In DCEU Rewind, ripercorriamo la storia del primo universo cinematografico tratto dai fumetti DC, iniziato con Man of Steel e concluso da Aquaman e il Regno Perduto. Ecco i precedenti appuntamenti:
Come piano di espansione del DC Extended Universe, che intendeva in poco tempo cercare di colmare il divario con la Marvel, la DC Films approva e avvia in poco tempo un altro grande progetto cinematografico nel 2014, Suicide Squad. In realtà, un adattamento cinematografico dedicato alla squadra di supercriminali della DC era ormai in sviluppo (e in stallo) da molto tempo, ma solo in quel momento, quando l’universo cinematografico era finalmente in rampa di lancio, divenne una priorità per Warner Bros.
David Ayer, regista di Fast & Furious, venne ingaggiato per scrivere e dirigere il film, che avrebbe non solo espanso notevolmente l’intreccio narrativo di questo universo in formazione, ma anche introdotto personaggi e trame importantissimi per il futuro. L’idea di fare di Joker un grande perno di questo film, ad esempio, sarebbe stata poi sfruttata da Zack Snyder in futuro per i successivi capitoli della serie Justice League, anche se probabilmente sarebbero stati necessari altri film d’intermezzo per mettere a posto tutti i puntini. Comunque, Suicide Squad era visto come un progetto importantissimo, e per questo serviva un cast eccellente.
Nell’ottobre 2014 Warner offrì ruoli da protagonista a varie celebrità di Hollywood, tra cui Ryan Gosling, Tom Hardy, Margot Robbie e Will Smith. Mentre i primi due declinarono le offerte (Hardy aveva in realtà accettato il ruolo di Rick Flag, ma fu costretto ad abbandonare la produzione per la sovrapposizione di altri impegni), Robbie e Smith salirono a bordo nei mesi successivi come volti rispettivamente di Harley Quinn e Deadshot.
Jared Leto, intanto, era stato ingaggiato come nuovo Joker cinematografico, e successivamente arrivarono Jai Courtney e Cara Delevigne nei ruoli di Capitan Boomerang e Incantatrice, mentre Viola Davis vinse la concorrenza di Octavia Spencer e Oprah Winfrey per diventare Amanda Waller. Forse il miglior casting possibile, tanto che la Davis sarà una dei pochi attori a restare in forze nel nuovo DCU di James Gunn e Peter Safran…
Un cast di grandissimo talento, per un film che nasceva con immense ambizioni: dare ai grandi cattivi dell’universo DC un palcoscenico tutto loro per esprimersi, per poi probabilmente tornare in futuro anche in altre occasioni – la comparsata del Batman di Ben Affleck lasciava presagire qualche scontro più deciso con il Crociato di Gotham, se non altro con Joker. E proprio Joker, come ha sempre desiderato Ayer, doveva essere il vero fulcro di tutto, il clown doppiogiochista che avrebbe utilizzato la Squadra Suicida come le sue marionette, alla pari di Amanda Waller anche se con scopi differenti. Doveva, ecco. Avrebbe. Tanti condizionali. Perché, come ben sappiamo, il film visto al cinema non è quello che Ayer aveva scritto, diretto, immaginato e montato.
Suicide Squad è davvero mediocre. Tanto, tanto mediocre. Le ennesime difficoltà affrontate da una produzione continuamente sottoposta alle rigide logiche produttive, che però nel caso del DCEU sono sempre state tutto tranne che rigide. I vertici Warner continuavano a cambiare idea, quelli della DC Films forse non hanno mai davvero avuto potere decisionale, e in più si intersecarono anche alcune questioni legali da parte degli attori coinvolti.
Will Smith, ad esempio, pretese di essere l’assoluto protagonista, mentre la Harley Quinn di Margot Robbie era la comprimaria ideale e venne giustamente esaltata. Il suo legame con Joker avrebbe dato il via a tutto quanto, ponendo il clown criminale come la minaccia… e tutto, invece, venne stravolto. Tutto. In favore di non si sa cosa, sia chiaro.
Da presenza fissa nei trailer, che anticipavano una missione tra la Squadra Suicida e Joker, il personaggio di Jared Leto diventa un fantasma, un cameo di pochi minuti in tutto l’arco del film e senza un vero significato a livello narrativo, oltre che incapace di delineare con chiarezza cosa muovesse questa nuova incarnazione del Joker. L’attenzione si sposta invece su una minaccia apocalittica, con Amanda Waller che deve mettere insieme una squadra di supercriminali (pur conoscendo di persona Bruce Wayne e sapendo che è Batman, quindi… per quale motivo?) che non hanno nulla in comune se non la necessità di tornare in libertà. Fosse così semplice, il film sarebbe andato diversamente.
E invece Suicide Squad si autodistrugge con le sue mani cercando di diventare il Guardiani della Galassia della DC (il montaggione iniziale con base musicale è una palese copia), con cioè tutti i personaggi che devono per forza creare un legame tra loro e costruire una famiglia, il tutto nell’arco di 123 minuti. Ma se in casa Marvel lo scapestrato ma simpatico gruppo si amalgama con lentezza e ragionamento, in Suicide Squad tutto deve essere rapido e casuale. Ma forse questo era tutto pianificato dall’inizio, a ben pensarci. Ayer proviene dal franchise che più ha plasmato l’idea di una famiglia che non necessita del sangue per essere tale, quella di Fast & Furious e di Toretto, e ora bisognava creare un fenomeno simile anche per il DCEU.
Il responso al botteghino in realtà fu eccezionale. A fronte di un budget di $ 175 milioni, Suicide Squad incassò la bellezza di 749 milioni di dollari in tutto il mondo, che ne fanno il quarto maggior incasso nella storia dell’universo cinematografico DC. Il vero problema fu la ricezione generale di critica e pubblico, che in alcuni casi bocciarono pesantemente un film palesemente raffazzonato e modificato in corso d’opera sacrificando la storia e il collante tra i personaggi in favore di… proseguite voi la frase perché noi non sappiamo come farlo.
Per sua fortuna, alcune interpretazioni riuscivano a tenera a galla il film, Smith, Robbie e Davis su tutti. Ma non c’era un contorno, non c’era un legame. Tutto era forzato. Personaggi che arrivavano e se ne andavano in un battito di ciglia, o di cui ci venivano mostrati flashback totalmente casuali che servivano a dare un contesto forzato al tutto. A tratti sembrava quasi di leggere un fumetto degli anni ’80, nel quale il primo balloon di ogni personaggio doveva essere la sua presentazione, anche se questa era la sua testata.
E Ayer, di tutto questo, ne è perfettamente consapevole. Da anni il regista ricorda con grande dispiacere quanto il suo lavoro sia stato maltrattato, e quanto le ingerenze produttive di una Warner in palese stato di confusione abbiano influito. Basti pensare al Joker tenuto lì in disparte per un altro progetto… che non era neppure in programma, sapendo che il film di Batman di Ben Affleck avrebbe presentato Deathstroke come villain. Suicide Squad era un altro esempio di questa gestione semplicemente folle, il terzo di fila, di una major che non sapeva davvero che pesci pigliare. E stavolta la critica ci andò giù pesante. Giustamente.
Nel prossimo appuntamento… Wonder Woman!
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