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Epic Mickey Rebrushed | Recensione

In qualche modo, Epic Mickey ha fatto parte delle vite di ogni videogiocatore – o quasi. Vuoi perché era il grande ritorno di Topolino, l’icona pop per eccellenza, con un titolo ambizioso, grande, dalle idee (forse anche troppo) esagerate. Vuoi perché su Nintendo Wii, la prima e finora unica console sulla quale il primo capitolo arrivò, riscosse un notevole successo, anche a fronte di una serie di problemi evidenti. Vuoi perché il concept catturò l’attenzione anche di chi poco amava il topo di casa Disney ma che non seppe resistere a questo oscuro e tormentato mondo che faceva da sfondo alla strana avventura.

Come abbiamo avuto modo di raccontarvi in una nostra lunga e approfondita retrospettiva sul primo capitolo (promettiamo di pubblicare un giorno anche la seconda parte dedicata al sequel…), Epic Mickey è divenuto col tempo un cult, uno dei videogiochi migliori da annoverare nel pantheon Disney quando si parla appunto di opere videoludiche, anche se certo non perfetto. Tanti erano i problemi che affliggevano Epic Mickey nella sua incarnazione originale, e l’impressione generale è che il titolo sia passato alla storia più per la potenza del suo protagonista che per veri meriti oggettivi. Di chi è la colpa? Forse ambizioni troppo alte, forse Wii non era abbastanza per l’idea di Warren Spector. Chissà.

Si arriva però all’inizio del 2024 quando, a sorpresa, THQ e Purple Lamp annunciano a sorpresa Epic Mickey Rebrushed, il ritorno della storica IP. Sì, ormai è storica, sono passati ben 14 anni dal suo debutto, ed è giusto che la serie, progettata per essere una trilogia che invece è naufragata malamente dopo un secondo capitolo molto discreto, tenti un rilancio.

Ma come riproponi un gioco ricco di problemi? Ci sono due strade: o tenti una remastered insignificante e utile solo a fare soldi col minimo sforzo, senza preoccuparti di sistemare i difetti macroscopici, oppure lavori più a fondo, scavi in profondità, andando a ricostruire almeno parte dell’impalcatura del progetto. Quale strada ha scelto Purple Lamp? Ve lo direi subito, ma è meglio se leggete la nostra recensione!

Versione provata: PlayStation 5

Topolino tuttofare

Dunque, che cosa accade? Perché Topolino finisce in una situazione tanto bizzarra quanto curiosa come quella di Rifiutolandia? Per capire dove la storia affondi le sue radici, bisogna tornare all’inizio di tutto. La voce di Yen Sid accompagna i giocatori in un flashback che mostra gli antefatti del titolo: il buon topo, anni fa, fece alcuni danni nel laboratorio dello stregone di Fantasia, riversando del solvente sulla sua ultima creazione. Yen Sid stava infatti creando un luogo sicuro, una casa per tutti i personaggi dimenticati del mondo Disney come Orazio, Clarabella, vecchie attrazioni legate a film del passato, persino il coniglio Oswald.

L’incidente provocato da Topolino innesca così una sequela pericolosa per gli abitanti di Rifiutolandia, la cui pace viene funestata dal perfido Macchia Nera e dalle macchinazioni dello Scienziato Pazzo, altro celebre villain del passato. Un giorno, Topolino viene così prelevato dal suo mondo e portato nelle terre dimenticate, con i grandi cattivi pronti a prendersi una rivalsa nei confronti del personaggio che, per un motivo o per l’altro, li ha condannati a sparire dai ricordi delle persone. Il cuore di Topolino è l’unico modo per uscire da Rifiutolandia, e così inizia una straordinaria avventura attraverso il fantasioso mondo per fermare Macchia Nera e lo Scienziato prima che sia troppo tardi.

La storia, che non brilla certo per colpi di scena o grande clamore, è comunque il giusto pretesto per accompagnare Topolino nei più oscuri meandri di Rifiutolandia, attraverso ambientazioni uniche e ora molto più affascinanti. Purple Lamp è riuscita infatti, nella sua ricerca di fedeltà alla visione originale di Spector, a dare nuova luce a Rifiutolandia, arricchendo le varie zone del mondo di dettagli e maggiore contesto. Uno dei grandi difetti dell’originale Epic Mickey era infatti quello di non essere riuscito a dare forma ai desideri dell’originale team di sviluppo, probabilmente costretto dai limiti dell’hardware a ridimensionare l’aspetto creativo del progetto. Oggi, invece, Rebrushed è molto più vivo e vivace. Aree del mondo come Tomorrowland e Avventuralandia hanno risentito in modo estremamente positivo di questo remake grafico, rendendolo molto più affascinante di quanto non fosse in passato.

