L’etichetta Bitmap Books torna con una nuova impresa. Sono passate solo poche settimane dalla pubblicazione di Run ‘n’ Gun, enorme tomo dedicato alla storia dell’omonimo genere con esponenti come Contra e Cuphead, eppure l’editore non dorme mai. Ecco così che si torna a parlare di un particolare ambito del gaming, senza scomodare direttamente console o generazioni particolari, ma abbracciando uno spettro più ampio di evoluzione e intrattenimento nei confronti di quello che forse è lo sport più popolare al mondo: il calcio.
A Tale of Two Halves è il titolo della nuova fatica di Bitmap Books, che, in una cronistoria essenziale e al tempo stesso esaustiva, riassume la storia dei videogiochi di calcio dal 1982 al 2010. Sì, non si arriva fino ai giorni nostri (perlomeno non del tutto), il che è un peccato, ma la questione è facilmente spiegabile: poiché Bitmap si concentra in particolare sull’ambito del retrogaming, non è difficile capire perché la sua analisi si sia fermata a circa tre lustri fa, un arco temporale nel quale comunque le sorprese sono state poche e le serie, salvo sparuti casi, sempre le solite.
Una volta aperto l’impressionante tomo cartonato di oltre 600 pagine (sono quasi 3 kg di libro, niente male!) e in un formato elegantemente quadrato 250mm × 250mm per avere a disposizione pagine più ampie e panoramiche più esaustive, ecco che Clive Tyldesley introduce i lettori in questo vasto compendio. E chi è, direte voi? Tylsesley è uno dei più noti commentatori calcistici britannici, in attività dal 1998 al 2020, ed è stato scelto da Bitmap Books come voce familiare, nota, che prende il posto di alcuni grandi sviluppatori del passato protagonisti dei precedenti tomi editi dall’etichetta britannica per il particolare contesto sportivo.
Certo, non mancano comunque le altre partecipazioni e gli ospiti d’eccezione, ma i veri protagonisti sono i videogiochi. E dopo una gustosa pre-season, che non è altro che la sezione introduttiva del tomo dedicata a una rapida storia dei primissimi videogiochi sportivi addirittura degli anni ‘70, la carrellata inizia da quando i calciatori erano semplici rettangolini che rincorrevano un pallone (che in realtà era quadrato) con visuale dall’alto. Erano i tempi di Championship Soccer, gioco di Steve Wright per Atari 2600, anche conosciuto come Pele’s Soccer. Beh, chiaro: perché non sfruttare il nome del più grande calciatore in voga all’epoca, anche se a schermo non si capiva nulla di chi fosse il possessore della palla?
Ma erano altri tempi, chiaro, e così resteranno ancora per molto tempo. In International Soccer per Commodore 64 iniziavano poi a intravedersi calciatori che se non altro simulavano le fattezze umane, che poi miglioreranno col passare del tempo, tra esperimenti più giocosi come Kick and Run e chi invece provava a sperimentare qualcosa di diverso come Footballer of the Year o gli esordi di Football Manager, che poneva l’accento non più sull’azione diretta ma invece sulla gestione della squadra.
Le immagini sono gentili concessioni del sito ufficiale di Bitmap, link in calce.
Il momento cruciale avviene però intorno alla metà del volume, quando il gaming degli anni ‘90 viene scosso definitivamente. Il passaggio dalle due alle tre dimensioni cambia tutte le regole, sovverte le certezze, e così anche i giochi di calcio devono entrare in quest’ottica ed evolversi. La serie Actua Soccer di Gremlin è la prima a compiere l’inevitabile progressione di questo passaggio epocale, questo prima che Electronic Arts iniziasse a cambiare le gerarchie del mercato.
L’impatto di FIFA su PC, PlayStation e Saturn sarà devastante, creando col tempo un monopolio assoluto che porterà l’azienda americana alla grandezza e segnerà il progressivo declino del genere in quanto a varietà e protagonisti. Se negli anni ‘90 erano decine le aziende che si lanciavano in questi esperimenti, tra calcistici puri e gestionali, dagli anni 2000 resteranno in attività praticamente solo la suddetta serie di EA e quella di International Superstar Soccer, o Winning Eleven, o Pro Evolution Soccer, che dir si voglia. Non solo questi, ovviamente. Il volume di Bitmap cita anche alcuni particolari videogiochi come Super Mario Strikers, una delle idee più folli e divertenti di Nintendo, così come anche altre branche dei brand famosi tra cui FIFA Street o la serie Flick Kick Football di PikPok, che chiude la carrellata storica.
In chiusura, oltre agli interventi di alcuni sviluppatori storici come Matt Furniss, Kevin Toms, Jim Bagley e altri, c’è anche un inserto extra che cita brevemente alcuni giochi che non hanno trovato spazio nel volume o che semplicemente sono arrivati in tempi più recenti, senza una reale importanza di fondo nel capire l’evoluzione di questo genere ma interessanti per capire cosa siano oggi i giochi di calcio.
E poi, occorre fare le classiche considerazioni che ormai risultano quasi ridondanti per Bitmap Books. Come tutte le altre opere, colori e qualità della carta sorprendono se si pensa al prezzo di vendita del tomo, che arricchisce in modo elegante la libreria. L’impaginazione è più tradizionale del solito, con pagine perlopiù suddivise in due metà: da una parte una breve descrizione del gioco (oppure più corposa, a seconda del caso), dall’altra una o più immagini per raccontare il titolo anche attraverso il supporto visivo. Ma in fondo, funziona benissimo anche così. Ed è bello che, come intermezzi qua e là, gli autori si siano divertiti a ricordare alcune finte vecchie glorie del passato come Roberto Larcos e Castolo, storici calciatori fasulli che ci ricordano i bei tempi andati.
Review Overview
Riassunto
Altro giro, altra vittoria. A Tale of Two Halves è uno splendido spaccato della storia dei videogiochi di calcio, un racconto lunghissimo ed esaustivo dedicato a un genere che ha permesso a tanti di avvicinarsi ai videogiochi, visto il particolare legame con il mondo sportivo. Sebbene l'impaginazione sia meno ispirata rispetto ad altri volumi di Bitmap, l'opera resta comunque gigantesca e fantastica, oltre che elegante da vedere.
- Giudizio complessivo4.5
Scrivi un commento