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Super Mario Party: Jamboree | Recensione

Forse non ci avremmo scommesso, eppure Nintendo lo ha fatto anche quest’anno: non si scappa alla Nintendata autunnale! Nella stagione che, a meno di ulteriori colpi di scena (ricordiamo che è la seconda volta in cui lo pensiamo, anche se stavolta dovrebbe essere ormai ufficiale), sarà l’ultima di Switch come hardware di riferimento, l’azienda nipponica punta alle famiglie e ripropone ancora una volta la serie Mario Party, per un terzo capitolo sulla console in questione che questa volta ha ambizioni ben diverse.

Su Switch, dopo Super Mario Party nel 2018 e il particolare Mario Party Superstars del 2021, più un riempitivo fatto di tanti contenuti riciclati che un vero e proprio nuovo capitolo, tocca ora al folle, gigantesco, enorme, gargantuesco, brobdingnagiano Jamboree. Presentato solo pochi mesi fa, il gioco pone i fan di fronte alla classica esperienza dei party game del Regno dei Funghi, stavolta però ampliato forse oltre ogni immaginazione. Divertente, ricchissimo, Jamboree non è solo un’altra riproposizione delle classiche ma comunque ancora apprezzatissime dinamiche della serie, bensì una sorta di nuovo inizio, la prosecuzione di quel percorso di sperimentazione che Nintendo ha sempre tenuto ben presente nella storia di Switch. Vi raccontiamo perché e cosa fa di Jamboree un grande titolo nella nostra recensione.

Per tutti i gusti!

All’avvio, le sensazioni trasmesse da Super Mario Party Jamboree sono esattamente le solite: un roccioso, solidissimo gioco studiato a tavolino per divertirsi in compagnia, che propone una serie di tabelloni con caselle di vario tipo, bonus e power-up, i cui turni sono poi intervallati dalla classica vagonata di minigiochi. Ma vagonata vera: Jamboree include oltre 110 minigiochi, il numero più alto nella storia della serie, e questo già fa capire le ambizioni del titolo. Ma non si tratta solo di numeri. Quello che davvero stupisce del nuovissimo capitolo della serie, giunta alla sua tredicesima uscita ufficiale, è che Nintendo non si è limitata al compitino in stile Mario Party Superstars, bensì ha chiaramente pensato a Jamboree come il primo step per il futuro del franchise.

Per quanto riuscito e apprezzato (il metascore di 88 parla da solo), Mario Party Superstars è stato un capitolo fin troppo conservativo, un omaggio al passato della serie recuperando vari tabelloni e minigiochi apprezzati senza sforzarsi troppo – effettivamente, è difficile capire perché non sia stato tramutato in un DLC o una serie di espansioni per il suo predecessore, già ampiamente diffuso. Comunque, al contrario di Superstars, Jamboree è di ben altra caratura e prospettive, intenzionato a riscrivere non tanto le dinamiche fondamentali quanto l’offerta che Mario Party può rappresentare.

Sin dal primo avvio, Jamboree fa intuire ai giocatori che avranno di fronte un gioco davvero gigantesco. È bene così imparare da subito a capire cosas la Piazza Party abbia da offrire: negozi di oggetti collezionabili come musica ed emote, classifiche online, bacheche con statistiche del giocatore… e la storia single player. Sì, parlando con Kamek prenderà il via una delle novità di Jamboree, una sorta di modalità per giocatore singolo da affrontare con uno dei 20 personaggi da subito disponibili (i nuovi arrivati Ninji e Pauline non sono accessibili al primo avvio) per vivere una simpatica storia e ottenere ricompense divertenti – e iniziare ad avanzare in quello che sembra essere un mix tra un battle pass e il primo elenco Trofei per un gioco Nintendo…

Si tratta di una modalità utile in due sensi: il primo è quello di consentire al giocatore di familiarizzare con i vari tabelloni, ognuno dei quali è qui liberamente esplorabile o quasi; il secondo è quello di dare effettiva varietà al tutto, poiché nelle varie ambientazioni sono presenti NPC che assegneranno missioni a Mario e i suoi amici e consentiranno di provare i numerosi minigiochi di Jamboree – abbiamo già detto che è il più grande gioco della serie in tal senso, con oltre 110 minigiochi? Completando queste missioni e vincendo questi giochi, i vari personaggi guadagnano mini-stelle da accumulare che permetteranno poi di accedere al mondo successivo.

