Inizierò parlando in prima persona: era da parecchio tempo che la realtà virtuale non faceva parte della mia vita di videogiocatore. Dopo aver provato in lungo e in largo PlayStation VR sin dal 2016, godendo di alcuni splendidi titoli come Astro Bot: Rescue Mission, Moss e Firewall: Zero Hour, l’entusiasmo per la nuova tecnologia è progressivamente calato – complice anche un aumento vertiginoso dei prezzi e una confusione generale, come dimostra la gestione di Sony con PS VR2.
Da qualche settimana, comunque, ho deciso di dare una nuova chance alla realtà virtuale con Meta Quest 2. Non il più recente ritrovato in fatto di tecnologie avanzate, ma comunque un notevole passo in avanti per quanto riguarda la VR: per chi come me era ormai fermo alla realtà virtuale di ormai 10 anni fa, Meta Quest 2 rappresenta un notevole balzo in avanti. Ma come sfruttarlo al meglio? Lo sto utilizzando soprattutto in ambito didattico, con alcune applicazioni davvero interessanti che promettono di cambiare il tradizionale modo di insegnare a scuola, ma non mancano ovviamente anche i videogiochi.
Purtroppo niente Half Life: Alyx, che resterà ancora un mio oggetto del desiderio ancora per un po’ (speriamo non troppo), ma Blue Brain Games corre in mio aiuto con The House of Da Vinci VR, un gioco basato su esplorazione ed enigmi che, come suggerisce il nome, ha a che fare con la grande figura del Rinascimento italiano. Per chi è cresciuto a pane e Dan Brown, è un gioco che non può far altro che attirare. Lanciato ormai alcuni mesi fa, il titolo è in arrivo anche su PS VR2 dal 1° maggio, ma grazie alla gentilezza dell’editore lo abbiamo appunto testato su Meta Quest 2. Tuffiamoci nella recensione – e in questo ritorno, personale, alla VR dopo vari anni.
Versione provata: Meta Quest 2.
La dimora di Leonardo
The House of Da Vinci VR è, come suggerisce il titolo, una versione in realtà virtuale dell’omonimo gioco, che riesce con intelligenza e astuzia a riproporre il tutto con le interessanti dinamiche interattive in prima persona.
E, sempre come suggerisce il titolo, il gioco è ambientato proprio nella casa di Leonardo. Sì, quel Leonardo. Non la tartaruga, ma il grande Da Vinci, genio e inventore del Rinascimento… scomparso. Nel titolo impersoniamo il suo apprendista, che sta cercando di decifrare tutti gli indizi e gli enigmi lasciati da Leonardo per capire cosa ne sia stato del maestro perduto. Sebbene il gioco non abbia una storia profonda da seguire, è utile avere un po’ di spunti per capire il perché di questa esperienza.
Per trovare Leonardo, dovrete risolvere alcuni enigmi impegnativi, fortemente ispirati alle sue invenzioni – una scelta che abbiamo davvero apprezzato. Questo fornirà anche abilità uniche e speciali per aiutarvi nel vostro percorso, sotto forma di un interruttore visibile sui guanti del protagonista, che consente di vedere alcuni indizi evidenziati, i dettagli di alcuni enigmi e un ologramma dell’uomo stesso.
Come ci si aspetterebbe da questi enigmi ispirati a Leonardo Da Vinci, non saranno semplici o immediati. Siamo dalle parti di un puzzle game che in più occasioni si rivela essere particolarmente ostico. Si può notare il duro lavoro e la passione che il team di Blue Brain Games ha messo in questi enigmi, perché sono tutti così ben progettati e realizzati. Fortunatamente, l’ologramma di Leonardo, da sbloccare sempre attraverso i guanti del protagonista, aiuta a risolvere alcuni enigmi, ma non è sinonimo di certezza.
Buona anche l’interazione tridimensionale con gli enigmi (il gioco è una conversione VR di un titolo mobile, dunque con i suoi precedenti limiti), mentre per quanto riguarda il movimento nel gioco è possibile teletrasportarsi solo per trovarsi di fronte a ogni enigma disponibile al momento, quindi non c’è movimento libero in nessuna delle ambientazioni ma solo punti prefissati tra cui spostarsi. Il team ha anche incluso solo la rotazione a scatto, con il teletrasporto punto-punto che non sembra così male e si adatta al modo in cui hanno progettato il gioco.
Pur non avendolo giocato nella sua versione più performante (è disponibile anche su Meta Quest 3, ma… non ce l’ho!), The House of Da Vinci VR nasconde comunque una grafica davvero molto appagante: ogni stanza della casa di Da Vinci, il cortile esterno, la cripta, l’armeria e la torre sono tutte ben dettagliate e progettate per adattarsi a ogni serie di enigmi. Questo è possibile grazie all’utilizzo di texture di altissima qualità e dettagliate e a un fantastico utilizzo dell’illuminazione: è visivamente piacevole sparare piccole palle di fuoco in una stanza buia.
Bello anche che il team abbia utilizzato musica di sottofondo ispirata a questo periodo, facendoci immergere ancora di più nelle immagini mozzafiato. I suoni riescono ad aumentare il senso di immersione in modo molto piacevole, aumentando il prestigio di questo gioco contenuto ma comunque riuscito.

Review Overview
Riassunto
Il team di Blue Brain Games che ha creato perfette rivisitazioni degli impegnativi enigmi della versione a schermo piatto, a volte difficili ma divertenti da risolvere. Presenta alcune limitazioni tecniche, forse dovute al passaggio da fruizione tradizionale a VR, ma gli sviluppatori sono comunque riusciti a convincerci: The House of Da Vinci è una bella prova per la realtà virtuale.
- Giudizio complessivo8
Scrivi un commento