A cura di Gianluca Di Pietrantonio.
Di recente, Masahiro Sakurai, lo sviluppatore di Super Smash Bros. di Nintendo, è stato premiato dal governo giapponese con l’ Art Encouragement Prize per la sua attività sul suo canale YouTube, dove carica filmati di approfondimento sullo sviluppo dei videogiochi.
Egli ha persino condotto un’intervista con Entax dove ha espresso un’interessante opinione sul fenomeno dell’occidentalizzazione dei videogiochi, esprimendo in maniera lapidaria:
All’interno dell’industria videoludica, i giapponesi dovrebbero perseguire i gusti dei giapponesi.
A Sakurai di certo non va a genio che i suoi giochi e quelli dei suoi colleghi giapponesi vengano snaturati per accontentare a tutti i costi un pubblico diverso da quello a cui egli mira principalmente, ovvero i suoi connazionali. Tuttavia si tratta di un’opinione che rientra perfettamente nel modus operandi di alcuni degli autori del Sol Levante, quali registi, fumettisti e gli stessi sviluppatori di videogiochi, che quasi in nessun modo cercano di comunicare il messaggio delle proprie opere considerando anche la visione del pubblico residente all’estero.
Nonostante ciò il fascino del Giappone, per i giocatori esteri, rimane ugualmente forte grazie proprio alla sua diversità rispetto agli standard a cui loro stessi sono abituati nella loro terra, convenendo, quindi, con quanto detto da Sakurai.
Egli, inoltre, ha affermato che i giocatori occidentali acquistano i videogiochi prodotti in Giappone proprio per cercare di vivere delle esperienze del tutto differenti da quelle che provano giocando ai titoli europei e americani. Questa occidentalizzazione, quindi, potrebbe essere dannosa e controproducente, poiché verrebbe meno questa differenziazione e, soprattutto, l’identità culturale di ogni opera che arriva sugli scaffali dei videogiocatori.
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