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The Casting of Frank Stone | Recensione

Nato dalla collaborazione tra Behaviour Interactive e Supermassive Games, già autori di Until Dawn e della Dark Pictures Anthology, The Casting of Frank Stone è un’avventura horror interattiva ambientata nell’universo di Dead by Daylight, composta dagli stessi elementi distintivi delle precedenti esperienze cinematiche dello studio anglosassone.

Tra scelte multiple, Quick Time Events, raccolta di collezionabili e ovviamente un forte focus sulla narrativa, vi presentiamo la nostra esperienza con The Casting of Frank Stone.

Cedar Hills, Oregon, 1963.

Il vice-sceriffo Sam Green si reca nell’acciaieria locale per indagare sul rapimento di un neonato che ha sconvolto la cittadina vicina. Giunto sul sito dell’indagine, prendiamo subito in mano gli eventi, dovendo interrogare il guardiano locale.

Possiamo decidere il tono delle domande, se partire subito in maniera accusatoria o mantenere un atteggiamento più distaccato, e scegliamo di portare l’attenzione sulla bottiglia di whisky mezza vuota che stava facendo compagnia al guardiano.

Le scelte fatte iniziano subito ad impattare la storia, e ci viene indicato da una nota a margine che descrive le reazioni delle persone con le quali interloquiamo. Prendiamo quindi il controllo diretto di Sam e iniziamo ad esplorare la fabbrica.

Risolvendo piccoli enigmi ambientali, quali trovare un piede di porco per aprire una grata o spostare una piattaforma per accedere ad un’area elevata, ci inoltriamo in profondità nella fornace di Cedar Hills, dove troviamo il neonato scomparso e – sorpresa sorpresa – niente poco di meno che il famigerato Frank Stone, fautore del rapimento e possibile serial killer.

In questo prologo veniamo quindi introdotti alla flebile componente action, consistente perlopiù nel superamento di Quick Time Event quali la pressione ripetuta di un tasto o il selezionare col giusto tempismo l’area delimitata di un quadrante. Chi ha già avuto esperienza con Dead By Daylight riconoscerà immediatamente la meccanica di riparazione dei generatori che è stata riproposta in questo titolo.

Terminato il prologo, che può finire in diversi modi e di cui non faremo spoiler, il gioco si apre con due storie che si svolgono in epoche differenti. La prima ambientata nel 1980 ci vedrà impersonare tre adolescenti alle prese con la realizzazione di un film amatoriale ispirato agli omicidi di Frank Stone avvenuti 20 anni prima. La seconda, che si svolge nel 2024, prenderà luogo in Inghilterra in un misterioso maniero, dove tre sconosciuti sono stati invitati da una certa Augustine per ragioni misteriose.

Ovviamente trattandosi di un gioco incentrato sulla narrazione non possiamo parlare in modo estensivo delle premesse e degli eventi, ma è facile immaginare come le due timeline presenteranno dei collegamenti e le scelte fatte con il trio di Jaime, Chris e Linda a Cedar Hills nel 1980 andranno a influenzare gli eventi futuri, in un intreccio che vedrà alternare le due storie fino a risolvere il mistero del serial killer americano e dei suoi collegamenti con il film indipendente “Murder Mill”.

La trama, per la maggior parte liberamente apprezzabile da qualunque appassionato di horror, presenterà diversi collegamenti e rimandi all’universo di Dead By Daylight, perciò sarebbe bene avere quantomeno un’idea dell’esistenza di un’entità soprannaturale chiamata – per l’appunto – “L’Entità“, che rapisce killer e sopravvissuti da ogni epoca al fine di farli scontrare tra loro in un ciclo infinito di morte e tentativi di fuga, con solo il tiepido calore di un falò a consolare temporaneamente i malcapitati rapiti da questo essere.

Le avventure dei Supermassive riassunte in una frase.

A differenza di quanto avviene nel gioco sviluppato da Behaviour però, nelle avventure dei Supermassive la morte è definitiva, e una scelta sbagliata fatta a inizio gioco può portare alla perdita definitiva di uno dei personaggi giocabili.

Non mancheranno scene di violenza estrema, gore e splatter per tutti i gusti, per una sceneggiatura non particolarmente originale ma che riesce a divertire e intrattenere, malgrado qualche occasionale buco nella trama. Di buon livello il cast di protagonisti ed elementi secondari, che presenta il giusto equilibrio tra personaggi gradevoli che vogliamo vedere sopravvivere e classiche vittime sacrificali dell’horror che ci spingeranno a tifare per il serial killer.

