L’Italia mette un freno a DeepSeek. Come riportato da Il Post, il Garante della Privacy ha imposto il blocco del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti delle società cinesi Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, responsabili del chatbot che negli ultimi giorni ha fatto molto parlare di sé.
La decisione, annunciata giovedì, vieta a DeepSeek di operare legalmente nel nostro Paese fino a quando non si adeguerà alle normative italiane ed europee sulla protezione dei dati personali.
Lo scenario ricorda da vicino quanto accaduto nel 2023 con ChatGPT. L’Autorità italiana per la privacy fu la prima al mondo a intervenire contro OpenAI, sollevando dubbi sul mancato rispetto delle leggi sulla gestione dei dati personali e sulla protezione dei minori. In risposta, OpenAI sospese temporaneamente il servizio in Italia, scatenando polemiche tra esperti di innovazione e utenti. Solo dopo aver implementato le modifiche richieste, il chatbot tornò disponibile nel nostro Paese.
Nel caso di DeepSeek, il Garante ha agito dopo che le aziende cinesi coinvolte avrebbero dichiarato di non ritenere applicabili le normative europee sulla privacy. Un’affermazione che ha spinto l’Autorità italiana a intervenire con decisione, imponendo lo stop al servizio fino a nuovo ordine.
Il provvedimento italiano ha attirato l’attenzione di altre autorità europee. Giovedì, anche la Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés, l’ente francese per la protezione dei dati, ha annunciato di aver avviato un’indagine su DeepSeek, ponendo interrogativi simili sulla gestione delle informazioni degli utenti.
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