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Paper Mario: Il portale millenario | Recensione

Due cose sono certe nella vita: una è la morte, l’altra è che Nintendo, anche questo mese, ha un’esclusiva di prestigio per Switch. Scherzi a parte, persino nell’anno extra della console ibrida (sono tante le indiscrezioni secondo le quali la prossima console, ora prevista per il 2025, era in realtà in programma quest’anno), la grande N riesce a regalare qualche perla ai possessori di Switch, e per farlo ha ormai da tempo inaugurato varie operazioni di riproposizione.

Dopo Super Mario RPG lo scorso autunno, Mario vs. Donkey Kong a febbraio e in attesa di Luigi’s Mansion 2 HD tra poche settimane, ecco quindi che anche Paper Mario: Il portale millenario torna in tutto il suo splendore. Di cosa si tratta, per chi non lo sapesse: la serie Paper Mario è forse la più celebre tra le divagazioni GDR del franchise di Super Mario, che trasformava i personaggi e il mondo in splendidi diorama e lanciava l’idraulico baffuto verso altre incredibili avventure.

Paper Mario: Il portale millenario, in particolare, è probabilmente il miglior gioco di questa serie, lanciato nel 2004 su GameCube con un notevole successo di critica e di pubblico. Fu l’ennesima dimostrazione che Mario poteva funzionare in tutte le salse, facendo proseguire questo divertentissimo trend. Solo pochi anni fa, nel 2020, è ad esempio arrivato su Switch Paper Mario: The Origami King, proseguendo quella che ormai è una tradizione. E appunto nell’anno dei nostalgici ritorni, Nintendo decide di rimpolpare la line up della sua console con un remake in splendida forma de Il portale millenario per ricordare, ancora una volta, che Mario funziona anche se ha lo spessore di un foglio di carta. Ecco la nostra recensione di questo gradito ritorno!

C’è del marcio a Fannullopoli

Gli eventi del gioco prendono il via da un classico cliché di Mario: la principessa Peach è stata nuovamente rapita, anche se stavolta Bowser non c’entra. Anzi, la situazione è ben diversa, proprio come il prosieguo di tutta questa nuova avventura: questa volta gli autori del rapimento sono alcuni loschi malintenzionati, sulle cui tracce si mette l’irrefrenabile Mario dopo aver ricevuto una lettera nella quale si parla anche di un tesoro di inestimabile valore, legato al leggendario Portale millenario. Insomma, rotta per Fannullopoli, e si parte per questa nuova e particolare impresa.

La trama, per quanto semplice e lineare, si fa apprezzare per l’umorismo e il sano divertimento che riesce a comunicare, prendendo una serie di eventi abbastanza classici e lasciando al giocatore tanta leggerezza – un po’ come Super Mario RPG, che è in pratica il precursore di tutta la linea GDR di Mario, anche se in questo caso si nota una certa maturità in più da parte di Nintendo che si stava spingendo verso storie più articolate. A Fannullopoli, appena sbarcato, il protagonista fa subito la conoscenza dell’archeologa Goombella e di suo zio, il dottor Goombestein, i quali rappresentano un utile incipit per iniziare la ricerca delle sette Gemme Stella necessarie per aprire il mitico portale.

Sebbene gli intermezzi narrativi siano solo un modo per dare a Mario e ai suoi amici la sua prossima destinazione, tutto l’impianto che riguarda il world building e il modo in cui questa ambientazione viene proposta è dimostrazione di grande talento. Era già evidente al tempo di GameCube, quando Il portale millenario ebbe modo di farsi amare dal pubblico di quell’epoca, e lo è ancora oggi: risate, divertimento, parodie, tutto peraltro aiutato da una perfetta localizzazione italiana che mantiene intatto tutto lo spirito umoristico dell’opera originale, anche nei semplici scambi di battute con NPC casuali in giro per le varie ambientazioni.

E anche se non si tratta del classico platform mariesco, i capitoli della storia riflettono la solita e perfetta formula delle ambientazioni variegate. Dopo la città, che già nelle prime ore di gioco dimostra più scenari di quanti ci si potesse aspettare insieme a vari segreti, Mario si sposta poi verso castelli, fogne, luoghi infestati, sotterranei e così via, abbracciando in tutto e per tutto le dinamiche da gioco di ruolo e portando quindi il personaggio a dover apprezzare ogni singolo aspetto di questo mondo e i suoi abitanti. Un esempio lo si ha sin dalle prime battute: da poco sbarcato a Fannullopoli, Mario incontra una guardia che impedisce l’accesso a una zona della città, a meno che non venga sconfitto o corrotto. Cosa succederà da qui in avanti, è una scelta del giocatore.

Tuttavia, ciò che colpisce davvero è il modo in cui è costruito il mondo, realizzato come un gigantesco diorama in cui tutti gli elementi, dalle decorazioni alle case e ai personaggi, sono fatti di carta. È così che il gioco utilizza la prospettiva in modo intelligente per offrire sfide ed enigmi molto divertenti, che spingono il giocatore a usare un pizzico di creatività e arguzia per andare avanti. La meccanica più bella e sorprendente tra tutte è quella ad esempio che consente a Mario di voltarsi e appiattirsi, per attraversare luoghi stretti quasi quanto un foglio di carta. Una dinamica che porta anche a un necessario ma mai tedioso backtracking per accedere a zone prima inaccessibili, con una sorta di componente metroidvania che si insinua nella produzione.

