Il ritorno del cavaliere oscuro. L’eccitazione del fandom inizia a salire, perché questo titolo preannunciava un vero e proprio scontro fisico tra il Crociato e il figlio di Krypton. Però, per Warner (e forse anche Snyder) manca ancora qualcosa. Bisogna accelerare ulteriormente. E così, mentre venivano pianificati i vari Suicide Squad e film standalone, la pellicola viene ulteriormente rinominata come Batman v Superman: Dawn of Justice, lasciando appunto intendere che la Justice League sarebbe arrivata di lì a poco.

Nel 2014 il casting entra nel vivo: Ben Affleck viene scelto come nuovo Bruce Wayne, mentre Gal Gadot venne ingaggiata per diventare Wonder Woman sul grande schermo; arriveranno poi anche Jesse Eisenberg come Lex Luthor (superando la candidatura di Bryan Cranston), Jeremy Irons come Alfred Pennyworth, Ray Fisher come Victor Stone/Cyborg, Jason Momoa come Aquaman, Joe Morton come Silas Stone ed Ezra Miller nei panni di Barry Allen/Flash.

Un ricchissimo conglomerato di personaggi, molti dei quali in realtà appariranno solo per pochi istanti, utili però ad anticipare il grande futuro del DCEU – possiamo dire tante cose, ma non che il progetto editoriale non fosse ambizioso, anche e soprattutto per mettere in scena una storia dalle mille sfumature. Ma il film, a dire il vero, dimostra fin troppo pienamente quest’esagerazione nei toni e nella rappresentazione, cadendo spesso nella difficoltà di far capire dove stia andando a parare la trama.

Non ci dilungheremo sul fattore Ultimate Edition – sicuramente le scene aggiuntive rendono più organica la storia, ma la bravura di un regista deve anche essere quella di riuscire a rispettare i tempi del cinema – perché basta parlare della release cinematografica di Batman v Superman: Dawn of Justice per raccontare tutti i suoi enormi difetti.

Dopo una bellissima scena d’apertura che ricollega la storia di Wayne a quella di Man of Steel (seppur con uno dei dialoghi più stupidi di tutto il film, e questo era solo l’antipasto), il film inizia lentamente a disgregarsi. I personaggi sono completamente distanti da quelli che i lettori di vecchia data hanno sempre ammirato nei fumetti, la contrapposizione tra Superman e Batman non esiste in fatto di toni e umanità, la storia presenta crateri di sceneggiatura amplificati da un assurdo Lex Luthor più vicino a Joker che al vero miliardario DC. Quasi tutto, in Batman v Superman, viene criticato, trovando comunque nelle immagini la sua forza. La bravura di Snyder è sempre stata quella di lavorare sulla rappresentazione visiva, e BVS non era da meno.

Al netto di annose questioni come la morte di Superman al suo secondo film da protagonista o il fatto che Batman fosse rappresentato come un vero e proprio giustiziere forse più vicino al Punitore di casa Marvel che al detective più famoso del mondo, il film provava davvero a dare organicità alla sua trama, senza però riuscirci. Chris Terrio e David S. Goyer scrivono una storia che sembra più basarsi sulla sempre eccellente abilità di Snyder a mostrare magnifiche immagini in movimento che sui personaggi, lasciando poi aperte chissà quante porte per i futuri film. E pensare che il citato Age of Ultron fu criticato per lo stesso motivo, pur presentandosi solamente come un capitolo di intermezzo che anticipava due o tre pellicole al massimo.

L’incoerenza tra storia e messa in scena regna, con assurde motivazioni che muovono alcuni personaggi (Lex Luthor non riesce letteralmente a esportare un dannato minerale recuperato dall’oceano e fa saltare in aria il Congresso per riuscirci) quando in verità queste potevano dare vita a interessantissimi intrecci – sia Lex che Wayne vogliono fermare Superman, dunque… perché non proporre un’alleanza che si sarebbe comunque poi dissolta successivamente?

Il film è poi universalmente noto per una delle sequenze più controverse, forse di sempre, e per ricordarla basta un nome: Martha. Questo potente nome porta a uno sconvolgimento nell’animo di Bruce Wayne, facendogli capire che anche Superman è, passateci il termine, un essere umano con una famiglia e legami terreni, comprendendo quindi tutto d’un tratto che non può essere così malvagio e portatore di distruzione come pensava. Tutti messaggi e letture importanti, se non fosse che la rappresentazione di tutto questo, che arriva dopo una spettacolare (e inutile) scazzottata tra i due, venga gestita in modo pessimo da Snyder, con una superficialità sia nei dialoghi che dell’impronta dei personaggi stessi tale da rovinare tutta quell’atmosfera che si era creata in precedenza.

Di lì a poco, la situazione precipita ulteriormente, e si assiste non solo a un netto cambio di genere, con la scazzottata contro il Doomsday prelevato dall’era PlayStation 2 della computer grafica, ma anche a personaggi che ribaltano le loro motivazioni e l’approccio in un nanosecondo: Wayne e Kent diventano amici per la pelle, Diana Prince decide che dopo 80 anni è ora di tornare a proteggere l’umanità (cosa che poi andrà contro il canone del DCEU con WW84), e il mondo scopre i suoi primi supereroi in squadra, pronto ad accoglierne altri – dimenticavamo: Lex Luthor è stato talmente bravo da dare un logo a ogni supereroe, anche a coloro che non lo sono ancora. Che carino.

Quello che più fa arrabbiare di Batman v Superman: Dawn of Justice è la sua totale incapacità di mantenere saldi i suoi personaggi, di renderli coesi alla storia e mantenere quest’ultima con un fondamentale barlume di consistenza, cosa che si dissolve già alla visione di questo film. La sequenza di combattimento del Batman di Affleck, ad esempio, quando deve liberare Martha Kent dagli uomini di Luthor, è appassionante e perfettamente coreografata. Tutto il contorno è imbarazzante. Di nuovo, non si può dire nulla sulle immagini proposte da Snyder, ma tutto il resto deficitava. E se cadi nella storia d’origine, perché per tanti personaggi di origini si parlava, che deve settare l’intero universo cinematografico del prossimo decennio, allora il cammino parte con una ripidissima salita.

Il risultato di Dawn of Justice fu assurdo per i piani di Warner: il film non era andato giù al grande pubblico, e ai piani alti c’era chi già si pentiva di aver dato in mano a Snyder le chiavi di tutto il DCEU passato, presente e futuro. Snyder, intanto, iniziava a lamentare le imposizioni della major, in un tira e molla che proseguirà ancora per molto tempo. Un malcontento che, con Justice League, diventerà poi un caso davvero clamoroso. Ma ne parleremo prossimamente.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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