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Kingdom Come: Deliverance II | Recensione

Il sequel di quello che ormai è entrato di diritto nella definizione di simulatore medievale per eccellenza è finalmente arrivato.

Kingdom Come: Deliverance II è la seconda, mastodontica opera dei Warhorse Studios, pubblicata per PC, PlaStation 5 e XBOX Series X/S da Deep Silver.

Riprendendo direttamente dalla sequenza finale del primo capitolo, continuano le (dis)avventure di Henry di Skalliga e Ser Hans Capon, KCD2 prometteva di riportare in toto (e migliorare) la filosofia del capostipite: un’esperienza realistica, profonda e immersiva che trasporta i giocatori nella Boemia medievale del XV secolo.

Scopriamo quanto di buono è stato realizzato dallo studio est europeo nella nostra recensione!

Il viaggio continua

Come anticipato, il protagonista del gioco è ancora Henry di Skalliga, il giovane figlio di un fabbro che, dopo la tragedia e le rivelazioni vissute nel primo capitolo, continua il suo percorso di crescita in un’epoca turbolenta.

La narrazione riprende subito dopo gli eventi del primo capitolo, con Henry che si ritrova in missione con il suo signore Ser Hans Capon per cercare di convincere il potente Lord Von Bergow a passare dalla parte di Re Venceslao nella guerra contro suo fratello, l’usurpatore Sigismondo.

Integrando i protagonisti fittizzi con personaggi storici realmente esistiti, assistiamo a una meravigliosa ucronìa di cui non si è mai visto nulla di simile nella storia videoludica. Partendo dall’ottima base del predecessore, tutto, dalla narattiva al gameplay, è stato potenziato ed espanso.

In quanto a contenuti e dimensione grezza, potremmo dire che il gioco sia grande quasi il triplo del primo capitolo, con due grandi mappe ad accogliere una storia che passa dal parlare di mercenari e banditi (nel suo prologo/transizione dal primo gioco) al focalizzarsi sul destino di regni e nobiltà.

La ricerca storica è impressionante (ad esempio quella sui dialetti antichi), e per una volta siamo di fronte a una narrazione evita cliché tipici del genere medievale, offrendo invece un realismo crudo e senza compromessi.

Realismo, Profondità, Semplificazioni

Croce e delizia del precedente Kingdom Come era il gameplay fortemente realistico (soprattutto nella modalità Hardcore, al momento non disponibile per questo capitolo).

Henry deve mangiare, dormire e prendersi cura del proprio equipaggiamento. L’igiene personale gioca ancora un ruolo importante: se il protagonista è sporco o puzza, alcuni NPC potrebbero evitarlo o trattarlo con diffidenza. Stesso dicasi per il vestiario: un cavaliere in armatura scintillante sarà avvantaggiato nelle prove di persuasione, mentre provare ad aggirarsi di notte con abiti dai colori sgargianti garantirà dei malus alla furtività.

La progressione del personaggio si basa su un sistema di skill in cui le abilità migliorano con l’uso, ma tutti gli elementi di contorno sopraccitati saranno di fondamentale importanza.

Combattere spesso con la spada aumenterà la forza e la destrezza, mentre leggere libri migliorerà l’erudizione. Un sistema di crescita  “naturale” quindi, che riesce a offrire la soddisfazione di un progresso lento ma costante.

I combattimenti in particolare (spesso ma non sempre evitabili) sono caratterizzati da un ritmo ragionato e compassato, dove bisogna scegliere la direzione dei fendenti e delle parate, senza lanciare colpi all’impazzata o buttarsi in mezzo a una mischia di nemici.

Tuttavia da questo punto di vista abbiamo riscontrato un livello di difficoltà più facile rispetto al gioco precedente, in particolare nella seconda parte del gioco dove Henry può diventare una piccola macchina da guerra, tranciando gli avversari in modo decisamente più rapido che in passato.

Il divertimento, soprattutto nelle numerose battaglie e assedi, non è calato minimamente, ma sarebbe auspicabile vedere qualche piccolo bilanciamento nei prossimi aggiornamenti, magari con l’arrivo della modalità Hardcore.

Fanno qui la loro comparsa alcune nuove categorie di armi, come le balestre (grande assente storico del precursore) e le bocche da fuoco, mentre fanno ritorno le varie attività secondarie praticabili nella vita quotidiana.

Si potrà fare pratica come fabbri, sperimentare nell’alchimia o andare a caccia (perlopiù di frodo) nei boschi. Manca il vecchio minigioco del mining, ma considerando che la professione del fabbro sarà protagonista di un corposo aggiornamento in futuro non è da escludere possa essere ripristinata in un secondo momento.

