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Iron Meat | Recensione

Iron Meat è uno sparatutto arcade run-n-gun che riporta in vita un genere che da tempo non si vedeva sul mercato. Il titolo, sviluppato da Retroware, trasporta in un mondo invaso dalla “Carne“, una letale infezione capace di prendere il controllo di qualsiasi cosa, sia esseri umani che macchine. Disponibile su tutte le piattaforme dal 26 settembre 2024, Iron Meat promette di risvegliare quella nostalgia che solo i gamer degli anni ’90 possono davvero cogliere. Vediamo insieme come si presenta questo ritorno alle radici di un genere che ha dominato i cabinati delle sale giochi per anni.

Versione provata: PlayStation 5

 

Carne al sangue, grazie

Iron Meat riporta alla mente bei ricordi, grazie a un gameplay e una grafica capaci di emozionare sia i veterani che le nuove leve. Il gioco è suddiviso in 9 livelli, ognuno dei quali introduce scenari diversi, mostrando varie interpretazioni su come l’infezione di Carne possa influenzare non solo le persone, ma anche i mezzi di trasporto. Ci troveremo infatti davanti a bizzarre mutazioni, come camion, treni e navi armati di lingue e denti, pronti a distruggerci prima che possiamo farlo noi. Peccato che oltre i 9 livelli presenti, non ci siano livelli alternativi da sbloccare dopo la fine dell’avventura.

In compenso, sono presenti una vasta gamma di skin sbloccabili completando obiettivi specifici legati ai livelli. Tuttavia, queste non hanno alcun nerf o buff, il che sarebbe stato interessante per variare l’esperienza di gioco.

Iron Meat offre tre livelli di difficoltà: facile, normale e difficile. La differenza sostanziale tra le tre modalità risiede nella quantità di colpi da poter subire. La modalità facile mette a disposizione 30 vite, per assicurare un’esperienza tranquilla e senza troppi intoppi. La modalità normale offre 18 vite, rendendo l’esperienza più impegnativa ma allo stesso tempo accessibile. Infine, la modalità difficile concede solo 8 vite, mettendo davvero alla prova i riflessi e le capacità del giocatore, offrendo una sfida intensa per chi vuole davvero mettersi alla prova.

Il nostro Doom Guy della situazione può impugnare diverse armi nel corso dei livelli. Si inizia con un semplice fucile d’assalto, ma distruggendo apposite caselle, potremo conquistare altre armi. Fucili d’assalto con proiettili più ampi o con proiettili ad arco, cecchini, fucili a pompa, lanciagranate, di tutto e di più per concludere il nostro massacro di carne il più presto possibile. Un piccolo difetto è legato alla confusione nel riconoscere al volo le armi raccolte, poiché si differenziano solo attraverso delle lettere.

La gestione delle armi diventa cruciale, specialmente durante le boss fight. Arrivare al boss con l’arma di base non è mai una buona idea, vista l’ampia varietà di armi create appositamente per affrontare questi scontri. Proprio le boss fight sono il punto più alto del gioco, con nemici originali che propongono attacchi e schemi unici.

All’interno del titolo ci sarà il tipico sistema di punti caratteristico del genere. Più colpi eviteremo, più punti otterremo per salire di grado. Il grado serve per ottenere altre skin da utilizzare nei livelli, anche se, come detto prima, dall’aspetto puramente estetico. 

Iron Meat include una modalità in cooperativa locale, perfetta per chi vuole godersi un classico run-n-gun sullo stesso divano.  Sarebbe stata gradita la cooperativa online, che avrebbe aggiunto più spessore alla modalità in sè aggiungendo la possibilità di divertirsi a distanza.

Il gameplay è quindi una festa per le nostre mani, tenendo sempre un ritmo frenetico e intenso, che garantirà una decina di ore per completare il gioco nella sua interezza.

Lato tecnico succulento

Sul piano tecnico, il titolo non delude. Iron Meat si dimostra un prodotto ben realizzato, soprattutto se consideriamo l’intento di richiamare l’epoca d’oro degli sparatutto arcade. Uno degli aspetti più riusciti del titolo è sicuramente la grafica, che sfrutta al massimo la pixel art. Gli sprite dei personaggi e dei nemici sono curati al minimo dettaglio, con animazioni tutto sommato buone che conferiscono un senso di fluidità a ogni scontro. Le creature infette e i boss, in particolare, spiccano per il loro design originale, con trasformazioni a tratti esagerate ma perfettamente in linea con l’atmosfera che propone il titolo.

Dal punto di vista delle prestazioni, il titolo si dimostra solido, mantenendo i 60 fps senza cali. Anche il comparto sonoro è eccellente, con una colonna sonora che sposa alla perfezione l’atmosfera apocalittica, arricchita da brani metal che accompagnano i vari scenari.

I fondali dei livelli sono altrettanto notevoli. Ogni ambiente è ricco di dettagli e presenta un’atmosfera diversa che arricchisce l’esperienza. Nonostante la varietà degli ambienti, il gioco riesce a mantenere una certa coerenza estetica, con sfondi che non solo risultano gradevoli ma che non distraggono dall’azione frenetica in primo piano.

Titolo puramente nostalgico

Iron Meat fa letteralmente quello che gli viene chiesto di fare, ossia prendere le basi da Metal Slug o Contra: Operation Galuga e riproporlo con un’altra ambientazione, senza però portare grandi novità nel gameplay.

Avremmo gradito una maggiore varietà nei livelli o qualche meccanica innovativa, che potesse dare una svolta al genere. Anche il sistema di controllo, pur preciso, rimanda ai vecchi tempi, con lo stesso stile di sparo, corsa e salto.

Il gioco è consigliato per chi cerca un’esperienza classica, che renda omaggio alle glorie del passato, senza tentativi di strafare.

7.8
Riassunto
Riassunto

L'ultima fatica di Retroware è stata creata per chi vuole l'esperienza classica dei run-n-gun. Non innova, ma convince con le sue ambientazioni apocalittiche e esuberanti che permettono al giocatore di godersi il ritmo frenetico del genere, proponendo quindi un titolo divertente fino alla fine.

Pro
Pixel Art sfruttata molto bene Livelli tecnicamente ben fatti Rispetta i canoni classici del genere
Contro
Gestione superficiale delle skin Si poteva rischiare di più con i livelli Poca chiarezza sulla gestione delle armi
  • Concept & Trama6.5
  • Gameplay7.5
  • Comparto Artistico9
  • Comparto Tecnico8
Scritto da
Giuseppe "IlCrap" Crapanzano

Studente universitario, frequento la facoltà di Ingegneria. Nato e cresciuto a pane e PlayStation, ho sempre amato il mondo videoludico. Da sempre amante di JRPG e delle belle storie.

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