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Symphonia | Recensione

Se c’è un genere videoludico che finalmente sta vedendo una sbocciare una nuova primavera, questo è il platform. Dalle recenti produzioni Nintendo fino allo strabiliante Astro Bot, l’industria sembra aver preso coscienza del fatto che le piattaforme non devono affatto essere dimenticate, in quanto rivestono appieno il vero nucleo di un videogioco: ossia divertire e proporre un tasso di sfida bilanciato e soddisfacente.

Sunny Peak ed Headup hanno colto al massimo l’essenza di questa considerazione, rilasciando dapprima su PC, ma da poco anche su Nintendo Switch, Symphonia, un’esperienza che si discosta molto dalla canonicità dei titoli contemporanei. Sarà quindi riuscito lo studio parigino a confezionare un gioco in grado di emergere dal mare magnum? Scopriamolo insieme nella nostra recensione!

Versione provata: Nintendo Switch

Chi fermerà la musica?

Per quanto concerne la componente narrativa, il gioco introduce immediatamente l’utente nel regno leggendario di Symphonia, capace di prosperare grazie alla musica, la quale rappresentava una vera e propria fonte di vita. Al centro di questo mondo vi era un’orchestra composta da quattro straordinari musicisti. Tuttavia, una tragedia sconvolse ben presto l’armonia: i fondatori scomparvero misteriosamente e il regno cadde in un silenzio opprimente.

Tutto cambia quando un automa, citazione nemmeno troppo celata del celebre Beethoven, ritrova tra le rovine una maschera antica. Questo cimelio si rivela essere una reliquia in grado di condurlo alle origini della musica di Symphonia. Posando la reliquia, il robot riporta alla luce Philemon, l’esperto violinista del complesso, che sarà quindi chiamato a radunare gli altri musicisti per ricomporre l’orchestra e ridare vita al melodico regno.

Il primo aspetto che differenzia la produzione Sunny Peak da moltissimi altri prodotto, è lo stile narrativo minimalista. Durante tutta l’esperienza infatti, il canovaccio narrativo sarà privo di dialoghi testuali o doppiati, ma andrà a svilupparsi solo ed unicamente attraverso brevi e curate cutscene animate. Come è facile intuire, tutto il comparto emotivo viene trasmesso tramite la musica, rendendo quindi la storia comprensibile pressoché da tutti, a maggior ragione perché non gode di una grandissima profondità.

Corriamo e suoniamo

Dopo un breve contesto narrativo, il gioco immerge subito nell’azione, affidando sia al protagonista che all’utente il violino, uno strumento tanto prezioso quanto indispensabile. Grazie alle sue note, sarà infatti possibile non solo interagire con l’ambiente ed attivare determinati meccanismi, ma anche superare ostacoli ambientali utilizzandolo come una sorta di piccolo trampolino per i salti.

Attenzione però, perché la semplicità non abita di certo a casa di Symphonia. Nonostante il titolo di Sunny Peak non includa infatti alcun tipo di nemico da sconfiggere, la vera anima del platforming emerge in ogni schermata proposta dallo studio francese. La visuale a scorrimento orizzontale richiede forti abilità di precisione e padronanza dei comandi. Dal balzo caricato fino a quello tra pareti, fino ad arrivare ad una concatenazione di salti effettuabili con il giusto tempismo, non accadrà raramente di rimanere in una sezione per svariati minuti, soprattutto all’inizio ed alla fine del titolo.

Per quanto i checkpoint siano difatti abbastanza presenti e pronti ad ogni evenienza, il musicista non gode di alcun punto salute, e questo ovviamente significa che ogni contatto non gradito si tramuta in un respawn. Oltre alla via principale, gli sviluppatori hanno inserito diversi sentieri secondari, che oltre a contenere collezionabili utili per ottenere nuove abilità atte a migliorare la capacità di movimento del violinista, mettono alla prova ulteriormente il giocatore, grazie a sfide ancora più ostiche e senza punti di controllo.

Il regno di Symphonia è caratterizzato anche da un pregevole design. Al centro si trova il Cuore, un hub principale che collega tre distretti distinti, ognuno caratterizzato da temi unici e meccaniche ispirate a diverse famiglie di strumenti musicali. Ad esempio, nel Woodwind Glasshouse, il comparto grafico evoca strumenti a fiato attraverso correnti ascensionali che ricordano il soffio necessario per produrre il suono. Da evidenziare però il fatto che questi ambienti non hanno una mappa complessa ed articolata, e ciò permette (una volta presa la giusta consapevolezza dei comandi) di superarli relativamente in fretta, vista appunto la mancanza di combattimenti od altre meccaniche particolari.

Musica Maestro!

Non è certo complesso dedurre che Symphonia è capace di distinguersi in prima battuta per il suo comparto audio, che ricordiamo essere curato dai compositori Alexandre Bucas-français e Olivier Esman. La colonna sonora accompagna l’avventura con un crescendo armonico che riflette i progressi del giocatore. Ogni distretto culmina infatti in un vero e proprio duetto tra Philemon e uno dei musicisti ritrovati, che naturalmente riveste l’apice melodico dell’esperienza.

Per quanto riguarda invece il punto di vista tecnico, il gioco si presenta tutto sommato bene, generando solo qualche piccolo fenomeno di popup durante le transizioni tra una schermata e l’altra (a maggior ragione durante la fruizione portatile). La longevità si attesta sulle 8-10 ore totali, il che rappresenta il giusto equilibrio di interazione, che altrimenti sarebbe risultata eccessivamente pesante e noiosa.

Ringraziamo Headup Games per il codice review fornitoci.

7.6
Riassunto
Riassunto

Symphonia è un’opera che punta al cuore attraverso la musica, offrendo un’esperienza unica nel suo genere. Nonostante qualche limite nella durata e nella narrazione, il titolo riesce a distinguersi per il suo gameplay diretto, il design ispirato e la pregevole colonna sonora.

Pro
Design accattivante Gameplay puro... Una gioia per le orecchie
Contro
Le cose da fare non sono moltissime ...che potrebbe scoraggiare i meno esperti in alcuni momenti La trama poteva essere più approfondita
  • Concept & Trama7
  • Gameplay8
  • Comparto Artistico8
  • Comparto Tecnico7.5
Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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