Nel suo essere avventuroso, Epic Mickey consegna Topolino nelle mani di un giocatore che si immedesima completamente in esso. È spaesato, confuso, non conosce questi luoghi, eppure entrambi colgono riferimenti al passato, tra vecchie cartucce di videogiochi abbandonate (la Montagna delle Topocianfrusaglie resta probabilmente la miglior idea per il titolo) e personaggi che fanno comparsate più o meno importanti proseguendo nella storia. Il concetto del gioco originale, qui rimasto intatto, era esattamente quello: dare spazio a chi è stato dimenticato dalla storia.

È così che Gambadilegno, ad esempio, è lo sceriffo di Male Street. Le sue varianti (oggi si parlerebbe di multiverso, quando in realtà sono versioni del personaggio provenienti da altri cortometraggi od omaggi ad altri film del passato) popolano questo mondo, nel quale non è sempre facile distinguere tra bene e male quando ci si guarda intorno. Orazio è un investigatore privato, la cui agenzia però non sta andando molto bene – toccherà a Topolino aiutarlo, se lo vorrà. Ci sono poi i pirati della ciurma di Capitan Uncino, i Gremlin di un ambizioso progetto di Walt Disney che poi non vide mai la luce, i fantasmi del corto Topolino e i fantasmi, riferimenti a Steamboat Willie, TRON, La bella addormentata nel bosco e così via. Arrivando, ovviamente, ad Oswald.

Il concept iniziale di Epic Mickey vedeva il coniglio fortunato, ideato da Disney e Ub Iwerks e poi rubato da Charles Mintz (se siete interessati, ne abbiamo parlato qui), come il vero villain del gioco, anche se poi le cose cambiarono. È interessante osservare come il rapporto tra i due, con un personaggio finito nel cassetto dei ricordi a discapito dell’altro, si evolva nel corso del gioco, con una dolce storia di rivalsa prima e amicizia poi che mira a salvare la folle Rifiutolandia, arrivando a omaggiare il grande passato del mondo Disney.

Se ci permettete un piccolo pensiero, eccolo qui: Disney ha scelto Wish come Classico d’animazione per i suoi 100 anni. Un film che ha cercato di inserire collegamenti al passato e di creare intorno una narrazione coinvolgente, fallendo sotto quasi ogni aspetto. Cari creativi di Burbank, è curioso pensare che la storia adatta a questo anniversario c’era già: Epic Mickey. Il vero omaggio al passato Disney.

Spennellata di novità

Epic Mickey Rebrushed non è però solo un remake grafico. Purple Lamp ha intelligentemente deciso di andare a intervenire sugli aspetti più problematici della produzione, che a suo tempo venne sì elogiata per il concept del prodotto – un gioco avventuroso in terza persona con missioni principali e secondarie da completare, basato sull’esplorazione, con segreti da scovare grazie alla dinamica del pennello e del binomio vernice/solvente – ma anche massacrata per alcuni difetti specialmente di natura tecnica davvero importanti, dimostrandosi eccessivamente goffo sotto molti aspetti.

Tra le maggiori criticità del titolo, ad esempio, c’era l’estrema lentezza dell’azione. Topolino è sempre stato pesante da comandare su Wii, rallentando in maniera eccessiva l’azione e la fase esplorativa che rappresenta il grande focus della produzione – e danneggiando ulteriormente un backtracking ossessivo, che ancora oggi a dire il vero risulta essere un problema. Per fortuna, prendendo anche spunto da Epic Mickey 2 del 2012, gli sviluppatori hanno concesso a Topolino molte più possibilità legate al movimento, come la corsa e una sorta di slide in avanti con il tasto Cerchio che migliorano sensibilmente il tutto. Questo vale sia per le fasi in tre dimensioni, quelle principali, che in 2D, ossia i proiettori ispirati ai vecchi cortometraggi di Topolino che fungono da collegamento tra una zona e l’altra di Rifiutolandia.

Ecco, a tal proposito. Così come le aree in 3D (Avventuralandia ad esempio è stata completamente ricostruita dal punto di vista grafico, e ora è a dir poco affascinante), anche i proiettori sono stati rivisti graficamente, facendo ora risplendere la vena artistica delle proprie fonti d’ispirazione e rendendoli decisamente più brillanti. Entrare in un proiettore ora è un momento davvero simpatico, poiché la pulizia dell’immagine e dei suoni porta realmente a immergersi in questi mondi, come se davvero il giocatore si trovasse lì. Il vero problema dei proiettori, tuttavia, è ancora presente in Rebrushed: l’estenuante ripetitività.

