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Assassin’s Creed: i segreti del successo targato Ubisoft

Assassin’s Creed è uno dei franchise di videogiochi più popolari di sempre e senza dubbio la proprietà di maggior successo di Ubisoft, la quale funge fondamentalmente da spina dorsale dello sviluppatore da quasi due decenni. Come ogni proprietà intellettuale di lunga data, Assassin’s Creed ha visto cambiamenti significativi nel corso degli anni, sia in termini di narrativa che di gameplay. Ciononostante, in tutto questo tempo è possibile notare alcuni tratti distintivi che consentono di far emergere la saga rispetto al sempre più affollato panorama degli action adventure.

Rilasciato nel 2007, il primo gioco di Assassin’s Creed è stato fin da subito abbastanza limitato in termini di offerta ludica, presentando diversi spigoli dal punto di vista della profondità e delle attività da svolgere. Tuttavia, risultò tecnicamente impressionante per l’epoca, sancendo la vera e propria potenza delle console di settima generazione. L’avventura di Altair ha inoltre stabilito una serie di elementi narrativi, strutturali e di gameplay che sono rimasti impressi nella serie fino ad oggi, resistendo anche ai cambiamenti e alle trasformazioni più drastiche, come quelli introdotti in Assassin’s Creed Odyssey.

Vediamo quindi insieme le principali caratteristiche che hanno da sempre contraddistinto l’IP e che permettono anche nel 2024, con l’arrivo di Shadows, di poter subito identificare il brand creato da Ubisoft.

Approcci duttili

Non sono certamente comparabili con sua maestà Metal Gear Solid, ma tutti i giochi di Assassin’s Creed presentano un’azione furtiva a vari livelli. Lo stile stealth specifico del franchise si basa infatti sul mimetizzarsi tra la folla e sullo sfruttamento di varie distrazioni o nascondigli in bella vista per ottenere il miglior vantaggio possibile. Fondamentale per l’approccio stealth della serie è il fatto che tale meccanica risulta quasi sempre opzionale, il che consente ai giocatori di affrontare la maggior parte delle missioni come meglio credono.

Parkour e Assassin’s Creed sono sinonimi

Sebbene la sua profondità e qualità possano variare notevolmente da un titolo all’altro, Assassin’s Creed è incompleto senza il parkour, caratteristica imprescindibile per ogni interazione rilasciata da Ubisoft. L’arrampicata e la corsa sui tetti sono stati infatti i principali punti di forza dei primi titoli della serie, portando il giocatore a sperimentare un sistema di navigazione del mondo mai visto prima, soprattutto in contesti urbani così ben realizzati.

Nel corso dei vari anni, il parkour si è ovviamente evoluto in modo significativo, grazie principalmente ad Assassin’s Creed 3 che ha introdotto l’inedita caratteristica del free-running incentrato sulla natura ed a Unity che è riuscito a creare il miglior sistema di movimento del franchise fino ad oggi. Per quanto sia stato quindi modificato e forse eccessivamente semplificato negli ultimi anni, il parkour riveste senza troppi dubbi un carattere distintivo della produzione targata Ubisoft, e quello che lo identifica maggiormente rispetto ai principali competitor.

L’Animus della serie (quando c’è) 

La storia ambientata ai giorni nostri di Assassin’s Creed è incostante, e spesso mette in chiara luce il fatto che Ubisoft non sia del tutto sicura di cosa voglia fare con il tessuto narrativo della serie. I segmenti moderni sono stati presentati in varie forme (laddove presenti) durante i vari capitoli, passando da quelli abbastanza ambiziosi e ricchi di azione di Assassin’s Creed 3 a meri filmati ridotti all’osso di Mirage e Syndicate.

Tuttavia, è innegabile che i contenuti esterni all’Animus siano una parte essenziale di Assassin’s Creed, poiché è il vero collante della serie. Nel bene e nel male quindi, le sezioni moderne sono ciò che rende la produzione una serie vera e propria, piuttosto che una raccolta di successori spirituali. Speriamo che tale ambito venga ulteriormente approfondito nelle prossime interazioni, e non relegato ad un misero compitino come negli ultimi episodi.

Un potenziale infinito

Va da sé che la parte più essenziale di Assassin’s Creed sia il suo focus sulla storia realmente accaduta. In effetti, si può sostenere che questa sia la vera ragione per cui i giocatori continuano a tornare nella Confraternita incappucciata, in quanto il formato antologico risulta sufficientemente flessibile da consentire una combinazione praticamente infinita di ambientazioni, eroi, personaggi secondari e cameo di personaggi storici. Ogni nuovo gioco di Assassin’s Creed rappresenta di conseguenza un potenziale straordinario ed è sempre emozionante vedere quali luoghi e periodi storici affronta la serie.

Assassin’s Creed è quindi in continua evoluzione, ma presenta diversi fili rossi che, qualora venissero mantenuti, riuscirebbero a caratterizzare sempre più profondamente il franchise, che ora sembra trovarsi ad una sorta di nuovo salto produttivo. La serie Ubisoft sembrerebbe infatti contemplare una sorta di hub per tutte le avventure che arriveranno, in modo da creare un ecosistema dedicato. Speriamo solo che l’orizzonte guardi sempre indietro alle origini del successo, in modo da restare fedele con le caratteristiche che hanno permesso all’IP di venire apprezzata da milioni di giocatori.

Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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