Home Musica Sanremo 75×01, la recensione: le trofie al pesto salvano i creatori di meme

Sanremo 75×01, la recensione: le trofie al pesto salvano i creatori di meme

La serie tv più longeva della storia Rai e probabilmente dell’intrattenimento in generale è tornata. Dopo aver guidato tre edizioni dal 2015 al 2017, Carlo Conti torna al timone del Festival della canzone italiana, nel bel mezzo di una diatriba che rischia di allontanarlo dalla Rai dopo decenni e decenni di collaborazione. Ma questo, forse, sarà un colpo di scena per il finale di stagione.

Affiancato da Gerry Scotti, per il quale arriva finalmente la consacrazione della vetrina più prestigiosa nella tv nostrana e capace di dare quel senso di naturale leggerezza che il presentatore ha sempre mostrato, Conti parte in questa prima serata col botto. Letteralmente. Un blackout audio di qualche secondo ha impedito di ascoltare nella sua interezza il discorso di Conti su Ezio Bosso, apprezzatissimo compositore, pianista, contrabbassista e direttore d’orchestra italiano che ci ha lasciato prematuramente nel 2020. Superato questo primo ostacolo, però, si continua per la tangente.

Conti lo aveva anticipato: basta con i Festival di Sanremo che si concludono alle 4 di notte quando persino i Metronotte si stanno per addormentare. Basta con monologhi che durano quanto una gita a Roccaraso. Il 75° festival della canzone italiana inizia nel segno di quello che dovrebbe fare: la musica. Noemi ci delizia con la sua bellissima voce, Rkomi torna a Sanremo con un nuovo brano – e a petto nudo, perché per questioni ecologistiche è meglio non sporcare magliette col rischio poi di dover sprecare acqua per lavarle. Prima di loro, anche Francesco Gabbani e Gaia si fanno rivedere, scaldando i motori della kermesse canora.

Passata poi la gag dell’ingresso sul palco di Antonella Clerici e il suo vestito ultra-riflettente che potrebbe fare concorrenza al Neuralizzatore dei Men in Black, e il toccante e giustissimo tributo a Fabrizio Frizzi con il suo Hai un amico in me da Toy Story, si continua, martellanti, con le canzoni. Irama ci fa vedere come si indossa un giaccone con classe (e anche lui a petto nudo, è proprio la moda del momento), mentre i Coma_cose si fanno dirigere dal maestro Enrico Melozzi che porca miseria ha un ciuffo spettacolare, beato lui. E la loro canzone ‘Cuoricini‘, comunque, si candida già tra le sorprese più belle di quest’edizione del Festival. Bellissima. Orecchiabile. Da domani in tutte le radio.

Pecca invece in varie occasioni la regia, troppo lenta nel cogliere le inquadrature giuste al momento giusto. Forse stavano ancora cercando Bugo dietro le quinte, perché altrimenti non si capisce il motivo di tante inquadrature fisse su Conti/Scotti, o Conti/Clerici in attesa che i nuovi cantanti fossero pronti a scendere la celebre scalinata sperando di non ruzzolare male.

Cristicchi strugge con un testo strappalacrime  ma pare colpito da un’emicrania dopo un rave a base di gin tonic e urla a squarciagola, Marcella Bella colpisce bene, Achille Lauro che fa il cosplay di Billy Zane in Titanic è autore di una canzone fenomenale, e poi, dopo una decina di cantanti uno dietro l’altro (alle 21:45 siamo già qui, GRAZIE CARLO CONTI), ecco il primo grande momento: Papa Francesco fa un cameo a sorpresa, con un bel messaggio dedicato ai ricordi e all’importanza della musica nelle nostre vite, e in quelle dei bambini. Gli stessi bambini che oggi, ancora, nel 2025, vengono sempre colpiti da guerre che non li riguardano. Applausi meritati, a prescindere dal credo che ognuno di noi possiede.

Giorgia, sposami.

Poi, Willie Peyote, ancora sicuramente deluso per la cancellazione del suo film da parte di Warner, sorprende con un sound inedito sul palco fino a quel momento, regalando un momento di frizzantezza e riuscendo in quello che nessuno da decenni riesce a fare: riportare i Jalisse a Sanremo. Ma non come speravano loro. Molto bene anche Rose Villain, che già dal nome capiamo avrà sicuramente qualche intenzione ostile nei confronti dei nostri tre protagonisti, ma per saperne di più dovremo aspettare i prossimi episodi. Non è però riuscita a fermare la spettacolare coreografia del fuori gara Jovanotti, che a momenti coinvolge l’intera Liguria per il suo Ombelico del Mondo, per poi diventare il super-ospite di questa prima serata tra un medley eragerato e pensieri profondi.

Arriva così il momento del terzo atto. La Clerici si tinge d’oro, poco prima che Olly, dopo una partenza traballante, stupisce con un sound davvero niente male. Un po’ come Elodie. Il rapper Shablo, invece, proprio no, nonostante il coro gospel e la parata di feat. Massimo Ranieri non delude mai. Raf, altro ospite, ci riporta a Vice City per un po’ ricordandoci che l’uscita di GTA 6 è confermata per il 2025. Grazie Raf, così posso anche indicizzare meglio l’articolo. Evito invece un commento su Tony Effe perché, mi spiace, proprio non è nelle mie corde. Chiudono questo gruppo Serena Brancale, in brodo di giuggiole; Brunori Sas, con un brano a dir poco curioso; i Moda, molto intensi.

Ci stiamo avvicinando alla fine (per fortuna). Il TG1 in versione 60 secondi ci ricorda che Trump sta per fare qualcosa di potenzialmente pericolo, e insomma il mondo non è cambiato in queste 3 ore di Sanremo. Tocca così a Clara deliziare l’Ariston con una bella canzone e un abito spettacolare, e forse lo stesso si può dire per il debuttante Lucio Corsi che un po’ mi ha ricordato un qualche trip di kubrikiana memoria. Paradossale invece l’esibizione di Fedez: il pubblico sembra quasi gelato, o meglio gelido, verso il cantante sempre al centro di gossip incessanti. Solo a fine esibizione, dopo una canzone dal giusto ritmo, arrivano i meritati applausi. Bresh sì, bravo, ma a me pare di aver già sentito la sua voce già mille volte. Sono tutti uguali? Potere dell’autotune? Forse è anche la stanchezza, è già mezzanotte e mezza quasi…

Tra la zoppicante (in senso letterale) Francesca Michielin e il rapper Rocco Hunt che canta (ancora) ‘a bellezza ‘e nnapole e ‘e soje storie, c’è tempo anche per Sarah Toscano, Joan Thiele e The Kolors, per concludere la prima serata del Festival. Nessuno di questi, però, riesce ad approdare nella top 5 in ordine sparso (per ora), composta da Giorgia e Brunori Sas appaiati, seguiti da Simone Cristicchi, Achille Lauro e Olly.

Ma prima di chiudere il sipario, ecco il plot twist finale che apre le porte a una nuova storyline intrigante, in realtà originata molte stagioni fa. Il Sanremo Cinematic Universe è anche questo: recuperare storie che si pensava fossero chiuse o dimenticate, e sorprendere il pubblico. Antonella Clerici si prende la rivincita sul villain Ligabue, che qualche anno fa la definì una presentatrice che sa di sugo, e porta sul palco dell’Ariston un piatto di trofie al pesto all’1 di notte che neanche nelle balere del liscio. Palla al centro. Ora Ligabue quali armi sfodererà per controbattere? Lo sapremo nel prossimo episodio?

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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