Chiunque può morire

Una normale partita si aggirerà grossomodo intorno alla durata di 7 ore, qualcosa in più se deciderete di esplorare a fondo le ambientazioni per trovare le bambole raffiguranti i killer di DbD e i ninnoli di Frank Stone (oggetti di puro collezionismo che non impattano sulla vicenda), oppure i vari documenti e registrazioni che potranno fare luce sugli elementi secondari dalla trama, insieme a fornire altre citazioni al mondo creato da Behaviour che i fan apprezzeranno sicuramente.

Questo ovviamente senza considerare la rigiocabilità dell’avventura, che da tradizione vi permetterà di effettuare scelte diverse e di scoprirne i molteplici finali.

Riguardo al gameplay, due novità in particolare caratterizzano l’ultimo lavoro dei Supermassive. La prima riveleremo solo essere una meccanica di gioco ispirata ai classici Fatal Frame / Project Zero, molto gradita ma che avremmo preferito vedere implementata in modo più esteso durante gioco.

Della seconda invece possiamo parlare in modo estensivo e si tratta della “Cutting Room Floor“, o detto più semplicemente la possibilità di rivivere i capitoli dell’avventura già giocati per compiere scelte diverse e scoprire destini alternativi, magari rimendiando agli errori compiuti.

Le bambole collezionabili dal mondo di Dead By Daylight.

Sulla carta una funzione molto utile e sicuramente un passo avanti rispetto ai vecchi lavori del team inglese, dove la possibilità di effettuare scelte differenti era bloccata dietro la necessità di ricominciare ogni partita da zero, presenta tuttavia ancora qualche problema di rigiocabilità, perché laddove sarà facile rimediare a scelte fatte nelle fasi finali, cambiare una decisione presa a inizio gioco imporrà il dover rivedere tutte le scene già vissute prima di apprezzare i cambiamenti alla fine, senza possibilità di saltare o almeno velocizzare la visione di eventi già visti che non presentano differenze.

Pensiamo ad esempio alla saga dei Nonary Games dove una meccanica simile permetteva di evitare di dover rivedere ore ed ore di filmati, potendo facilmente velocizzare i dialoghi in comune tra alcune timeline e passando direttamente alle versioni alternative. Un peccato, perché le differenze possono essere sostanziali e sarebbe stato più divertente esplorare le varie scelte senza il tèdio di giocare a oltranza alcuni segmenti già visti.

L’orrore su celluloide

Il lato tecnico e quello artistico presentano luci e ombre. Tra i lati positivi troviamo un’impatto visivo notevole realizzato in Unreal Engine 5, insieme a una colonna sonora che spazia da classici beat anni ’80 a tracce atmosferiche e industrial che vanno a rimarcare i momenti più horror.

Le interpretazioni del cast sono di buon livello, così come le animazioni facciali nel complesso, anche se queste presentano occasionalmente qualche falla o espressione troppo esagerata.

Se la fotografia ci ha convinto pienamente nel suo alternare i toni gotici del maniero all’atmosfera slasher negli anni ’80, la regia presenta sorprendentemente qualche lacuna, con inquadrature talvolta troppo statiche o che non enfatizzano a dovere il momento.

Pur non arrivando a rendere il titolo ingiocabile, le prestazioni su PC della versione che abbiamo provato si sono rivelate piuttosto altalenanti, con qualche tipico picco negativo dovuto a compilazione degli shader e un livello di frame rate non sempre alto anche a 1080p. Segnagliamo comunque un livello accettabile di scalabilità, con prestazioni che migliorano disattivando il raytracing pur mantenendo una buona qualità visiva e con la presenza dei più noti sistemi di upscaling e frame generation (in particolare l’FSR3 di AMD compatibile con la maggior parte delle schede video).

Per dovere di cronaca dobbiamo anche segnalare la presenza di qualche bug dei menù (nulla di game breaking fortunatamente) e saltuari errori e imprecisioni della traduzione italiana che auspicabilmente verranno sistemati al momento dell’uscita.

Ringraziamo Behaviour Interactive per il codice review fornitoci.

7.6
Review Overview
Riassunto

I creatori del più grande conglomerato di franchise horror si uniscono con gli esperti delle cinematiche interattive per consegnare una simpatica avventura horror che apre le porte dell'universo di Dead by Daylight, ampliandone le potenzialità e svelandone alcuni segreti.

Pro
Buon cast di personaggi Storia che intrattiene a dovere Elementi horror ben realizzati
Contro
Prestazioni non eccellenti Formula poco innovativa
  • Concept & Trama8
  • Gameplay7
  • Comparto Artistico8
  • Comparto Tecnico7.5
Scritto da
Matteo Filigheddu

Giocatore PC di vecchia data, appassionato di avventure grafiche ed RPG. Tra un gioco e l'altro mi interesso di cinema, fitness, calcio e letteratura.

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