Il 12 agosto 2014, improvvisamente, una piccola demo di gioco chiamata P.T. apparve sul PlayStation Store. All’epoca nessuno sapeva di cosa si trattasse effettivamente.
All’avvio divenne evidente come si trattava di un gioco horror psicologico, apparentemente sviluppato da un team chiamato 7780s Studio. Degli sviluppatori al loro esordio? E invece no… Questi developer misteriosi erano in realtà la Kojima Productions, che nascondevano la loro identità sotto questo pseudonimo.
Alla fine fu rivelato che la demo era un teaser giocabile di Silent Hills e che Konami e Hideo Kojima avrebbero lavorato insieme ancora una volta. P.T. consisteva in un corridoio a L pieno di enigmi inquietanti e criptici e con la presenza incombente di un orribile fantasma di nome Lisa. Ma ciò che ne seguì dopo l’uscita fu indimenticabile, dando vita a uno degli esempi più tristemente noti di videogioco cancellato.
Alla fine della demo, che richiedeva al giocatore input molto specifici per essere completata, veniva rivelato che Norman Reedus di The Walking Dead sarebbe stato il protagonista di Silent Hills, un nuovo capitolo della saga horror di Konami, con Kojima e Guillermo del Toro alla regia. Oltre al mitico sviluppatore giapponese e al visionario regista messicano, all’interno del team che avrebbe dovuto lavorare su Silent Hills, era presente come collaboratore Junji Ito, il mangaka autore di capolavori del genere horror come Uzumaki, Tomie e Gyo.
L’entusiasmo era irreale, perché Kojima era già molto amato per il suo lavoro sulla serie Metal Gear Solid e il pensiero che dirigesse un gioco horror era irresistibile. Più di una volta Kojima stesso aveva dichiarato che gli horror lo terrorizzavano, quindi vederlo dirigere allo sviluppo di Silent Hills sembrava quasi un modo per esorcizzare le sue stesse paure.
La presenza nel team di Guillermo del Toro, di Junji Ito e di Norman Reedus insieme a quella di Hideo Kojima fece crescere un hype incontrollato nella community videoludica, che attendeva poi da troppo tempo un nuovo capitolo di Silent Hill. Sembrava che tutto fosse pronto per vedere la creazione di uno dei più grandi giochi horror di tutti i tempi.
Poi accadde qualcosa di inaspettato. Il gioco fu cancellato e la demo di P.T. fu ritirata dal PlayStation Store.
Ancora oggi non è chiaro cosa sia successo esattamente, ma evidentemente Kojima e Konami hanno avuto una disputa molto pesante che riguardava Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, che portò di conseguenza alla cancellazione di Silent Hills e alla rimozione della demo P.T. dallo store. Come se non bastasse, i giocatori non hanno potuto scaricare nuovamente la demo, anche se l’avevano inizialmente installata sulla loro PS4: un duro colpo per la conservazione di questo gioco. Infatti, le persone hanno iniziato a mettere in vendita i loro sistemi PS4 con la demo di P.T. installata su eBay per oltre 1.000 dollari, dimostrando quanto fosse alta la richiesta di questo gioco.
Sebbene le cancellazioni dei giochi non siano mai piacevoli, questa fu particolarmente deludente, poiché l’entusiasmo per Silent Hills era quasi irreale. Ciò era dovuto, in parte, al gameplay criptico della demo di P.T., che ha fatto sì che essa fosse divenuta letteralmente virale, in quanto la comunità sui canali di streaming e su Reddit condivideva le strategie per giungere alla fine del gioco.