Queste zone in 2D collegano come detto le varie aree di Rifiutolandia, e devono essere attraversati per spostarsi da un luogo all’altro, senza poterli in alcun modo evitare. Inutile dire che questo, per chi è in cerca di completismo, resta un’esperienza follemente mal pensata, ed è strano che in Rebrushed Purple Lamp non abbia pensato di inserire un’opzione per lo spostamento rapido, o comunque per evitare di ripetere inutilmente i proiettori avanti e indietro. Per dire, una missione accettata ad Avventuralandia ci ha portato ad attraversare Jungle Rhythm e Thru the Mirror, i proiettori che collegano a Male Street e Os Town, qualcosa come 4 volte ciascuno, e questo solo per una missione. No, non era un buon sistema allora e non lo è neppure adesso.

Il remake non è quindi stato in grado di sistemare alcuni problemi che l’originale Epic Mickey si porta dietro ancora oggi, tra cui anche una gestione dell’inventario quasi inesistente – potrebbe servire a poco, visto l’elenco delle missioni, ma sarebbe stato utile avere ad esempio a disposizione una schermata che spiegasse quante Scintille di Energia sono state raccolte, o che spiegasse come raggiungere una determinata area. Il senso di smarrimento, frutto anche dell’assenza di una minimappa a schermo o di una guida più chiara, non è purtroppo sparito. A un certo punto della storia, viene ad esempio chiesto a Topolino di tornare alla Montagna dele Topocianfrusaglie, e… dov’è? Bella domanda, e la risposta è altrettanto piacevole: se non lo ricordate, dovrete entrare e uscire dalle varie aree fino a ritrovare la strada che stavate cercando.

Tutto sommato, Epic Mickey Rebrushed è comunque un gioco molto simpatico e intrattenente, e superiore alla sua versione originale. Lo sforzo creativo messo in campo per questo remake non è casuale né inferiore alle aspettative, anche solo banalmente pensando alla maggiore cura ai dettagli (la boss fight contro lo Scienziato Pazzo ad esempio è molto più chiara, avendo aggiunto elementi nello scenario che prima erano solo abbozzati), o il fatto che la telecamera sia ora adeguata allo scopo. Su Wii, se lo ricordate, era davvero terrificante. Anche i comandi di gioco sono stati ben adeguati ai controller attuali, abbandonanto i limiti della console Nintendo di, ormai, quasi tre generazioni fa.

Se insomma Epic Mickey può ora risplendere con aggiustamenti e rifiniture importanti che impreziosiscono il lavoro di Purple Lamp, dall’altra parte era inevitabile che alcuni problemi sarebbero tornati. Il bassissimo tasso di sfida, quasi nullo a dire il vero, complice anche un sistema di combattimento davvero basilare – vernice o solvente, non c’è praticamente altro da fare per abbattere un nemico. O il fatto che la componente ruolistica legata ai comportamenti buoni o cattivi di Topolino appaia pronunciata all’inizio e poi abbozzata, poco chiara o dimenticata, come se in origine Junction Point si fosse dimenticata di darle uno scopo reale nella produzione – e così anche i modi per completare una missione, prima più variegati e fantasiosi, si perdono via via con l’avanzare del gioco. Un peccato, ma per intervenire in tal senso probabilmente sarebbe stato necessario riscrivere da capo il progetto, cosa che non era l’intento di Rebrushed.

Il remake funziona? Assolutamente sì, con i suoi difetti che si porta dietro dal gioco originale. Ma chissà che quest’operazione e il ritrovato entusiasmo per il franchise non convinca Disney a chiudere finalmente la trilogia, magari affidando proprio a Purple Lamp le chiavi della serie.

Ringraziamo THQ per il codice review.

8.1
Review Overview
Riassunto

Epic Mickey Rebrushed è un remake riuscito, una produzione che riesce a ridare splendore a un gioco sì apprezzato a suo tempo ma caratterizzato anche da tanti difetti macroscopici. Purple Lamp è riuscito a limitare molti di questi problemi, in alcuni casi sistemandoli, anche se parte di essi sono legati inevitabilmente al concept del titolo. Il lavoro svolto è però abbastanza per concedere una nuova possibilità a Epic Mickey, che oggi risplende più che mai della sua spiccata creatività.

Pro
Restauro grafico molto importante Un gioco solido e divertente ancora oggi Sistemati alcuni importanti difetti tecnici...
Contro
... ma non tutti I proiettori. SANTO CIELO, i proiettori.
  • Concept & Trama8.5
  • Gameplay7.5
  • Comparto Artistico8.5
  • Comparto Tecnico8
Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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