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FromSoftware come Nathan Drake: Sic Parvis Magna

Dalle umili origini come sviluppatore di software aziendale negli anni ’80, la narrazione ambientale creativa, l’approccio unico alla progettazione dei giochi e le pratiche commerciali incentrate sul consumatore di FromSoftware lo hanno reso uno degli sviluppatori più rispettati e amati del settore.

Tuttavia, quando lo studio giapponese pubblicò il suo primo gioco nel 1994, le reazioni della critica e dei giocatori furono abbastanza contrastanti. Sebbene King’s Field sia stato elogiato per la sua atmosfera, il design del mondo e le meccaniche di combattimento, è stato anche criticato per essere indiretto, eccessivamente complesso e troppo difficile. Inutile dire che sarebbero stati pareri applicati ad ogni successivo gioco prodotto dal team orientale.

Una partenza non facile

Nonostante le recensioni a doppia faccia, King’s Field ha venduto il doppio di quanto previsto da FromSoftware, che ne ha successivamente previsto una nuova interazione. Il secondo capitolo ha venduto meglio del primo gioco e questa volta le recensioni sono state quasi universalmente positive. Gli applausi della critica si sono ovviamente convertite in altrettanto soddisfacenti vendite, e ciò ha fatto sì che King’s Field 2 arrivasse per la prima volta in Occidente, sancendo l’ufficiale sbarco della casa di sviluppo in tutti i territori americani ed europei.

FromSoftware ha fatto seguito a King’s Field 2 con un terzo gioco e un anno dopo ha presentato al mondo la sua cupa serie di mech dalla mentalità filosofica: Armored Core.

Il talento unico dello studio, capace di miscelare perfettamente gameplay punitivo, accurato design ambientale e narrativa complessa e misteriosa, era (e rimane) un valore aggiunto raramente replicabile, che ha fortemente caratterizzato i creativi del Sol Levante. Non stupisce quindi che a metà degli anni 2000 tale caratteristica non fosse ancora completamente accettata e compresa da giocatori e critici, e ciò spiega altri risultati non proprio eccelsi per giochi come Evergrace, Eternal Ring e Kuon.

L’esplosione delle Anime

Il 2009 portò con sé un nuovo titolo dello studio giapponese, conosciuto con il nome di Demon’s Souls e pubblicato per PS3. A differenza di qualsiasi cosa i giocatori avessero visto prima, il mistero e la difficoltà del gioco sono stati in grado di creare una vera e propria comunità sociale, con wiki e chat room presenti in ogni dove. Gli utenti condividevano infatti in questi spazi teorie, build e suggerimenti per aiutarsi a vicenda a superare le numerose sfide del gioco.

Nel 2011 è seguito Dark Souls, un successore spirituale di Demon’s Souls che si è sviluppato su tutto ciò che FromSoftware aveva fatto nel 2009. I giocatori qui esploravano infatti un singolo mondo interconnesso, anziché che una serie di livelli come a Boletaria, e la tradizione del titolo, così come la costruzione del mondo, erano ancora più oscure e intrecciate con il design. Considerato oggi come uno dei più grandi giochi mai realizzati, Dark Souls ha stabilito uno standard nel settore e ha creato un genere di videogiochi completamente nuovo, definito appunto Souls.

Dark Souls è stato seguito da due sequel diretti e poi da una nuova opera che avrebbe ulteriormente modificato il panorama dell’industria, ossia Bloodborne. L’esperienza esclusiva per PlayStation 4 ha rappresentato un’avventura dai toni semi-horror ambientata in un mondo gotico fortemente ispirato a Lovecraft, condito da lupi mannari ed orrori cosmici che si nascondevano nell’ombra, e dove la follia vera e propria consentiva di vedere la realtà.

Nel 2019 la software nipponica rilasciò poi Sekiro: Shadows Die Twice, un progetto voluto fortemente dall’odierno dirigente Hidetaka Miyazaki. Il titolo del Lupo è stato peraltro l’unico pubblicato da Activision, ed ha rappresentato anche in quel caso un grosso scoglio per parecchi giocatori, che hanno addirittura gettato la spugna prima di arrivare ai titoli di coda, a causa della bassa tolleranza della produzione agli errori.

Vette ancestrali

Per quanto “il resto è storia”, come è ben noto FromSoftware ha ulteriormente cristallizzato la propria posizione nel 2022, rilasciando il Game of the Year, ossia Elden Ring. La nuova proprietà intellettuale dello studio superò infatti senza troppe difficoltà Pokémon Scarletto e Violetto, FIFA 23 ed un certo God of War Ragnarok. Senza alcuna meccanica di microtransazioni o compromessi, l’avventura incentrata sull’Interregno ha dimostrato che la qualità è ciò che i giocatori apprezzano di più. Le medesime maestranze sono naturalmente attese con l’espansione Shadow of the Erdtree, in arrivo il prossimo 21 giugno su PC e console di attuale generazione.

Da menzionare cronologicamente poi anche Armored Core 6: Fires of Rubicon, che lo scorso anno ha ulteriormente rafforzato questo virtuoso concetto, raccogliendo l’amore dei nostalgici dei prodotti a base di mecha dell’azienda.

Con numerosi nuovi progetti in cantiere, il futuro è quindi più che luminoso per FromSoftware. Grazie a nient’altro che al duro lavoro e all’impegno nel realizzare fantastici giochi, la software house è diventata uno degli sviluppatori più importanti e apprezzati del settore. Nonostante i temi oscuri di molti dei suoi giochi, il team diretto da Hidetaka Miyazaki funge da luce guida per ciò che lo sviluppo dei titoli AAA deve rappresentare.

Trivia: non tutti sanno che la Moonlight Sword, apparsa per la prima volta in King’s Field, è stata una parte vitale della storia di quel gioco. Quasi tutti i successivi progetti hanno quindi deciso di omaggiare tale arma, in modo da ricordare sempre le vere origini dello sviluppatore. Uno dei giochi che non contiene il cameo è, tanto per non fare nomi, Sekiro: Shadows Die Twice, a causa delle rigide regole estetiche che Hidetaka Miyazaki ha messo in atto durante lo sviluppo.

Voi che opinione avete delle produzioni targate FromSoftware? Fatecelo sapere nei commenti!

Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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