Cyberpunk 2077, come certamente ricordate, non ha avuto un gran lancio. Ricordato come uno dei peggiori lanci nella storia dei videogiochi, tanto da spingere Sony, Microsoft e Valve e procedere con rimborsi di massa a causa del disastroso stato soprattutto delle versioni console, il gioco è ancora oggi un esempio di come un lavoro non deve essere svolto. E di questo, ed è una buona cosa, ne è pienamente consapevole anche CD Projekt Red.
L’espansione Phantom Liberty, pubblicata lo scorso autunno, è stata accolta con scroscianti applausi dalla critica e dal pubblico, la cui fiducia nel franchise è tornata in alto – e ora si attende Cyberpunk 2, già in sviluppo. Secondo Pawel Sasko, responsabile della progettazione delle missioni del gioco, il DLC è uscito così bene… grazie al disastroso lancio del gioco base nel 2020.
In un’intervista con The Gamer, Sasko ha infatti dichiarato:
Phantom Liberty ha funzionato significativamente meglio al suo lancio perché abbiamo cambiato completamente lo stile di produzione. Ciò non significa che fosse privo di bug, mi sento in dovere di sottolinearlo, ma certo, avere qualche incendio da spegnere è probabilmente meglio che avere la casa che brucia.
Sasko prosegue spiegando che l’accoglienza negativa ricevuta da Cyberpunk 2077 era il proverbiale calcio nel sedere di cui il team aveva bisogno: “Ciò non sarebbe stato possibile se l’accoglienza iniziale del gioco non fosse stata così negativa. Ha cambiato me e noi come studio”.
Chiaramente, ora il team non vuole ripetere gli errori di Cyberpunk 2077, neppure con il sequel il cui sviluppo è già inziato quest’anno. CDPR ha già dichiarato di voler mantenere intatto il DNA della serie, e ha inoltre aperto uno studio a Boston per meglio immergersi nell’immaginario di Cyberpunk.
La priorità di CDPR in questo momento è però The Witcher 4, gioco che mira a stupire grazie a nuove meccaniche ed elementi inediti.
Scrivi un commento