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PGA Tour 2K25 | Recensione

Nonostante l’Italia sia nota quasi unicamente per la passione calcistica, nei tempi recenti altri sport hanno iniziato (fortunatamente) ad entrare nella cultura popolare. Grazie ad esempio a campioni indiscussi del calibro di Jannik Sinner per il tennis o della coppia Goggia-Brignone per lo sci, il nostro Paese ha saputo ampliare negli ultimi anni la propria visione, coinvolgendo però anche il golf. In questo ambito è impossibile non citare i grandi traguardi raggiunti da Francesco Molinari e Matteo Manassero, i quali sono riusciti a dare ampia visibilità ad una disciplina non sempre nota da parte del pubblico nostrano.

Entrando più direttamente nel settore videoludico, non è certo una novità che 2K abbia nel suo portfolio molteplici prodotti che si collocano nell’ambito della simulazione sportiva, ma il 2025 ha sancito il ritorno di un titolo che mancava ormai da due anni: PGA Tour.

Dopo aver trascorso un anno di pausa, la produzione che trasporta i giocatori sopra il tee è tornata in grande spolvero, desiderosa di conquistare non solo il cuore degli appassionati, ma anche di coloro che sono incuriositi dal manto erboso, e che desiderano approcciarvisi da neofiti.

Sarà quindi riuscita l’impresa di fare Birdie in ogni buca da parte di HB Studios? Scopriamolo insieme nella nostra recensione!

Versione provata: PlayStation 5 Pro

On the Green!

Appena avviato, PGA Tour 2K25 propone un tutorial atto a far ambientare sia i neofiti e sia gli appassionati, grazie all’introduzione delle principali novità apportate dagli sviluppatori in questa ultima interazione. La parte del leone per quanto concerne questo aspetto è rappresentata dal New EvoSwing, il quale prova a replicare lo swing reale utilizzando lo stick destro del controller, prendendo in considerazione elementi fondamentali come il contatto, il ritmo, la transizione e il percorso del movimento. La nuova meccanica funziona molto bene, anche se va naturalmente metabolizzata con calma, specialmente ai livelli di difficoltà medi o superiori. Il gameplay si presenta quindi diretto e rifinito, e capace di trasmettere direttamente sul controller le sensazioni provate dalla controparte digitale

Una volta completato l’opzionale addestramento iniziale, il menù del titolo 2K si apre davanti agli occhi dell’utente, illustrando tutte le modalità disponibili. Partita veloce a parte, che si spiega da sola, il cuore nevralgico della produzione canadese è senza troppi dubbi MyCareer che, alla pari di quanto già visto in molteplici titoli sportivi (ad esempio NBA 2K25) consente al giocatore di creare il proprio atleta e di farlo crescere mano a mano nelle competizioni di golf, in modo da raggiungere i palcoscenici mondiali più prestigiosi.

Golfista in erba

Dopo aver dato forma all’alter ego digitale, le varie impostazioni della carriera appaiono a schermo, creando un vero ecosistema ruolistico dell’esperienza. Oltre infatti a poter partecipare agli allenamenti, al pre-torneo, al torneo e agli eventi sponsor, si potranno via via incrementare le statistiche e le capacità dello sportivo, tramite addirittura uno stratificato albero delle abilità che consente di focalizzare la propria attenzione su un determinato aspetto tecnico da migliorare.

In aggiunta, vi sono naturalmente anche gli equipaggiamenti, completamente personalizzabili in colore ed aspetto, grazie anche alle numerose partnership con le principali aziende del settore. Dai bastoni al vestiario, MyCareer non lascia nulla al caso, neppure la componente “gestionale” che per quanto basata su comunicazioni con agenti vari ed aumento dei followers, riesce a completare bene il panorama della carriera, offrendo all’utente un’ampia libertà di interazione.

In questo particolare frangente si denota forse una delle poche note stonate dell’ultima fatica HB Studios: la navigazione tra i menù risulta in alcune circostanze caotica e lenta, data la presenza di diversi caricamenti adibiti alle schermate più dense di informazioni da riportare. Nulla che pregiudichi la fruizione sia chiaro, ma nel caso in cui si dovessero selezionare molteplici opzioni in un breve lasso tempo, l’inconveniente si palesa irrimediabilmente.

Non solo Carriera

Passando oltre a MyCareer, PGA Tour 2K25 propone ovviamente altre attività, che vanno a completare il quadro dell’offerta. L’ambito multigiocatore è infatti costituito da diverse modalità, che vanno dai match a squadre 2v2, all’inedito Divot Derby, una gara in cui fino ad un massimo di 20 giocatori competono per raggiungere il traguardo di ogni buca nel minor tempo possibile, senza considerare il numero di colpi e quindi il PAR. L’ultimo classificato viene eliminato, creando un’esperienza molto simile ad un battle royale su erba che diverte non poco. Da segnalare che per la prima volta è supportato il cross-play tra PC, Xbox e PlayStation, il che dà la possibilità appunto a tutti gli utenti di poter godere del titolo online a prescindere dalla piattaforma.

Per chi invece punta ad una sfida più concreta e diretta, la nuova fatica del team canadese mette in scena il Ranked Matchmaking, con duelli 1v1 o 2v2 che permettono di scalare (o scivolare) in classifica, portando il proprio atleta nelle divisioni più basse come Bogey fino a quelle più prestigiose come Condor. Tutte queste competizioni si svolgono all’interno di 24 percorsi, che naturalmente racchiudono palcoscenici di fama mondiale come l’Arnold Palmer Invitational, il TPC Boston ed il nuovissimo (nel gioco) Oakmont Country Club.

Per coloro che vogliono invece cimentarsi nella progettazione di uno scenario, la nuova produzione canadese mette in scena un rinnovato editor, che consente agli appassionati, grazie ad un’ampia scelta di strumenti, di realizzare la propria creazione e successivamente condividerla con il mondo, anche tramite una gara apposita.

Tecnica lussureggiante?

Dal punto di vista tecnico, PGA Tour 2K25 si comporta tutto sommato bene, al netto dei caricamenti troppo presenti nei menù, durante il match il lavoro di HB Studios risponde in maniera convincente e fluida, fatto salvo qualche leggera compenetrazione della telecamera in alcuni frangenti.

L’unica nota dolente riguarda la componente grafica, che sembra ormai mostrare i segni del tempo. Per quanto gli atleti (sia su “licenza” che creati dall’editor) siano riprodotti fedelmente, lo stesso non si può dire del pubblico e dell’ambiente che racchiude le 18 buche, i quali appaiono piatti e poco vibranti.

Ringraziamo 2K per il codice review fornitoci.

8.3
Riassunto
Riassunto

PGA Tour 2K25 è tornato, e lo ha fatto nel modo migliore. La produzione HB Studios è infatti riuscita a creare un'esperienza coinvolgente e diretta, approfondendo al massimo tutte le principali meccaniche del mondo del golf. Adatta sia ai veterani che agli appassionati dello sport su erba, la nuova fatica canadese rappresenta senza troppi dubbi la migliore simulazione golfistica sul mercato.

Pro
MyCareer è tornata in forma smagliante Accessibile a chiunque, dai veterani ai neofiti Personalizzazione profonda
Contro
La componente grafica mostra il segno degli anni Le microtransazioni si potevano evitare
  • Valutazione8.3
Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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