Un remake dolcissimo

Il remake di Paper Mario: Il portale millenario è limitato alla sola componente tecnica, con poche altre aggiunte. Ovviamente, gran parte del lavoro è stato svolto su un comparto grafico rifatto da zero sfruttando un nuovo motore (lo stesso di The Origami King) che tira a lucido l’intera produzione, con il grande diorama che è il gioco messo in risalto con forme e colori perfetti. Il lavoro svolto da Intelligent Systems è di pregevole fattura, ridando davvero lustro all’avventura di Mario – probabilmente è superfluo aggiungerlo, ma ovviamente la risoluzione è aumentata rispetto al gioco originale. Perfetta anche l’idea di riarrangiare e ridefinire la colonna sonora per pulirla e renderla più incisiva, in modo da rendere ancora più vivace un mondo di gioco che, nonostante sia fatto di carta, già lo è.

A dire il vero, c’è un aspetto che segnaliamo per correttezza e che rientra nei parametri negativi: il frame rate, che nel gioco del 2004 era (assolutamente non stabilmente) sui 60fps, qui è stato diminuito a 30fps, sempre granitici. Vero che questo, comunque, influisce ben poco sulla resa del gioco: non parliamo di un titolo frenetico o bisognoso di reattività, se non in quelle piccole dinamiche di gameplay durante i combattimenti, anche se fa strano pensare che un titolo di vent’anni fa non riesca a girare a pieno regime su Switch. La console è ormai allo stremo delle sue forze?

A proposito del combattimento, qualche piccola informazione per chi si avvicina per la prima volta alla serie. Realizzati come maestose rappresentazioni teatrali – un aspetto esilarante è che nel pubblico ci saranno addirittura i nemici a guardare Mario – i combattimenti sono piuttosto divertenti e, proprio come in quel Super Mario RPG che ne era il capostipite, mixano battaglie a turni con elementi interattivi affini al franchise. Come in un buon gioco di ruolo di Mario, ogni azione può essere potenziata premendo i pulsanti al momento giusto, sia in attacco che in difesa. Premendo al momento giusto, Mario e i suoi compagni infliggono molti più danni, oppure il danno ricevuto verrà diminuito in fase di difesa. Tuttavia, i nemici non vengono sempre eliminati allo stesso modo (il design aiuta moltissimo in tal senso, rendendo il tutto estremamente intuitivo), quindi occorre sempre cambiare la nostra strategia di attacco.

Mario può quindi usare i suoi iconici salti, o l’ormai tradizionale martello introdotto proprio nel già citato Super Mario RPG. Inoltre, è possibile utilizzare diverse abilità che, come in ogni gioco di ruolo che si rispetti, vengono acquisite dai personaggi man mano che avanza l’avventura. L’esecuzione delle azioni corrette durante i combattimenti attirerà così più spettatori allo show, e così avanza anche la barra di energia stellare per ottenere bonus. In ogni combattimento, poi, sono presenti i compagni (solo uno al massimo, oltre a Mario), ognuno con le proprie abilità ancora una volta da saper sfruttare in combattimento.

Tornando a questo remake, ottime le aggiunte al titolo, che aggiornano alcune meccaniche un po’ fastidiose. È stato ad esempio implementato un sistema di tubi per poter visitare luoghi già visitati e non dover ripetere l’intero viaggio. È anche stata aggiunta un’opzione per cambiare rapidamente i compagni senza la necessità di accedere al menu. Altre nuove funzionalità, assenti nell’originale release per GameCube, includono un pulsante per i suggerimenti, che arrivano tramite discorsi dei compagni – non ci sono indicatori, dunque è sempre buona cosa dare all’utente un breve riepilogo di ciò che c’à da fare. Come chicca finale, arriva anche un menu gallery per vedere illustrazioni inedite e ascoltare musica.

Ringraziamo Nintendo per il codice review.

8.3
Riassunto

Paper Mario e il portale millenario è quello che ci voleva: un bel remake che riporta in auge uno dei migliori giochi della deriva GDR di Mario, forse il migliore. Come diciamo da tempo, onore a Nintendo per queste preziose operazioni di conservazione: il titolo in questione ringiovanisce grazie al nuovissimo comparto visivo, e non è invecchiato di un giorno nelle brillanti meccaniche e nel diffuso umorismo che attraversa tutta la produzione. Il 2024 si conferma come l'anno dei ricordi per i fan Nintendo.

Pro
È un gran gioco ancora oggi Ottimo remake grafico Gameplay ancora attuale
Contro
L'originale girava a 60 fps, questo a 30... Manca qualche novità di peso che potesse giustificare il prezzo pieno
  • Concept & Trama8
  • Gameplay8
  • Comparto Artistico9
  • Comparto Tecnico8
Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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