Aiutante in arrivo, questo il nome della nuova modalità, è piuttosto ben congegnata, ben curata per ciascuno dei personaggi, nascondendo anche piccole ma gustose sorprese. Come le altre modalità presenti nel gioco, Aiutante in arrivo può anche essere personalizzata per evitare l’inclusione di minigiochi con Joy-Con in movimento, assenti quando la console è sfruttata in modalità portatile. In breve, la single player mode è un buon passatempo extra, studiato non solo per i neofiti di Mario Party ma anche per coloro che cercano qualcosa di diverso. Sarà l’inizio di una nuova deriva per la serie? Probabile. Del resto, come vedremo tra poco, l’intero Jamboree è un prodotto sperimentale a tutto tondo.

Tra il classico e il futuro

Se Jamboree sia davvero una piattaforma per il futuro, ce lo dirà solo il tempo. Quel che è certo è che addentrandosi all’interno dei meandri delle varie modalità multigiocatore, che siano scontri con gli amici in locale, l’IA o altri utenti in tutto il mondo, si percepisce ciò che già si è visto ad esempio in Super Mario 3D World + Bowser’s Fury, o Super Mario Bros. Wonder l’anno scorso: la voglia di Nintendo e del suo team di dare sfogo alla creatività, rompere (in parte) col passato e allontanarsi, per la prima vera volta, dal semplice concetto di Mario Party che ormai va avanti da quasi 16 anni.

Partiamo però proprio con Mario Party, la classica modalità principe dell’esperienza. Sempre bella, intrattenente, appassionante, non passa mai di moda. Il concetto è semplice e ormai noto da più di tre lustri: 4 giocatori si scontrano in uno dei 7 tabelloni presenti (5 inediti + 2 classici), ognuno con effetti dinamici e segreti da scoprire (probabilmente vi innamorerete di Isola Goomba e Galleria Arcobaleno), oltre alla caterva di minigiochi da affrontare. È una modalità rimasta sostanzialmente invariata rispetto al passato, e che a dire il vero non invecchia mai. Adatto a ogni età, Mario Party resta il cuore pulsante di tutto il gioco, confermandosi ancora una volta come una grande e inossidabile idea.

Non mancano comunque nuove dinamiche che si insinuano nel corso delle partite. Un esempio sono i Compagni di Jamboree, personaggi unici appaiono sui tabelloni di gioco e inviteranno il giocatore a unirsi a loro in minigiochi unici. Vincendo questi minigiochi,si ottiene un vantaggio unico per puntare a vincere la partita. Una sagace punta di imprevedibilità al tutto, se si pensa che questi minigiochi possono ribaltare la situazione da un momento all’altro. L’enorme quantità di minigiochi, inoltre, consente una varietà estrema. Sono tantissimi, tutti scorrevoli e affascinanti, e come in tutti i Mario Party ci sono quelli più ispirati e quelli un po’ meno – Ombre Sovrapposte è allo stesso tempo bellissimo e dannato, mentre altri come Luigi e il Palazzo dei Misteri sono dei simpaticissimi richiami alla storia del franchise.

