A Quiet Place nasce come serie cinematografica horror ambientata in un mondo post-apocalittico, dove la Terra è stata invasa da creature iper sensibili al suono. Questi alieni ciechi attaccano qualsiasi cosa emetta rumore, rendendo il silenzio assoluto essenziale per sopravvivere.
Sviluppato da Stormind Games, team di sviluppo interamente italiano, The Road Ahead propone il concetto di A Quiet Place sotto forma di survival horror, creando così un nuovo titolo con meccaniche molto interessanti, soprattutto per quanto riguarda la protagonista. Purtroppo però, l’opera non è esente da difetti.
Vediamo quindi insieme come si è sviluppata l’idea di portare A Quiet Place su console.
Versione provata: PlayStation 5
Ansia su entrambi i lati dello schermo
A Quiet Place: The Road Ahead ci mette nei panni di Alex, una giovane ragazza che cerca di sopravvivere in un mondo totalmente devastato dalle creature ultrasensibili al suono. Dopo qualche ora scopriamo che Alex è incinta, il che aggiunge un ulteriore strato di vulnerabilità al personaggio. Deve quindi affrontare non solo le creature, ma anche conflitti con la madre del suo compagno e difficoltà personali che emergono lungo la storia.
Un aspetto interessante del gameplay è l’asma di Alex: una condizione che influisce direttamente sull’esperienza di gioco. In alto a sinistra dello schermo troviamo un indicatore che monitora il livello di stress della protagonista, costringendoci a usare inalatori o pillole trovati nell’ambiente.
Anche se questo elemento rende l’esperienza più realistica e intensa, potrebbe risultare ripetitivo in aree particolarmente polverose o in presenza di molte creature, portando i giocatori a dover cercare continuamente gli inalatori, e questo è un aspetto che potrebbe stancare i più impazienti.
Il gioco procede con un ritmo molto lento, dovuto alla necessità di evitare ogni rumore per non attirare le creature. Sin dall’inizio viene chiarito come ogni singolo movimento o azione, dal camminare all’aprire una porta, possa attirare l’attenzione dei nemici. Questo approccio, seppur interessante a livello concettuale, rallenta l’azione e può risultare molto frustrante.
Una meccanica interessante riguarda l’apertura di porte e cassetti. Infatti il titolo richiede di muovere leggermente la levetta analogica per aprire gli oggetti senza fare rumore, aggiungendo così una certa tensione ad ogni interazione con l’ambiente: ci si ritrova a pensarci due volte prima di compiere anche la più semplice azione, e questo rende l’esperienza ancora più coinvolgente.
Tuttavia, l’altro lato della medaglia è che questa dinamica si riduce a muovere la levetta con molta delicatezza, risultando alla lunga ripetitivo e noioso. Non potremo mai correre, salvo rari momenti in cui il rumore della pioggia riesca a coprire i nostri movimenti. Peccato però che queste condizioni metereologiche siano davvero poco frequenti.
La trama tutto sommato non spicca di originalità, viste le similitudini con la controparte cinematografica dell’opera. Tuttavia, l’idea di un mondo silenzioso e teso è stata resa bene, nonostante la parte giocosa del titolo lasci un po’ a desiderare.
Grafica ottima, anche se con qualche difetto
Uno degli aspetti migliori di A Quiet Place: The Road Ahead è senza dubbio la cura per gli ambienti e le animazioni. Per essere un titolo venduto a prezzo budget, infatti, il livello visivo è sorprendente: i personaggi sono realistici, gli ambienti dettagliati, e l’atmosfera ha quella tonalità cupa e ben costruita che si sposa perfettamente con l’ambientazione. Stormind Games ha fatto davvero un ottimo lavoro su questo aspetto.
Purtroppo, però, non si può dire lo stesso del comparto sonoro. Capita, infatti, che oggetti in gioco facciano rumore in modo casuale e imprevedibile, attirando le creature nei momenti meno opportuni e portando spesso al game over. Questo aspetto può diventare molto frustrante, soprattutto nelle aree più difficili, dove si è circondati da nemici e obiettivi vicini, e ogni piccolo errore può risultare fatale.
Meccaniche di base introdotte troppo tardi
Man mano che si avanza nel gioco, vengono introdotte nuove feature utili per distrarre le creature o ridurre il rumore: possiamo lanciare oggetti per distrarle o usare la sabbia per attutire i nostri passi e muoverci in modo più sicuro. Queste meccaniche però arrivano solo dopo un po’ di gioco, e forse sarebbe stato meglio introdurle fin da subito, perché avrebbero reso l’esperienza più abbordabile anche per chi non ama i ritmi troppo lenti e la tensione continua. In questo modo, il gioco avrebbe mantenuto un ritmo più sostenuto, alleggerendo la lentezza che tende ad appesantire l’avventura.
La mancanza di mosse difensive costringe l’utente a celarsi ed a muoversi furtivamente per tutto il tempo, senza poter mai affrontare direttamente i nemici.
Un’occasione sprecata
L’idea c’è, ed è anche buona, ma manca qualcosa. La trama, seppur funzionale, non riesce a mantenere viva l’attenzione del giocatore, risultando forse troppo prevedibile per chi ha già familiarità con il genere horror. Manca un elemento ludico coinvolgente: le meccaniche principali rallentano l’esperienza, facendo sembrare il gioco lento e poco divertente.
Nonostante alcune incoerenze nel world building, l’elemento trainante di The Road Ahead resta comunque l’idea di base, che rimane interessante ma è sfruttata in modo limitato per un videogioco. Un’occasione mancata, davvero un gran peccato.
Riassunto
Riassunto
Nonostante il concept del film venga riproposto fedelmente, la riuscita del rifacimento videoludico non è andata a buon fine. La meccanica principale smorza troppo il ritmo, consegnando al pubblico un prodotto mal riuscito e poco originale.
Pro
Idea originale... Graficamente ottimo...Contro
...ma non riuscita ...ma non si può dire lo stesso del comparto sonoro Ritmo troppo lento Trama non originale se comparata al film- Concept & Trama5
- Gameplay4.5
- Comparto Artistico7.5
- Comparto Tecnico7
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