Doom: The Dark Ages, si sta avvicinando a grandi passi e, grazie ad un’intervista tenuta da PC Gamer a Hugo Martin, e al produttore Marty Stratton, abbiamo modo di conoscere ulteriori dettagli su uno degli avversari più noti degli appassionati del brand: il Marauder.
Questo famigerato miniboss di Doom Eternal ha infatti diviso la community: alcuni lo hanno amato per la sua sfida avanzata, mentre altri lo hanno criticato come un picco di difficoltà indesiderato. Con l’equivalente nemico in The Dark Ages, Martin e Stratton sperano di offrire una sfida altrettanto memorabile, ma senza cogliere i giocatori alla sprovvista nello stesso modo.
L’Agadon Hunter è il nuovo Marauder.
Ha detto Martin quando gli è stato chiesto del grosso nemico visto nei trailer di The Dark Ages, rivelando così il nome del nuovo avversario. Dopo tuttavia l’intensa acrobazia di Doom Eternal, Doom: The Dark Ages si concentrerà su controlli più semplificati ed ergonomici: “Non dovresti combattere i controlli, dovresti combattere i cattivi”.
Il gioco rinnoverà infatti anche le Glory Kill, permettendo di “passare senza interruzioni dagli attacchi corpo a corpo alle armi da fuoco, fino allo scudo e alle esecuzioni”, mantenendo costante il ritmo del combattimento.
L’Agadon Hunter fa subito un’impressione forte: un enorme demone muscoloso con un mantello di pelliccia, uno scudo e una spada a doppia lama in stile Darth Maul:
Non è basato sul Marauder. Non è tipo ‘un Mega Marauder’, è Dark Ages, quindi è molto diverso, ma è simile nel senso che molti boss ti metteranno alla prova in modi diversi. Si tratta di schivare, parare e muoversi tra i proiettili.
Martin ha descritto l’Agadon Hunter come un nemico con attacchi in sequenza che dovremo parare con il nuovo scudo dello Slayer. Durante l’intervista, il responsabile, ha espresso la sua ammirazione per Sekiro: Shadows Die Twice, e il sistema di parata di The Dark Ages sembra ispirato proprio a quel gioco.
Ricordiamo che Doom: The Dark Ages è atteso per il prossimo 15 maggio su PS5, Xbox Series X|S e PC.
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