Ma questa, come detto, è solo una delle tante destinazioni possibili per gli utenti di Jamboree. I fan storici si ritrovano probabilmente spiazzati di fronte alla grande diversità messa in campo per questo titolo, a partire dalla modalità che più ci ha colpito, Bowserathlon. Avete solo una manciata di minuti da trascorrere su Super Mario Party e non potete pensare a una partita completa? Ecco la perfetta variante: una modalità basata su continui e martellanti minigiochi dove 20 giocatori si sfidano per giungere per primi al traguardo – ogni moneta raccolta corrisponde a un passo del personaggio sul tabellone di gioco, e ovviamente chi prima arriva ha vinto. Ogni 3 minigiochi, poi, ecco un round speciale nel quale i giocatori si ritrovano contro Bowser in round di sopravvivenza. Chi perde, torna indietro, e talvolta anche di tante caselle.

Non c’è che dire: chapeau a Nintendo per questa nuova e pazza idea, dalla quale risulta difficile staccarsi. Forse sarebbe stato possibile osare addirittura qualcosa di più con Bowserathlon, magari improntandolo come una sorta di modalità battle royale nella quale davvero i giocatori percepiscono ancora di più il senso del pericolo rappresentato da Bowser, ma per ora l’esperimento è più che riuscito. Una brillante intuizione è stata anche quella di strutturare le partite con minigiochi che si ripetono in continuazione, diventando però via via più complessi per aumentare l’adrenalina.

Parlando di osare di più, lo stesso discorso si può fare per l’altra grande novità, Squadra Anti-Bowser. Si tratta di una modalità di gioco alternativa per 8 giocatori in cui ognuno deve raccogliere bombe per eliminare Bowser tramite minigiochi su un tabellone unico con un gameplay leggermente diverso, basato appunto sulla cooperazione. Un altro simpatico passatempo, ma incapace di catturarci davvero. Prendendolo come una modalità extra, tuttavia, è un altro tassello molto carino del puzzle.

Completano l’opera: Porto dei minigiochi, dove è possibile dedicarsi interamente ai minigames presenti; Scuola di volo Paratroopa, una modalità piuttosto carina per 1 o 2 giocatori in cui i giocatori devono letteralmente le ali nella vita reale tramite i joy-con per muoversi in 3 diversi minigiochi aerei; Fabbrica di Toad, modalità di gioco fino a 4 giocatori in cui occorre muovere i meccanismi della piattaforma per far attraversare una pallina dal punto A al punto B in diversi circuiti, fino a raggiungere la fine di ciascuno; infine Piatti Ritmati, che è una sorta di versione Mario Party di Overcooked misto a Fruit Ninja nella quale… si cucina, esatto.

Il quadro finale è quello di un videogioco dal sapore unico, pur rappresentando l’ennesimo capitolo di qualcosa che chiunque, o quasi, ha già giocato. Le novità sono tante e (quasi) tutte riuscite, e questo fa ancora una volta capire quanto la filosofia Nintendo sia stata fondamentale nel ciclo vitale di una console come Switch. Che, come detto, è ormai arrivata al capolinea, e anche Super Mario Party Jamboree ne è la dimostrazione: per quanto coloratissimo e sempre vivace, il titolo mostra abbastanza evidentemente la necessità di un netto cambio di rotta, un’evoluzione che non sia solo nella creatività ma anche nella tecnica.

Ringraziamo Nintendo per il codice review

8.5
Review Overview
Riassunto

Super Mario Party Jamboree è un titolo maestoso, il migliore della serie tra quelli pubblicati su Switch, e il simbolo di una Nintendo che vuole sperimentare e stupire in continuazione. Ci troviamo probabilmente di fronte al primo capitolo di un nuovo corso per la saga, un po' come lo sono stati Bowser's Fury e Super Mario Bros: Wonder. La base di un grande futuro, se Nintendo saprà replicarsi.

Pro
Un gioco immenso I minigiochi sono tantissimi e divertenti Le novità fanno pensare a un futuro tutto nuovo
Contro
Switch è arrivata al limite Forse Squadra Anti-Bowser poteva osare qualcosa in più
  • Concept & Trama9
  • Gameplay8.5
  • Comparto Artistico8.5
  • Comparto Tecnico8
Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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