Intrappolati in un incubo
In P.T. ci svegliamo in un corridoio buio, in una stanza all’apparenza disabitata, se non fosse per la nostra stessa presenza. Presto scopriamo che non c’è via d’uscita da questo appartamento, e siamo prigionieri di un loop spazio-temporale. A rompere il silenzio vi è una trasmissione radio, che ci racconta di un brutale omicidio-suicidio di una coppia. Ad ogni loop nel corridoio scopriamo nuovi elementi che vanno a tessere le fila di una trama mai raccontata; siamo immersi in immagini aberranti, come quella di un feto in un lavandino e di insetti disgustosi che camminano incessantemente lungo le pareti. Come se non bastasse, uno spirito si aggira nell’abitazione. È il fantasma di una donna incinta, Lisa, e noi siamo la sua preda.
La radio nel frattempo ci racconta di altre sanguinose stragi, che vedono sempre come protagonista un padre che ha ucciso la propria famiglia. Iniziamo a unire i puntini. Perché siamo prigionieri di questo inferno? Le luci cambiano, e tutto diventa rosso sangue. Una voce al telefono ci avverte che “Siamo stati scelti”. Solo mettendo insieme tutti i frammenti del puzzle riusciamo finalmente a rompere il folle schema e a uscire dalla casa. Qui, finalmente, viene rivelato il volto del nostro protagonista: è proprio quello di Norman Reedus, e ciò che abbiamo terminato è una demo di Silent Hills.
I meccanismi della paura
Sono molte le soluzioni di gameplay che hanno reso P.T. indimenticabile per chiunque lo abbia giocato. A dispetto di quello che è all’apparenza un teaser dove l’ambientazione è confinata a poco più di una stanza, P.T. è l’esempio principe di come la genialità e la creatività possano superare qualsiasi limitazione di budget, e rendere un’opera immortale. Nella demo, mentre si gira per il corridoio, siamo totalmente disarmati; non abbiamo proprio nulla in mano perché, secondo Kojima, quando in un gioco horror abbiamo a disposizione delle armi, queste riducono la nostra paura e ci fanno sentire meno impotenti.
Il corridoio nel quale ci troviamo è stretto, e dobbiamo voltarci sempre verso destra. Anche questo elemento contribuisce ad un senso generale di disagio, perché gli esseri umani quando camminano tendono naturalmente e fin dai tempi ancestrali a voltare verso sinistra, tenendo protetto proprio il lato sinistro del corpo e gli organi vitali. Pensate che anche le uscite di sicurezza degli edifici sono progettate per assecondare questa tendenza. Quando P.T. stravolge questa nostra abitudine ci fa precipitare ancor più nell’incubo.
Dobbiamo interagire con oggetti come cornici, un telefono, una radio e persino uno spioncino che conduce a immagini terrificanti. Ricordiamo ad esempio un cigolio metallico che, quando il nostro sguardo ne rintraccia l’origine, si rivela essere quello di un frigo appeso con una catena ad un soffitto. Che li dentro si celi forse quale pezzo del corpo di Lisa?
E anche il loop stesso diviene ansiogeno, proprio per la sua natura di ripetizione infinita. Come dicevamo, il percorso che facciamo non è un quadrato, non è un cerchio, ma è una camminata irregolare a L, dove l’inizio è la parte più breve, ma la seconda ci dà un senso di vertigine. Un loop che non si conclude mai, mandando sempre più in tilt il cervello del giocatore.
P.T. non ci guida, non ci dice mai esplicitamente cosa dobbiamo fare per venire a capo di questa situazione angosciante. Ciò normalmente sarebbe frustrante, ma in questo caso ha portato a un lavoro di collaborazione della community senza precedenti. Le bacheche online sono state invase da giocatori che si confrontavano, mentre la comunità in generale cercava di risolvere i misteri del gioco. Senza trailer o costose campagne di marketing, P.T. era l’unica cosa di cui si parlava alla fine dell’estate 2014.
Fantasmi dal Sol Levante
Il personaggio di Lisa in particolare ha fatto nascere molte discussioni, sia sulla sua natura che sul modo in cui era stata implementata nel gameplay. Come dicevamo, Lisa è un fantasma, ma sarebbe meglio dire che è un “morto inquieto”, o quello che in Giappone si definisce uno Yūrei. Secondo le credenze tradizionali giapponesi, tutti gli esseri umani hanno uno spirito o anima chiamato reikon.
