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The Plucky Squire | Nelle pagine della fantasia!

Il fascino e l’ingegno sono qualità che di per sé possono fare molto durante lo sviluppo di un videogioco, e sarebbe davvero ingiusto non dedicare loro l’energia e l’attenzione che portano all’esperienza complessiva di chi tiene in mano il controller. Chiaro, non sostituiscono un gameplay entusiasmante o del tutto originale, ma se alla base ci sono delle scelte di game design così tanto creative da lasciarci a bocca aperta, allora possiamo ricavarne un’ottima impressione d’insieme.

Tra fiaba e realtà

Prendiamo ad esempio The Plucky Squire. Nel gioco di esordio degli sviluppatori All Possible Future pubblicato da Devolver si impersona Jot, un avventuriero che, ad un certo punto della trama, si rende conto che invece di essere l’eroe della situazione…. è il protagonista di una serie di libri per bambini! Ma anche Humgrump, un mago malvagio si è accorto di questo fatto cruciale e usa questa conoscenza per rompere letteralmente la quarta parete e creare scompiglio. Starà a noi non solo sventare i suoi piani all’interno dei confini del libro di fiabe, ma anche lasciare il nostro mondo fatato e trovare dei nuovi modi per contrastare Humgrump nella nostra realtà, proprio sulla scrivania colma di gadget ed oggetti dove Jot e il suo intero universo sono stati inventati.

In The Plucky Squire abbiamo quindi dei passaggi di visuale direttamente funzionali al mondo nel quale ci troviamo. Quando siamo all’interno del libro che vede protagonisti Jot e i suoi amici, una simpatica streghetta e un troll azzurro, ci muoviamo in un ambiente bidimensionale, vedendo il mondo dall’alto, passando da una pagina all’altra del libro in uno stile leggermente isometrico con un gameplay classico simile a quello di Zelda. Tiriamo colpi di spada contro i nemici, tagliamo i cespugli in cerca di lampadine-idee (che valgono come moneta del mondo di gioco), saltiamo da una piattaforma all’altra e risolviamo anche dei semplici enigmi.

Qui si nota la doppia natura di Jot, che oltre ad essere un coraggioso scudiero può vantarsi della sua capacità di scrittore: vedremo talvolta comparire nelle pagine della fiaba proprio il suo testo, e modificandolo con delle nuove parole che troveremo all’interno delle schermate, potremo cambiare il mondo di gioco, un po’ come avveniva in Alan Wake 2 o in Scribblenauts. Ci è capitato di far scomparire un’intera foresta per far sorgere al suo posto delle rovine!

Anche i boss sono divertentissimi, e ci regalano delle sequenze semplicemente esilaranti, come quella in cui il nostro Jot sfodera i suoi possenti bicipiti lacerandosi la camicia alla Kenshiro per poi sfidare ad un incontro di boxe in stile Punch Out un tasso del miele! Rendiamoci conto, gente!

A volte, come accennavamo poco fa, dobbiamo persino saltare fuori dal libro e muoverci liberamente in un mondo 3D. Qui i riferimenti più evidenti sono a Super Mario Odyssey, ma il muoverci su questo tavolo pieno di graffette, quaderni e matite ci ha ricordato anche le nostre corse con i vecchi giochi delle Micromachines  e ci troviamo quindi a mescolare sequenze nostalgiche a scorrimento laterale con platform più aperti e moderni in modo fluido ed elegante. C’è persino qualche sezione stealth, nella quale dobbiamo nasconderci da un coleottero argentato che ci da la caccia.

Citazioni a go-go

Si potrebbe obiettare a The Plucky Squire una certa referenzialità ad altri capolavori videoludici, che abbiamo già citato all’interno di questa anteprima. Certo, le avventure di Jot sono tecnicamente impressionanti, animate benissimo, ma i combattimenti, gli enigmi o l’esplorazione del mondo di gioco non offrono nulla che non si sia già visto. A nostro avviso però gli All Possible Futures riescono a portare una boccata d’aria fresca in entrambe le situazioni di gioco, sia in quella 2D che in quella in tre dimensioni, utilizzando il salto da un mondo all’altro in maniera assolutamente creativa, e mai fine a se stessa.

Il fatto stesso che The Plucky Squire faccia così tanto uso del citazionismo non deve essere visto, a nostro modo di vedere, come una mancanza di originalità, ma come la creazione di una un’ottima ricetta prendendo spunto da degli elementi di altri giochi che hanno fatto letteralmente la storia dell’industria, e riproponendoli al giocatore in una nuova veste e con un sapore del tutto originale e sempre in grado di stupire.

Creatività al potere

Ottenere una combinazione ben riuscita di citazioni e innovazione sembra facile solo in apparenza e niente può far venir meno il fascino unico che The Plucky Squire esercita sul giocatore, anche attraverso le sue qualità originali. Per cominciare, lo sviluppatore utilizza un profilo narrativo leggermente ironico, quasi sarcastico, che riflette su come ci si sente quando i personaggi fittizi si rendono conto di essere… beh, fittizi, ma non per questo meno importanti. Ci sono battute a non finire, personaggi simpaticissimi (il mago deejay!) e un tono generale estremamente divertente. The Plucky Squire trasuda sempre fascino e brilla anche di creatività, forse perché il gioco si basa sulla creazione, sull’immaginazione e sulla traduzione della propria fantasia in qualcosa di più tangibile.

Tecnicamente parlando, da questi primi momenti di gioco abbiamo riscontrato che The Plucky Squire sia molto ben rifinito, e che sia pressoché pronto per la sua prossima uscita per il 17 settembre. Solo molto raramente ci siamo accorti di qualche calo nel frame rate, e in un’occasione abbiamo rischiato di rimanere incastrati nel mondo di gioco in 3D, per poi riuscire prontamente a liberarci. Sono delle pecche minori che crediamo possano essere tranquillamente risolte da qui al momento del rilascio di The Plucky Squire, quindi rimaniamo fiduciosi. Anche su Steam Deck il gioco si è comportato benissimo, mantenendo i 60fps quasi costanti anche sulla portatile di casa Valve.

Pronti ad impugnare la stilografica!

Il gioco è piacevole sia nelle sue meccaniche semplici che nella sua direzione artistica ispirata. The Plucky Squire è bello da giocare quanto da guardare. Per quanto ci riguarda, da questo primo impatto con il mondo di gioco creato dagli All Possibile Future abbiamo ricavato un giudizio ampiamente positivo sull’esperienza di gioco complessiva, ma per il momento rimandiamo alla nostra prossima recensione le nostre impressioni definitive.

Scritto da
Silvia SiL Mannu

Nel lontano 1990 entro in una sala giochi e scopro i cabinati arcade. Da quel momento, la passione per i videogames non mi ha mai abbandonata. Oggi sono una PC Gamer legata soprattutto a titoli action, giochi di ruolo, stealth e picchiaduro.

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