Un mondo ancor più vivo

Con le due mappe di gioco, in cui è compresa l’intera città di Kuttenberg (nome tedesco della moderna Kutná Hora in Repubblica Ceca) riprodotta fedelmente secondo documenti storici, la mole di attività e missioni è immensa, e si potranno tranquillamente superare le 150 ore di gioco se si desidera esplorare il titolo nella sua interezza.

Oltre alla grande città sono compresi diversi castelli, villaggi e accampamenti, che fanno da culla a un sistema migliorato di intelligenza artificiale collettiva degli NPC. Ad esempio, se siete nuovi in un villaggio e rubate qualcosa, anche se non venite visti potreste essere accusati del furto qualora qualcuno notasse che mancano delle cose e non abbiate una reputazione abbastanza favorevole.

Per farla breve, non provate a indossare subito un’armatura che avete appena trafugato dal corazzaio locale. Fate piuttosto prima un salto dal mugnaio più vicino…

Le informazioni viaggiano in fretta, e le quest saranno spesso collegate tra loro in modo radicale. È vero che esiste una netta distinzione tra quest principali e secondarie, ma sarà molto raro andare dritti verso un obbiettivo senza venire coinvolti in decine di intrecci, richieste e attività locali.

Come vi comporterete con le persone coinvolte potrà cambiare non poco il corso degli eventi; magari non nel grande schema delle cose, ma tanto da garantire a ogni giocatore un’esperienza unica nella Boemia medievale.

Deo Gratias Cry Engine

Sotto l’aspetto grafico e artistico, Kingdom Come: Deliverance II offre grandi miglioramenti rispetto al predecessore, sopratutto nella pulizia e nelle performance generali.

Basandosi su una versione aggiornata del Cry Engine, il team è riuscito a restituire l’aspetto realistico del primo potenziandolo fortemente nell’illuminazione dinamica e nei modelli dei personaggi.

Foreste, pianure, villaggi e castelli, tutto finemente realizzato per restituire una Boemia medievale più viva che mai, con interni degli edifici curati nel dettaglio e paesaggi esterni mozzafiato che si elevano grazie al meteo dinamico.

Non da meno il lavoro svolto per il sonoro, con brani orchestrati che passano dalla grande epicità a melodie più intime, insieme agli effetti sonori di altissima qualità e varietà.

Ciò che più sorprende però è il livello ottimale delle prestazioni in rapporto all’impatto visivo, su ogni piattaforma. Kingdom Come: Deliverance II è semplicimente il titolo meglio programmato in circolazione, forte dell’esperieza maturata in tanti anni dal team di sviluppo con il Cry Engine.

Mentre le versioni console performano a 60fps costanti nella modalità prestazioni, mantenendo un impatto visivo di tutto rispetto, la nostra prova su PC con un processore Ryzen 7 7700 e una scheda video RTX 3070 ha restituito un framerate medio tra i 120 e i 140fps a 1080p di risoluzione, utilizzando una versione aggiornata del DLSS e un mix di dettagli tra High e Ultra (senza frame generation di alcun tipo).

Semplicemente un miracolo di tecnica nel gaming contemporaneo, completamente scevro da ogni forma di stuttering.

Una mosca bianca

Insieme al suo predecessore, Kindgom Come: Deliverance II si conferma un titolo unico. Ambizioso e pulito, porta avanti l’affascinante visione del primo gioco, migliorandola sotto ogni aspetto, con la sua narrazione storica coinvolgente, il gameplay profondo e l’ambientazione incredibilmente curata.

Non si possono che rinnovare i complimenti ai Warhorse Studios per l’encomiabile lavoro svolto, sperando che la fortuna continui a sorridere a questi audaci sviluppatori.

Ringraziamo Plaion per il codice review.

9.3
Review Overview
Riassunto

Il secondo e conclusivo capitolo delle avventure di Henry si conferma eccellente nella sua ricostruzione storica, profonda e coinvolgente, in un titolo dalle dimensioni mastodontiche, curatissimo nei dettagli.

Pro
Storia epica e coinvolgente Ricostruzione storica fedele Gameplay profondo e variegato Livello tecnico prodigioso
Contro
Un po' troppo facile nella seconda parte del gioco Traduzione italiana talvolta approssimativa
  • Giudizio complessivo9.3
Scritto da
Matteo Filigheddu

Giocatore PC di vecchia data, appassionato di avventure grafiche ed RPG. Tra un gioco e l'altro mi interesso di cinema, fitness, calcio e letteratura.

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