Quando una persona muore, il reikon lascia il corpo ed entra in uno stato che potremmo accumunare al Purgatorio della cultura cristiana, dove attende che vengano eseguiti i riti funebri e post-funebri appropriati per potersi unire ai suoi antenati. Se ciò viene fatto correttamente, si ritiene che il reikon divenga un protettore della famiglia vivente e che ritorni ogni anno in agosto durante l’O-bon, la festa dei morti, per essere ringraziato.
Tuttavia, se la persona muore in modo improvviso o violento, come in caso di omicidio o suicidio, se non sono stati eseguiti i riti appropriati o se è influenzata da emozioni forti come il desiderio di vendetta, l’amore, la gelosia, l’odio o il dolore, il reikon si trasforma in uno yūrei, e quindi colma il divario con il mondo fisico. Non è necessario che l’emozione o il pensiero siano particolarmente forti o spinti. Anche pensieri innocui possono causare il turbamento della morte.
Una volta che un pensiero entra nella mente di una persona morente, il suo yūrei tornerà per completare l’azione pensata per ultima prima di tornare al ciclo della reincarnazione. Chi è avvezzo al mondo dei J-Horror ricorderà certamente la vicenda di Sadako di Ringu, o quella del già citato manga Tomie di Junji Ito.
Lo yūrei esiste quindi sulla Terra finché non può essere messo a riposo, eseguendo i rituali mancanti o risolvendo il conflitto emotivo che lo lega ancora al piano fisico. Se i rituali non vengono completati o il conflitto rimane irrisolto, lo yūrei persisterà nella sua ossessione. Lisa è proprio il caso da manuale del giovane acchiappafantasmi nipponico di Yūrei, con la sua morte per mano del marito e l’uccisione del figlio che portava in grembo che l’ha legata indissolubilmente al mondo terreno.
Pensate che proprio qualche anno fa, lo youtuber Lance McDonald, indagando sui file di gioco, si è accorto che il fantasma di Lisa è sempre alle spalle del giocatore, pronta a ghermirlo quando meno se lo aspetta. Una soluzione di game design decisamente inaspettata!
Vi sveliamo inoltre un’altra curiosità insita nel nome del misterioso team 7780s Studio: dovete sapere che 7780 è il codice postale della città di Shizuoka in Giappone, il cui nome vuol proprio dire Collina Silenziosa. Niente male, eh?
Qual è la strada per Silent Hill?
Il passaparola della community di P.T. non si è fermato alla risoluzione del gioco, perché i giocatori si sono lamentati collettivamente della cancellazione del gioco negli anni a venire, soprattutto da quando Konami ha ritirato P.T. dal PlayStation Store. Purtroppo, la demo di P.T. non ha avuto alcun seguito e Silent Hills non è mai stato ripreso.
Certo, possiamo dire che anche da P.T. qualcosa è nato, visto che Kojima ha poi lavorato con Norman Reedus e Guillermo del Toro in Death Stranding, ma il vuoto lasciato da Silent Hills non è mai stato colmato. Negli ultimi anni Konami sta provando ad immettere nuova linfa vitale nei giochi ambientati nell’innominabile città americana infestata da un culto antico e vile: tra poco vedremo l’uscita del remake di Silent Hill 2, ad opera di Bloober, ma stiamo ancora attendendo novità su Silent Hill: Townfall dei ragazzi di No Code, e soprattutto di Silent Hill f, un survival horror scritto da Ryukishi07, l’autore delle serie When They Cry.
Per fortuna, ora è possibile scaricare un remake in Unreal Engine 4 di P.T. su PC e, pur non essendo una riproduzione perfetta, ci si avvicina molto.
Tuttavia, molti di noi sperano ancora che Silent Hills di Kojima possa vedere la luce.
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